
Autore: Nicolai Lilin
Pubblicato da Einaudi - Febbraio 2017
Pagine: 136 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Brossura
Collana: L'arcipelago Einaudi

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Un'icona che raffigura la Madonna che si anima e spara, un ladro capace di ingannare un ricco zar e tutta la sua corte, briganti puniti per non aver portato rispetto al grande spirito della foresta, animali che parlano e donano all'uomo insegnamenti morali, una ragazza virtuosa che non cede alle minacce di un demone malvagio. Una serie di favole e leggende per raccontare l'anima, libera e ribelle, della Siberia.

In uno sperduto villaggio siberiano abitava un cacciatore di nome Spiridon. Era un buon uomo che non aveva mai fatto torto a nessuno, aveva sempre rispettato le regole della taiga e omaggiato il suo spirito Amba, nessuno dei suoi vicini aveva motivo di parlare male di lui.
Il tradimento di un uomo nei confronti di un amico ormai morto, la vendetta armata di una Madonna, l’astuzia di un giovane che non sopporta le ingiustizie, una sfida a scacchi che mette in ginocchio uno zar, una Luna dolce e compassionevole porta con sé, tramutandola in stella, una povera fanciulla maltrattata dalla sua matrigna, una mamma gazza mette alla prova l’intelligenza dei suoi figli per proteggerli dalla crudeltà degli uomini, la figlia del Vento e dell’Alba che si attira la rabbia di un antico e avido demone, un vecchio lupo, ancora a capo di un branco sebbene sia ormai prossimo alla fine, dà sfoggio di grande saggezza ammonendo i lupi più giovani, che aspirano al suo posto, ma che non conoscono ancora l’unica qualità che serve veramente a chi voglia comandare.
È una Siberia mitica, sospesa fra realtà e leggenda, quella che Nicolai Lilin ci propone nei brevi racconti contenuti in Favole fuorilegge, tramandati dalle generazioni passate e restituiti in una chiave narrativa più congeniale ai nostri tempi. Emerge l’essenza di una terra sconfinata, in cui regnano placidamente spiriti atavici, e nella quale freddo e silenzio amplificano la necessità di rapporti umani davvero autentici. Una terra che, in estrema sintesi, è nata libera e tale vuole rimanere: le brame dell’uomo, i suoi biechi propositi, il possesso di cui è instancabilmente assetato, sono semi che non attecchiscono in queste lande, difese da forze ultraterrene che, per vie spesso traverse, riescono sempre a mantenere un ordine. Inevitabilmente però questi racconti toccano anche la materia vivente, dagli esseri umani al regno animale, fino agli alberi, ai fiumi e al mare: sono questi gli attori che calcano il proscenio della natura, che compiono azioni spesso difficili da incanalare nei consueti canoni del bene, della giustizia, della purezza ma la cui forza, ora simbolica ora morale, tiene vivo quell’ideale di libertà e dignità che ha sempre la meglio sulle prevaricazioni e le disparità.
Se ci fermassimo all’elemento poetico, squisitamente letterario di questa raccolta di storie, non potremmo che apprezzare il lavoro di Lilin. Peccato però che dal recupero e dalla riproposizione di racconti tramandati da chi è venuto prima di noi – che altro non è se non il sedimento di una memoria collettiva, la condensazione di secoli di tradizione e di cultura – sia lecito aspettarsi qualcosa di più accurato e meno monocorde. Nessuna volontà di sminuire le qualità dell’autore, ma il mito del fuorilegge, del criminale onesto che, in osservanza di un ancestrale codice di vita, è l’unico in grado di preservare la propria terra e la propria gente da un destino malvagio e da individui abietti, non è altro che la fredda ripetizione dei contenuti dei suoi precedenti romanzi. E questa pesante, incombente spada di Damocle pende proprio sul lirismo delle storie narrate, di fatto limitandole, rendendole una troppo simile all’altra perché se ne possa apprezzare pienamente la carica simbolica e la forza del messaggio.
Un’occasione quindi parzialmente sprecata di presentare, in una società che sembra averne sempre meno a disposizione, figure concretamente mitiche e senza confini di tempo o di spazio.
Approfondimento
Il susseguirsi dei singoli racconti in Favole fuorilegge è scandito dai disegni che Nicolai Lilin stesso ha realizzato come modelli per alcuni tatuaggi (un’altra delle sue grandi passioni) e alla fine sono proprio questi tratti grafici a rappresentare un più originale elemento di interesse per il lettore. Nella ripetizione di alcuni simboli, nell’essenzialità di molte raffigurazioni dei volti – specie quelli femminili –, nell’utilizzo di dettagli quasi architettonici per strutturare le figure principali all’interno dell’illustrazione, si riconoscono gusto e ricerca espressiva. E il paradosso per cui attraverso il formalismo del disegno si riesce a catturare meglio lo spirito eversivo delle storie narrate è senza dubbio un risultato lodevole.
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