Autore: Guy de Maupassant
Pubblicato da Garzanti - 2008
Pagine: 255 - Genere: Classici
Formato disponibile: Brossura
Collana: I grandi libri
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Protagonista di Forte come la morte, quinto romanzo di Guy de Maupassant, è il famoso pittore salonnier Olivier Bertin. In giovane età l'artista aveva intrecciato una relazione con una nobildonna sposata, relazione che si è prolungata negli anni, rimanendo inalterata, fino al momento in cui i due non hanno avvertito l'avvicinarsi della vecchiaia. Il titolo è una citazione del Cantico dei cantici.
Olivier Bertin e Annette de Guilleroy si sono conosciuti in gioventù, quando la donna posava per un ritratto: i due hanno intrecciato subito una relazione, malgrado la donna fosse sposata. Diversamente da quanto, normalmente, accadeva nell’alta società parigina, questa relazione non si è interrotta dopo pochi mesi: Maupassant ci racconta quello che succede a Olivier e Annette dopo ben dodici anni di amore ininterrotto. La loro relazione è continuata, malgrado soprattutto Annette abbia sofferto, prima per la paura che Olivier avesse altre amanti, poi nel timore che il pittore, col passare degli anni, desiderasse prendere moglie, per ovviare alla solitudine. Uno dei grandi temi che viene trattato in questo romanzo è proprio quello, attualissimo, della solitudine di chi sceglie di non sposarsi, e di portare avanti una relazione non convenzionale.
Il pittore rimane più o meno fedele ad Annette, desiderandone sempre la compagnia: col passare del tempo, vorrebbe trascorrere giornate intere insieme a lei, sentirsi almeno per poco suo marito. La trama si complica quanto la giovane Annette, figlia della donna, torna a vivere a Parigi per fare il suo ingresso in società, dopo aver trascorso l’adolescenza in campagna con la nonna. La ragazza è bellissima, identica alla madre da giovane e al ritratto eseguito da Bertin. Per il pittore si apre una nuova stagione della vita. Da un lato, la vicinanza della ragazza, così simile alla madre, sembra rinfocolare il suo amore per colei che gli è stata accanto tanti anni, ma dall’altra sembra che si stia invece innamorando della giovane, che porta in sé tutto a ciò che ormai a Olivier è precluso.
La madre se ne accorge, e inizia per lei un periodo complicato, nel quale si ritrova a dover fare i conti con la consapevolezza della vecchiaia che si avvicina. Diventa schiava del trucco e degli specchi, ossessionata dal proprio aspetto. Maupassant descrive in maniera magistrale le emozioni dei personaggi, accostandole ai fenomeni della natura, senza tralasciare l’analisi, impietosa, della società parigina. Ho avvertito profondamente il dolore di Annette e la disperazione di Olivier, la sua confusione, la sua paura di analizzare e scoprire la realtà dei propri sentimenti. Maupassant ci regala anche alcune lettere dei due amanti: non c’è traccia di stucchevolezza, ma si coglie davvero la portata del loro grande amore, che è rimasto inalterato e forte fino alla crisi. Un amore che è cresciuto, che si è modificato col mutare
Per quanto mi riguarda, questo è uno dei romanzi più belli che abbia mai letto.
Approfondimento
Un altro aspetto di questo romanzo su cui vale la pena di spendere due parole è come Maupassant descrive il modo in cui i pittori vivevano all’epoca. È interessante la descrizione del giro al Salon che Olivier fa con Annette, ma soprattutto è degno di nota che verso la fine del romanzo l’artista si accorga di essere passato di moda, superato da “nuovi” artisti, che hanno un modo diverso di trattare il colore. Forte come la morte è del 1889, L’opera di Zola, romanzo in cui viene trattato il mondo della pittura, è del 1886: personalmente, ho notato diverse affinità tra i due romanzi.
Forte come la morte mi ha lasciato quindi la voglia di approfondire, di scoprire di più.