
Autore: Ryan Gattis
Pubblicato da Guanda - Marzo 2016
Pagine: 410 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narratori della Fenice

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La mattina del 29 aprile 1992 si conclude uno dei processi più celebri della storia americana: il tribunale di Los Angeles assolve i quattro poliziotti coinvolti nel pestaggio di Rodney King, un tassista nero che non si era fermato al loro ordine. Meno di due ore dopo il verdetto, la città di Los Angeles, una polveriera di tensioni razziali, esplode in una violenza inaudita. Questo è il romanzo di quelle giornate.

Non potremmo andare tutti d’accordo? Non potremmo smettere di rendere la vita impossibile ai nostri vecchi e ai nostri bambini?.
Alla domanda su cosa avesse spinto a scrivere Giorni di fuoco, Ryan Gattis ha risposto:
La percezione predominante di Los Angeles è quella della città del sole, delle spiagge con le palme, di Hollywood e Beverly Hills. Ma la povertà esiste anche lì, come il gangsta rap attesta rumorosamente. In alcuni angoli di questa vasta contea tanta gente fatica a sopravvivere: volevo puntare una luce sull’umanità e sulla difficoltà di questa battaglia quotidian.
Questo romanzo, tradotto da Katia Bagnoli, è proprio la cronaca di quei giorni, una cronaca in presa diretta fatta in prima persona dai personaggi che raccontano ognuno la propria visione dei fatti, la propria parte in questa storia che si dipana in sei giorni di violenza urbana. Protagonista principale è la città stessa, Los Angeles, che vede scorrere sulle sue strade le gang di delinquenti che approfittano della confusione per regolare vecchi conti in sospeso, appiccare incendi con molotov, rapinare armerie, super-market e uccidere nemici. Non sono solo i cattivi i protagonisti, c’è spazio anche per le cosiddette istituzioni come i vigili del fuoco, gli infermieri e i soldati ma sono ruoli marginali che servono più che altro a dare la visione di insieme di quei giorni dove come si è già detto la Los Angeles violenta aveva preso il sopravvento.
In sintesi, Giorni di fuoco si può definire un romanzo incendiario e devastante proprio come la rivolta che racconta.
Approfondimento
In Giorni di fuoco si può percepire la differenza sostanziale che esiste tra la Los Angeles delle classi agiate che vivono nei quartieri residenziali e quella che popola i sobborghi, e in particolare in questo estratto dai pensieri di uno dei membri della gang protagonista si sottolinea questo concetto:
Comunque lui (il giornalista che in TV commenta la cronaca degli avvenimenti) va avanti a dire che questa non è la sua America, non è l’America che conosce e ama e in cui crede. Devo aver riso di quell’ignorante, uno che vive da così tanto tempo nei quartieri residenziali che non sa più cosa cazzo è la realtà: Benvenuto nella mia America, cabron.
Molto facile da leggere, ben scritto, scene crude che non risparmiano particolari e dettagli anche efferati. Tanti personaggi, belli, ben descritti e che spesso durano troppo poco giusto il tempo di conoscerli per poi essere portati via dal flusso inarrestabile degli eventi.
I fatti accaduti nel 1992 sembrano essere lontani, irripetibili invece dovrebbero servire da monito, questo tipo di tensioni, razziali, economiche, di classe, sono ancora presenti e continuano a vivere sottotraccia. Questo romanzo ci ricorda cosa potrebbe succedere e ripetersi se non si adottano misure preventive; una per esempio, è stata quella di far leggere questo romanzo ai ragazzi nelle scuole di Los Angeles, perché la memoria resti viva.
Massimiliano Zurlo