
Autore: Percival Everett
Pubblicato da La nave di Teseo - Marzo 2023
Pagine: 448 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Oceani
ISBN: 9788834613832
ASIN: B0BZ9JGJXV

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
📗 Trovalo usato
✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
Siamo a Money, Mississippi, nel profondo sud degli Stati Uniti, dove il razzismo è ancora all'ordine del giorno e la mentalità non sembra cambiata molto pur essendo nel ventunesimo secolo. La tranquillità della cittadina è turbata da una serie di omicidi tanto inquietanti quanto strani. Accanto ai corpi orribilmente mutilati di due bianchi, viene ritrovato lo stesso identico cadavere di un uomo di colore che sparisce dalla prima scena del crimine per poi ricomparire nella seconda. Cosa sta succedendo? E perché simili delitti identici a questi si stanno verificando anche in altri Stati? Ci troviamo di fronte a una cospirazione contro i “bianchi” o si tratta di spirito di emulazione? Riusciranno gli agenti mandati sul posto per indagare a venire a capo della situazione e a capire cosa lega fra loro questi brutali crimini?

Niente può cambiare quello che è accaduto.
Nella cittadina di Money, Mississippi, vengono ritrovati, a distanza di poco tempo, i cadaveri di due bianchi, con accanto il corpo orribilmente sfigurato di un giovane di colore, che appare sia nella prima che nella seconda scena del crimine, dopo essere scomparso dalla cella mortuaria in cui è stato messo dal medico locale. A seguito della scomparsa del cadavere del giovane di colore vengono inviati ad indagare due agenti, di colore, Ed Morgan e Jim Davis del Mississippi Bureau of Investigation (MBI) che si trovano subito a dover affrontare l’ambiente razzista e ignorante della cittadina. “Lo sapete che qui siamo a Money, Mississippi” o “Come si fa ad arrivare a Money, Mississippi” è una frase ripetuta più volte nel corso del libro Gli alberi, perché all’autore Percival Everett bastano quelle parole per far capire tutto. Gli omicidi non sono finiti, perché anche in altri Stati vengono ritrovati i corpi di alcuni bianchi orribilmente mutilati, con al loro fianco corpi di neri sfigurati. A seguito di questa ondata di criminalità viene mandata a Money l’agente dell’FBI, sempre di colore, Herberta Hind, a controllare la situazione. Mentre la situazione si fa sempre più ingarbugliata, i nostri agenti dovranno cercare di capire cosa sta succedendo.
Gli alberi è un libro crudo, dal linguaggio scurrile, ma al contempo ironico e sarcastico. Questa ironia serve a stemperare l’atmosfera, altrimenti pesante, che si respira nel romanzo. L’autore riesce a rendere perfettamente la mentalità ancora retrograda e razzista, pur essendo la vicenda ambientata ai giorni nostri, che si respira in alcune città americane. Il libro si legge bene, anche se i crimini sono descritti nella loro cruda realtà, e altrettanto cruda è la mancanza di sensibilità nei confronti dei corpi ormai senza vita di alcune persone di colore. La storia narrata fa riflettere e ti fa domandare com’è possibile che nel ventunesimo secolo sia ancora possibile avere una mentalità così chiusa e becera.
Approfondimento
I personaggi si incastrano bene nella vicenda narrata. I due agenti di colore, Ed Morgan e Jim Davis, affiancati dall’agente speciale Hind, sono consapevoli di trovarsi in un posto ancora altamente razzista, ma vivono bene la situazione e riescono a riderne sopra. Al contempo si dimostrano molto più in gamba e aperti dei “bifolchi” bianchi.
“Avete visto la croce che bruciava ieri sera?” chiese.
“Quella era una croce?” Jim scosse il capo. “Non avevo capito cosa fosse. Pensavo a un’auto in fiamme o qualcosa del genere.” Ed tornò con il suo kit.
“Ed,” disse Jim, quel fuoco di ieri sera era una croce bruciata.”
“Sul serio?” chiese l’omone. “Volete dire come una croce bruciata dal KKK?”
Jim si rivolse a Jetty per una risposta. Lo sceriffo annuì.
“Mi spiace non averlo saputo,” disse Jim. “Mi sono dimenticato di spaventarmi.”
“Già, è un vero peccato,“ disse Jetty.
Jim sorrise. “Be’, magari la prossima volta.”
Silvana Bistrattin