
Autore: Valerio Varesi
Pubblicato da Mondadori - Ottobre 2019
Pagine: 362 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Il giallo Mondadori
ISBN: 9788804717638

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“Ci sono persone che cercano la clandestinità e altre che la ottengono senza intenzione.” Chi sono gli invisibili? Coloro che non hanno nome, che non hanno identità, o semplicemente coloro che sono stati dimenticati, o che nessuno ha mai riconosciuto.
Questo accade al cadavere di un uomo che per tre anni è rimasto in una cella frigorifera in attesa che qualcuno ne desse un riconoscimento, ne desse dignità.

«Il nome è importante» sussurrò Soneri, «non averlo è come non essere mai esistiti. Invece conservarlo, anche senza essere più quelli di prima, anche scomparendo, significa esserci stati. Anche per chi pensa che con la morte tutto finisca. La nostra commediola in questo mondo un titolo deve pur averlo, no?»
Così esordisce il Commissario Soneri, in questa indagine sulle rive del Po, in una Bassa dove la nebbia nasconde e il fiume restituisce.
Soneri prende a cuore un uomo ritrovato nel fiume con il cranio spaccato, suicidio o omicidio?
La gente del fiume racconta che tanti in quelle anse cercano “l’ultima spiaggia”, dove la fanno finita con la vita, ma Soneri non ne è convinto questa volta. Più di tre anni sono passati, e nessuno l’ha cercato; un cadavere senza identità che per la burocrazia verrà sepolto sotto una lapide con su scritto S89.
Il Commissario Soneri non ci sta. Ognuno a diritto a un’identità e non essere sepolto ed etichettato con una sigla e un numero, perciò indaga sul caso, ma la gente del fiume non è molto propensa ad aprirsi. All’inizio il caso si fa complicato, ma Soneri non demorde, troppi segreti e cose non dette aleggiano nell’aria, coperte da una nebbia inesorabile. Ma il fiume sa, conosce e aspetta, e nelle notti di piena riporta a galla vecchi tesori che forse e solo forse dovrebbero rimanere sepolti.
Gli invisibili è un libro a tratti riflessivo, a volte ironico, ma direi alquanto geniale. Mi ha ricordato molto i libri di Agatha Christie, riprende in qualche modo il suo stile. Un giallo che riesce a tenere la tensione costante, non ha un inizio fiacco per fare poi un’impennata e scendere nel finale, come spesso accade con alcuni gialli o thriller. La scrittura è scorrevole e piacevole, e Varesi riesce a farti entrare nella storia, ad annaspare tra la nebbia, e a farti sentire quasi addosso l’umidità del fiume, accompagnandoti con i vari personaggi in un labirinto di Dedalo fino alla sua conclusione forse scontata, o forse no. Ma come dice Soneri: alla fine, hanno vinto gli altri, i sopravvissuti, i cinici, gli indifferenti. Noi siamo quelli che raccogliamo i morti dopo la battaglia.
Approfondimento
La figura del commissario Soneri ricorda molto gli ispettori dei gialli televisivi, ironico, geniale, umano. È in primis un poliziotto e cerca la verità dove nemmeno i suoi colleghi tre anni prima erano riusciti.
Ma lui non è come tutti, è quel tipo di persona che ama il lavoro che fa, ma allo stesso tempo non “scade nella monotonia” della routine, rimane ancora umano, e vuole oltre a cercare la verità, dare un’identità al corpo trovato sul fiume, perché è giusto che abbia un nome, è l’unico segno che in qualche modo è esistito, e non è solo un invisibile tra tanti.
Ma le cose sono complesse, diversi sono i personaggi che ci troviamo ad affrontare, gente del fiume, con le proprie credenze, le proprie convinzioni. Soneri indaga, sconvolge, a volte annaspa tra la realtà e la finzione di quell’universo fluviale sfuggente e cedevole dove niente era solido e in tutto si sprofonda: nebbia, sabbia, argilla e acqua.
Ma la verità la sanno tutti e pian piano tutti i tasselli vanno al loro posto.
Giallo molto interessante, di un autore che non conoscevo e che sicuramente ho apprezzato, dalla scrittura fluida che mi ha accompagnato in un pomeriggio piovoso, che mi ha letteralmente catapultato nella nebbia e nella pioggia della Bassa di Folli. Sicuramente un libro consigliato, per tutti i gusti di lettori e per quel che mi riguarda, da approfondire prossimamente con altre letture di Valerio Varesi.
Giuseppina Guerra