
Autore: Gianluca Morozzi
Pubblicato da Tea - Febbraio 2021
Pagine: 224 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narrativa Tea
ISBN: 9788850258482

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Libraio per quelle poche persone che ancora osano comprare dei libri e detective privato che tenta di risolvere i casi più spinosi. Vilo Vulcano è il nostro eroe dal duplice volto, alle prese questa volta con un apparente caso di suicidio involontario: una persona che si è murata viva in uno scantinato.

Come finiva La vita agra? Lo so a memoria: «Poi il sonno è già arrivato e per sei ore io non ci sono più». Magari. Magari non esserci per sei ore.
Nelle vie meno frequentate di Bologna si trova una libreria indipendente, di quelle che prediligono romanzi poco conosciuti o spesso marginalizzati, che fugge dal titolo del momento: la Boutique del mistero. Il libraio è Vilo Vulcano, un individuo a dir poco eccentrico immerso nel suo universo di carta stampata e in perenne debito con qualcuno, tanto che, per non scegliere tra le bollette della luce e il digiuno, decide di intraprendere una carriera in proprio da detective privato. La sua non è un’attività precisamente legale, per ciò gli si presentano i soggetti più particolari, con casi spesso estremi e crudi. Ad accompagnarlo nelle sue deduzioni, un “Watson” altrettanto improbabile: l’Orrido, magnifico personaggio pieno di risorse e di carattere, un motociclista metallaro sveglio e donnaiolo. La vicenda principale si apre con un macabro caso: un uomo si è murato vivo ed è morto di stenti durante un numero di escapologia, tentando di superare la sua irraggiungibile rivale Prisma.
Questo sarà il pretesto per scoprire altre indagini del detective tra le stradine di una Bologna spietatamente reale, con riferimenti letterari intelligenti e altrettanti vivi rimandi alla musica di quartiere e alla cultura sci-fi. Attraverso i molteplici racconti ci avviciniamo lentamente anche al passato oscuro, a tratti noir, di Vilo, un’anima ancora tutta da scoprire nei prossimi capitoli della serie.
Approfondimento
Morozzi costruisce in Prisma un universo di personaggi eccentrici e dai tratti spiccati, la cui psicologia si riflette in maniera esplicita nel comportamento: Vilo, l’eroe che svolge una duplice attività tra quella evidente e quella nascosta, è anche personalmente diviso tra un’esteriorità apparentemente normale e privati risvolti fisici e psicologici, legati al suo oscuro passato. L’Orrido è come il suo complementario: un motociclista che fugge dagli stereotipi dell’individuo rozzo e solitario, interessato invece alla letteratura e organizzato perfino nelle relazioni occasionali con le donne.
La narrazione è sorretta da uno stile brillante e rapido, molto ironico, disinteressato agli arzigogoli descrittivi. Osserviamo ogni avvenimento dagli occhi di Vilo, in prima persona, e attraverso le sue deduzioni viviamo un’ambientazione al limite del surreale, in cui però ci si vorrebbe addentrare di più: come quell’angolo buio dello scantinato, che da bambini incute un’irrazionale e immotivata paura, ma che allo stesso tempo incuriosisce più di ogni altra zona illuminata dalla noiosa luce della realtà.
Ma adoro sentire le storie improbabili dell’Orrido, perché in fondo una bella storia inventata è più importante di una brutta vicenda reale,
Matteo Longoni