
Autore: Andrea Camilleri
Pubblicato da Salani - Novembre 2018
Pagine: 200 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Fuori collana

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
Andrea Camilleri ci regala dodici piccoli e splendidi ritratti di animali che in un modo o nell’altro hanno fatto parte della sua vita. Sono racconti pieni d’amore e di rispetto verso un mondo straordinario che andrebbe sempre guardato con infinita ammirazione.

Abbiamo imparato ad amare Andrea Camilleri per quel piccolo mondo chiamato Vigàta, con la sua costellazione di personaggi la cui orbita ruota intorno al commissario Salvo Montalbano. Nei racconti di I tacchini non ringraziano, lo scrittore di Porto Empedocle ci dà le chiavi per aprire uno scrigno più personale, potremmo anche dire più intimo. Ci viene infatti offerta la possibilità di avvicinarci, quasi sfiorandoli, ad alcuni suoi ricordi: episodi di vita quotidiana, piccoli frammenti del passato pronti a riemergere e a tornare vivi e tangibili.
Se veramente un giorno riusciremo a sapere quale opinione hanno di noi gli animali, sono certo che non ci resterà da fare altro che sparire dalla faccia del pianeta, sconvolti dalla vergogna.
C’è un filo conduttore a legare questi racconti: il mondo animale. Non pensiamo ad uno zoo personale dell’autore, luogo che lo stesso Camilleri confessa di non amare. Immaginiamo invece uno scatolone colmo di vecchie foto che hanno saputo conservare la nitidezza originale nonostante il trascorrere degli anni. Una nitidezza che scaturisce dai soggetti di quegli scatti: che si tratti di gatti, cani, cardellini, tigri o tacchini siamo infatti sempre davanti a creature meravigliose, capaci di farci da maestri suscitando in noi, allo stesso tempo, forti emozioni. Perché c’è qualcosa che ispira un sentimento più complesso della mera commozione nell’amicizia creatasi tra un gatto e un cane costretti a vivere di stenti per strada. In quel cane che, quasi senza forze, si preoccupa di sfamare prima il suo compagno felino e, solo in un secondo momento, si ricorda di rifocillarsi un po’.
Possiamo porci mille interrogativi: chiederci se anche noi avremmo fatto lo stesso, ripeterci come un mantra che gli animali vivono d’istinti, non potendo provare sentimenti. Oppure possiamo fare un passo indietro e impegnarci, per una volta, a non emettere giudizi (d’altronde nessuno ci sta chiedendo di farlo), limitandoci a seguire Camilleri lungo il cammino delle sue storie. Osservarlo mentre tenta di raggiungere i due tacchini appena adottati (su suggerimento di un vicino) per sterminare le vipere e già pronti alla fuga; accompagnarlo all’alba durante una battuta di caccia e stupirci insieme a lui dell’astuzia posseduta da un esemplare di lepre maschio, pardon di “lepro”! E poi ancora vederlo incontrare animali diversi che per una ragione o per l’altra hanno incrociato la sua strada decidendo di non abbandonarla. Perché, come lo stesso Camilleri ci ricorda, “non siamo noi a scegliere un animale per compagno, ma è lui che sceglie noi”.
Approfondimento
Mentre leggiamo I tacchini non ringraziano ci sembra quasi di vedere Andrea Camilleri seduto accanto a noi, magari davanti a un camino acceso, impegnato a recuperare vecchi episodi e a riportarli in superficie. Sentiamo il suo affetto in ogni pagina di questo libro, percepiamo l’amore incondizionato che ha provato per gli animali di cui ci racconta aneddoti e peripezie. Sentiamo il suo essere grato alla vita per avergli permesso di percorrere un pezzo di strada con il gatto Barone, con il cane Aghi, con il pappagallino Pimpigallo… e sentiamo la sua ammirazione verso un mondo complesso e bellissimo, cui troppo spesso a causa della nostra cieca supponenza non dedichiamo la dovuta attenzione. E in tutto questo non manca mai quella nota ironica capace di farci sorridere e divertire, trasformando una lacrima di commozione in una di scanzonata ilarità. Al termine dei suoi racconti, Camilleri non aggiunge una morale come quelle che caratterizzano le favole di Esopo, ma è in ogni sua parola che possiamo trovare un motivo di riflessione, uno spunto di cui fare tesoro.
Penso davvero che Camilleri con I tacchini non ringraziano ci abbia regalato un libro bellissimo, da leggere e rileggere. Da soli o in compagnia. Da leggere ai bambini prima di andare a dormire per insegnare loro ad amare e rispettare gli animali. Sempre. Per insegnargli che in natura il “pesce-bastoncino”, il cui habitat prediletto sembra essere il bancone frigo dei supermercati, non esiste. E per fargli scoprire che invece, inaspettatamente, i polli non sono prodotti da fabbriche specializzate nelle due diverse varianti di “pollo crudo” e “pollo arrosto”, ma esseri viventi fatti di carne e sangue, proprio come noi.
[amazon_link asins=’8838937966,8838937109,B07KJ9KS6Y,B07JC4RY4Y,8845297756,B06XDM8DCQ,8838910170,8838923299′ template=’ProductCarousel’ store=’leggacolo-21′ marketplace=’IT’ link_id=’2b2c1441-c7d8-49d2-b74c-a026694b1042′]