
Autore: Marco Malvaldi
Pubblicato da Sellerio - Giugno 2020
Pagine: 272 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: La memoria
ISBN: 9788838940514

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
🎬 La video recensione su Youtube
Dintorni di Firenze, 1900. Un fine settimana, in un sontuoso castello, all’insegna del buon cibo e non solo. L’obiettivo è soprattutto quello di stringere accordi commerciali importanti. E quando, all’interno della rilassata e allegra combricco-la ci scappa il morto, le intuizioni di Pellegrino Artusi, con il suo sorriso sornione, nascosto da un paio di baffi austro-ungarici, sono in grado di fare la differenza e di dipanare una matassa piuttosto intricata.

Se siamo preparati in ciò di cui si parla, il nostro dovere è fare; nel caso contrario, credo che sia nostro preciso dovere l’astenerci dal fare qualsivoglia cosa, di quelle che si fanno pur di non apparire indifferenti. Questa nostra società funzionerebbe assai meglio se ognuno si sforzasse di fare al meglio ciò che sa fare, tentasse di imparare ciò che non sa fare, e avesse sempre ben presente ove si trova il confine tra queste due cose.
Alla tavola di Secondo Gazzolo, imprenditore di un’industria conserviera che ambisce a conquistare nuovi spazi sul mercato estero, si riuniscono, per un fine settimana fatto di buon cibo e di affari, uno scienziato, un ragioniere che si occupa di prestiti e di assicurazioni- accompagnato dalla figlia che l’uomo vuole assolutamente accasare con uno dei convitati-, un banchiere grasso e non più giovanissimo e un delegato italiano del consiglio che regola gli accordi tra Europa e impero Ottomano accompagnato da un subalterno turco.
Completa questa allegra combriccola Pellegrino Artusi, nella sua doppia veste di esperto di cibo (e di chimica) e commerciante di tessuti. Le discussioni, a tavola, tra i commensali, sono accese e mostrano i diversi punti di vista degli invitati; tuttavia il clima appare sereno e gioviale.
Quando però uno degli ospiti viene trovato morto nella propria camera – chiusa a chiave dall’interno ed inaccessibile per chiunque- il sospetto serpeggia tra gli ospiti, nessuno escluso.
Servirà la necessaria presenza di un delegato di pubblica sicurezza- già vecchia conoscenza dell’Artusi- che con i suoi ragionamenti, le sue supposizioni, gli interrogatori serrati a tutti i presenti, servitù compresa, e le conseguenti inattese scoperte, riuscirà a far luce su quanto accaduto e , grazie anche ad una felice intuizione dell’arguto Pellegrino Artusi, sarà in grado di mettere al proprio posto ciascuna pedina di quello che fin da subito si rivela un complicato puzzle e di risolvere il caso.
“Vedete, signor Aliyan, qualche giorno fa mi è stato chiesto se io vedo il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto…Ma per riempirlo, occorre capire cosa ci entra, ancora. E per me, signor Aliyan, per dove sono arrivato, questo è il momento del caffè. Mi sono reso conto, in questi giorni, che ho passato buona parte della mia esistenza a comprare e vendere, e non credo di aver voglia più di continuare. C’è ancora spazio, certo, ma per altre cose, delle quali ho più bisogno.”
Divertente, e con un intreccio interessante, il romanzo di Marco Malvaldi rivela la particolare abilità dello scrittore nel delineare i personaggi della storia e nell’esprimere il pensiero dell’epoca, anche attraverso le pagine del diario di Artusi, infarcite di considerazioni che si pongono oltre i confini della tavola e, pur riferendosi a situazioni legate al secolo scorso, spesso sono quanto mai attuali.
Il borghese Pellegrino, secondo giallo con cui Malvaldi omaggia il noto gastronomo – con Odore di chiuso, nel 2011, ricordava il centenario della morte di Artusi, mentre con questo secondo lavoro celebra il bicentenario della nascita, avvenuta nel 1820- è una lettura gustosa, esattamente come le famose ricette dell’ironico ottantenne romagnolo con i baffi all’insù, la battuta sempre pronta e lo sguardo attento, arguto e vivace.
Approfondimento
Così come per un buon piatto, uno di quelli ben descritti dal gastronomo più famoso del secolo scorso, è necessario trovare il giusto equilibro tra le varie materie prime, allo stesso modo Malvaldi è riuscito a regalare ai lettori una storia avvincente, divertente e godibile grazie alla sua abilità nel dosare gli ingredienti giusti, quelli che fanno di un libro un buon libro.
Primo fra tutti, la capacità di creare un buon intreccio e di saperlo raccontare, ricreando con l’uso accorto delle parole e dei termini giusti l’atmosfera della belle époque che fa da sfondo alle vicende narrate.
Poi, l’abilità dell’intrattenitore. Malvaldi è un maestro nell’offrire, con i suoi scritti, qualche ora di piacevole spensieratezza, da trascorrere in compagnia di pagine a volte un po’ sfacciate, ma assolutamente spassose.
Infine, il colpo di scena e l’intuizione. Sì, perché, come in ogni giallo che si rispetti, quando la situazione è in stallo, basta una semplice scintilla per oliare il meccanismo, far ripartire l’ingranaggio ed arrivare alla soluzione, che spesso è più semplice di quanto si pensi.
Con tre semplici ingredienti, quindi, Malvaldi è riuscito una volta ancora a creare una storia che, anche se in alcuni momenti risulta un po’ rallentata, è comunque piacevole e divertente, condita al punto giusto e pronta per essere assaporata.
Connie Bandini