
Autore: Carmen Laterza
Pubblicato da Amazon - Dicembre 2023
Pagine: 282 - Genere: Narrativa, Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9781803310558
ASIN: B0CP9Y9DQY

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Dopo la perdita del marito Marco, Chiara si sente sommersa dal dolore, ma un incontro casuale con Oscar, un anziano gentile, le offre un rifugio per esprimere il suo dolore senza giudizio. Attraverso le conversazioni con Oscar, Chiara comprende che il dolore è universale, ma anche necessario per ricordare l'amore e la vita. Accettare il lutto non come un problema da risolvere, ma come un sentimento da abbracciare diventa il percorso per rinascere e abbracciare l'eredità degli affetti lasciata dai nostri cari.

Lo conosco a memoria il mondo degli indifferenti, degli ingenui, dei mai contenti. Ne ho fatto parte per più di cinquant’anni. Più di cinquant’anni a lamentarsi che non è mai abbastanza, a spuntare le liste interminabili di cose da fare, a correre dietro al tempo farcito di urgenze inventate, a rispettare scadenze, convenevoli, mode. A credersi immortali, senza pensare mai che l’eternità sarebbe una condanna se non spettasse anche agli altri.
Il caffè degli addii è un romanzo incentrato sul significato che attribuiamo al tempo ed è per questo che vengono impiegati episodi luttuosi per evidenziare come anche quello che resta dopo la sofferenza non debba essere annullato, ma vissuto cercando di spingere in avanti la speranza e la voglia di vivere senza lasciarsi andare all’arrendevolezza. La storia molto triste tenta di risvegliare nel lettore assopiti ricordi e ci riesce molto bene; dunque, forse si è poco oggettivi leggendola, ci si fa prendere dalla nostalgia e dal timore di perdere i nostri cari.
Chiara a seguito della morte del marito Marco avvenuta non per caso, ma dopo diversi mesi di sofferenza, sembra non riuscire a recuperarsi, la mancanza la annichilisce e niente sembra avere su di lei un peso significativo, gli amici Paola, Michele e Luca cercano di distrarla, ma lei non si scompone, la sua è una assenza immancabile fatta di riti e quotidianità.
Mi sembra che la stanza alle mie spalle mi spinga contro il vetro, che non contenga più una sola molecola d’aria, come se improvvisamente mi trovassi a migliaia di metri di altitudine. Qualcosa là fuori mi dice che in questo affanno non posso vivere né sopravvivere né resistere ancora di più. Dopo così tante settimane trascorse chiusa tra queste quattro mura, a rincorrere i ricordi, a sollevare uno dopo l’altro gli strati della vita, scandagliandoli fino allo stordimento, dormendo male, mangiando appena, senza mai guardarmi allo specchio, dopo così tanto tempo il mondo là fuori mi sembra un miraggio, come l’orizzonte liquido sull’autostrada rovente d’estate.
La casa dove fino a pochi mesi fa vivevano insieme resta così, con anche la polvere negli angoli e sui mobili, ferma come se il tempo appunto, questo tempo che ci concede tanto ed anche molto poco, si sia fermato a quel giorno in cui Marco viene ricoverato in ospedale.
Sotto il velo impalpabile di polvere che da settimane lascio depositarsi sui mobili, sul bordo largo delle finestre, sulle scale di rovere, sui tappeti spessi, tutto è immobile, all’abbandono. Tutto è incolore, bidimensionale, indifferente, eppure impregnato dei nostri ricordi.
Fortuito e anche ragionevole sarà l’incontro fra Chiara e Oscar un anziano signore che come lei ogni mattina si reca al supermercato a fare la spesa, una spesa più che altro fittizia. I racconti di Oscar e la moglie Loretta sapranno addentrarsi nel cuore della giovane Chiara e ammorbidirne l’umore, insieme riusciranno entrambi a superare le perdite e a dare luce al presente.
All’improvviso mi accorgo che di fronte a me, dall’altro lato del reparto della frutta, un uomo anziano mi sta guardando. Se ne sta là, immobile e sorridente, e sembra aspettarmi. Eppure, non lo conosco, sono certa di non averlo mai visto prima, il suo viso smunto non mi dice nulla. È di un’eleganza antiquata, con un foulard di seta bordeaux intorno al collo, e la giacca di tweed chiusa per bene sul davanti, i capelli ordinati e corti sulle tempie. Non si muove, e resta là a sorridermi, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, come se mi conoscesse, e senza neanche un’ombra di stupore.
Oscar farà entrare Chiara in un gruppo di sostegno capitanato da Don Francesco nel quale avrà modo di sfogarsi e liberarsi dall’opprimente solitudine. Le sue sofferenze così sostenute insieme diverranno più leggere e sarà più semplice poi partecipare a colazioni, pranzi e cene in compagnia degli amici storici, la Pasqua sarà un momento in cui Chiara avrà modo di confrontarsi ancora con l’amata Paola.
Quando anche Oscar lascerà la vita dei vivi la perdita trasformerà Chiara in una donna più forte e capace di affrontare lei stessa la tristezza degli altri, da quel momento sarà lei a frequentare il supermercato e la caffetteria adiacente per far sorridere una persona che come lei prima aveva smesso da troppo tempo di farlo.
Approfondimento
Ed eccoci seduti al Caffè, a uno dei tavolini contro la vetrata grande dalla quale si vede il parcheggio laterale e poi una fila di palazzi nuovi di zecca con i terrazzi già pieni di verde. Lontano, all’orizzonte, la linea sottile e scura delle montagne.
Il caffè degli addii non è solo un titolo, ma è anche luogo, quotidianità e vivacità del prosieguo, il momento per rivivere e ricostruire, così un luogo diventa l’occasione per recuperare il tempo.
Una scrittura leggera ed empatica che scalda anche i cuori più gelidi e che al contempo racchiude profonde riflessioni sulla frenesia della quotidianità, riportando attenzione sugli affetti, sulle emozioni e sulle esperienze. In un mondo fatto di disattenzione, i ricordi portano indietro e spingono a ripensare alla futilità di atteggiamenti privati di profondità.
Con tutte le volte che sono venuta a fare la spesa, non mi sono mai fermata qui, gli dico, andavo sempre di corsa. Anzi, spesso mi chiedevo dove lo trovasse la gente il tempo per sedersi al tavolino di un bar. Ah, il tempo! dice lui pensieroso. Chi ne ha tanto, chi ne ha poco, chi lo perde, chi lo risparmia, chi lo fa fruttare, chi lo butta. È una faccenda complicata, il tempo.
Nausicaa Baldasso