
Autore: Andrea Maggi
Pubblicato da Piemme - Marzo 2021
Pagine: 170 - Genere: Saggi, Saggio letterario
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9788856679670

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“Per la maggior parte degli studenti italiani il nome di Manzoni è uno dei tanti da archiviare nella cartella «Chissenefrega». Nato, morto, autore di opere importantissime, certo, ma del tutto inutili se il tuo sogno è diventare pro gamer su YouTube o influencer su TikTok.”
La domanda che frulla in testa è: Come si può spiegare alle generazioni del 2000 l’opera “I promessi sposi” del fu Alessandro Manzoni? Come far comprendere ai ragazzi che un giovanotto nato due secoli orsono, abbia scritto un’opera ambientata nel 1600 che rispecchia appieno i nostri giorni? E che soprattutto è un personaggio così attuale da fare quasi impressione. Proviamo a scoprirlo!

Non è l’autore a creare la verità, poiché essa già esiste. L’autore racconta una storia e attraverso essa può svelare ciò che si cela sotto la fitta coltre dell’apparenza dapprima a sé stesso e poi all’umanità intera.
Sarà per questo motivo che Manzoni si sarà cimentato nello scrivere le sue opere, tra le quali spicca quella sua più famosa dei Promessi Sposi, o mi piace immaginare che fosse stato così. Tutto inizia quando nel 2020 una pandemia blocca un intero paese, anzi interi continenti, proprio come nel 1630 l’epidemia di peste dilagò ovunque, gettando ombra al suo passaggio. Ed è proprio qui che, mentre ci barcameniamo tra didattica a distanza e coprifuoco, al Prof. Maggi viene in mente l’idea di cercare di avvicinare il mondo del trap, del pop e del rock passando per Clint Eastwood a questo grande pilastro della letteratura in modo da portarlo più vicino ai ragazzi, ma anche a quegli adulti che vorrebbero ricominciare a leggerlo, magari in una chiave più libera dagli stereotipi che l’hanno sempre avvolto rendendolo ostile a tanti di noi nel corso degli anni. E così che il prof chiede ai ragazzi di scrivere una lettera al Manzoni… e Martina esordisce:
Egregio Alessandro Manzoni, Le scrivo una lettera dal futuro, perché credo che Lei in qualche modo riesca a comprendere quello che oggi sta accadendo….
La cosa di cui sono sicura è che le orecchie le saranno fischiate di certo, perché a distanza di secoli le sue parole ci sono state di aiuto e forse per la prima volta ci siamo davvero potuti mettere nei panni dei suoi personaggi, perché abbiamo toccato con mano una tragedia così grande, molto simile alla peste di cui Lei ha tanto parlato.
Io spero nel lieto fine, come nel migliore dei romanzi, e mi auguro che questa epidemia lasci un segno come nuovo punto di partenza, verso una vita più consapevole di ciò che conta, di ciò che ci serve, di ciò che dobbiamo rispettare tutti.
La saluto con tanto affetto e La ringrazio per il grande lavoro che ha fatto tanti anni fa, ma che ancora oggi tutti gli studenti italiani, e non solo, leggono imparando sempre cose nuove.
Una lettera di sicuro effetto, chissà se il Manzoni avrà apprezzato anche dall’aldilà.
Il cuore indocile può sembrare un libro impegnativo ai più, ma non lo è affatto credetemi. È un libro che crea meraviglia e apre di sicuro una finestra su un mondo nuovo, dando una chiave di lettura diversa del romanzo I Promessi Sposi del fu Alessandro Manzoni. Racchiuso in 170 pagine, troviamo a mio avviso un piccolo capolavoro, quella ciliegina sulla torta che dà quel tocco di dolce “non so che” del Prof. Maggi che da una parte, come tutti i docenti durante il look down, cerca di trovare espedienti per tenere alta l’attenzione dei ragazzi, e dall’altra invece prova a dare nuova vita ed attualità ad un romanzo che chissà come riesce pesante ai ragazzi al liceo, forse perché bisogna leggerlo per forza. Vi dirò, a me al liceo piacque molto.
Approfondimento
Manzoni non si sente superiore ai suoi personaggi, ma si cala sul loro stesso piano e prende parte ai loro drammi. Anzi, i loro drammi sono stati i suoi stessi drammi. Per questo Manzoni è il narratore per eccellenza. Come i migliori tragediografi, non può non essersi commosso dinanzi alle sventure dei protagonisti della sua stessa opera: le sventure dei suoi personaggi sono le sue medesime, come anche quelle del pubblico.
In questo piccolo capolavoro, mi piace chiamarlo così, Maggi attraversa le vicende di vita del Manzoni, dalla famiglia poco presente nella sua vita, all’infanzia vissuta in una scuola cattolica, ai suoi primi scritti, trasferendo vicende vissute, nelle sue opere. E Maggi fa un’attenta analisi dei personaggi dei Promessi Sposi, e attraverso similitudini, li rende vicini a personaggi del mondo del Trap, del rock e del pop, che sicuramente saprete apprezzare meglio di me, che di musica mi intendo poco. Ma non solo, riesce a dare un immagina diversa anche della nostra Italia, lacerata da più fronti e probabilmente alla ricerca di un’identità che raggiungerà solo vent’anni dopo.
Se lo consiglio? Certo che si, forse impareremmo qualcosa di più da Il cuore indocile che non ha tempo e che lascia alle generazioni future dei messaggi chiari da non trascurare. Non so voi, ma io di sicuro riprenderò in mano il vecchio romanzo, per rileggerlo e chissà che Manzoni non venga a bussare anche alla mia porta, per raccontarmi le sue storie…
E come dice Maggi:
Questi sono gli insegnamenti morali che Manzoni, attraverso Renzo e Lucia, ci ha lasciato in eredità. Sono preziosi. Non gettiamoli alle ortiche.
Giuseppina Guerra