Autore: Francesco Piccolo
Pubblicato da Einaudi - Ottobre 2013
Pagine: 264 - Genere: Politica, Romanzo di formazione
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Supercoralli
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Un romanzo di formazione, nel quale Francesco Piccolo ci racconta non solo la sua presa di coscienza di essere parte di un tutto, ma anche l'intero cammino di una generazione: da Berlinguer a Berlusconi, l'autore ricompone qui i tanti pezzi della cultura dell'epoca.
Siamo in aria di Strega, il concorso forse più importante in ambito editoriale. Per restare in tema, vi proponiamo il libro di Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, che ha vinto la scorsa edizione del sospirato premio letterario. Una sorta di diario, un romanzo di formazione nel quale la voce narrante (e protagonista) cerca di capire il mondo e se stesso, il mondo in rapporto con se stesso, se stesso in rapporto col mondo. In quest’ottica, pur non avendo vissuto in prima persona i fatti narrati, per ovvi motivi anagrafici, è difficile non ritrovarsi in quelle pagine: se, infatti, è appurato che a livello biologico si nasce una volta sola, c’è un altro livello, quello della vita dell’uomo all’interno del suo tempo, per cui la nascita, o meglio, la ri-nascita, può accadere in ogni momento, a tutti. È l’attimo in cui ci si rende conto che la nostra esistenza è legata a qualcosa di molto più grande, che non riguarda solo noi, o anzi, che riguarda anche noi. E questo qualcosa di grande, di cui solo in quel momento ci si rende conto, è il Tempo, il “nostro tempo”, per il quale si provano sentimenti contrastanti: amore, odio, rabbia, partecipazione… e la vita sembra essere il modo in cui, ogni giorno, si sceglie di vivere il mondo che ci circonda.
Gli spunti di riflessione in Il desiderio di essere come tutti sono tanti, alcuni più convincenti, altri meno (mi riferisco, ad esempio, al concetto di superficialità come filosofia del vivere il presente), i personaggi sono piacevoli da seguire, la vicenda non tanto: la narrazione è molto lenta, e in alcuni punti risulta proprio pesante. Belle le analisi di coscienza e quelle dei fatti storici, ma eccessivamente ripetitivi alcuni passaggi (come quello relativo a Berlinguer).
In generale, e guardandolo da un punto di vista strettamente apolitico, non l’ho trovato un brutto libro, anzi, talvolta mi sono ritrovata a pensare che se fosse un manuale di storia contemporanea sarebbe uno studio piacevole. Uno studio però, non una lettura.
Rimango con una sorta di amaro in bocca: da un premio Strega mi aspettavo di più.
Approfondimento:
Il desiderio di essere come tutti viene considerato da molti il romanzo della sinistra italiana. Al riguardo ci sarebbe molto, moltissimo da dire, ma ho deciso di non toccare il lato più strettamente politico di questo testo: non per ragioni di convenienza, ma per il semplice fatto che sono apolitica, e, anzi, nutro un vero e proprio rifiuto per tutto ciò che è alla politica collegato. Per questo motivo mi mancano anche le competenze, o forse semplicemente l’ideologia, per poter fare una critica ben costruita del punto di vista politico.
Vorrei invece invitarvi, cari lettori, a cogliere i tanti spunti cinematografici che il libro offre. Francesco Piccolo, si sa, è anche un noto (e a mio avviso bravissimo) sceneggiatore, perciò, in questo che è il suo romanzo-confessione, la sua attività cinematografica, e la sua conoscenza in materia, occupano diverse parentesi. Invito tutti voi a vedere in particolar modo uno dei suoi film, fortemente legato a questo libro, Il caimano, film del 2006 diretto da Nanni Moretti, nel quale una giovane regista decide di raccontare la storia di Silvio Berlusconi.
Non resta che augurarvi buona lettura e buona visione!