Autore: Claudio Moretti
Pubblicato da Newton Compton - Maggio 2021
Pagine: 288 - Genere: Biografico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Grandi manuali Newton
ISBN: 9788822756718
ASIN: B093B9NG4B
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Divino e codino sono due parole magiche, musicali, fanno rima e hanno lo stesso numero di sillabe, 10. Sbagliato? Impossibile? Quando un ragazzo introverso e di poche parole riesce a far cantare un pallone, quando un’opera eternamente incompiuta ammalia i cuori ed entra di diritto nella leggenda, allora nulla è impossibile, nulla è sbagliato. Ogni poesia ha 10 sillabe. 10, Roberto Baggio.
Ma lui era un giro avanti, un ragionamento tecnico più in là. Una visione assoluta e perfetta del calcio.
Dagli allenamenti dopo una dura giornata di lavoro sino all’assoluta perfezione e maturità raggiunte a Brescia passando per il sogno azzurro, Claudio Moretti racconta Roberto Baggio. Lo fa con semplicità, tracciando una parabola composta di linee spezzate, perché Roby è una persona che nella vita privata ha percorso la via della semplicità, degli amori familiari, della riservatezza, ma che, come calciatore, ha cercato la gloria, i successi, l’approvazione del pubblico, dei presidenti, degli allenatori.
Moretti alterna le appassionate descrizioni dei gol, delle azioni, degli assist, alle pause sofferte che indugiano sui rapporti conflittuali con le tifoserie, sulle incomprensioni, sulla malinconia.
A giorni alterni prevaleva la fede o la disperazione.
L’autore adatta lo stile ai ritmi di gioco del divin codino, e vuole proiettare un film di quelli che non ci si può scordare, di quei film dove la storia va oltre ogni schema narrativo classico. La gloria è sempre lì a portata di mano, ma pronta a sfuggire ma quando si lascia afferrare emana un odore acre, amaro. Moretti è innamorato di Baggio, e attratto dalla sua vita di eterno incompiuto, di genio assoluto e assolutamente incompreso, e questa sua ammirazione trasuda da ogni parola, da ogni sillaba.
10, Roberto Baggio.
La barriera per Baggio era come la siepe di Leopardi. Sedendo e mirando interminati spazi di là da quella. Dietro la barriera c’era l’infinito.
Approfondimento
Il miracolo in cui riuscì Roberto Baggio in fondo fu proprio quello: esprimere il suo talento attraverso la fragilità e le debolezze, la timidezza e la malinconia.
Baggio a tratti stratosferico, geniale, Baggio pallone d’oro, Baggio trascinatore della nazionale. Il rischio per chi deve recensire il libro è quello di scrivere di Baggio.
Claudio Moretti lo sa e sfrutta la cosa a suo vantaggio, si fa guidare dall’entusiasmo, dall’empatia, della delusione. Trasporta pari pari le sue emozioni sulla carta, nero su bianco, o meglio sarebbe dire bianco su nero. Il divin codino è un libro lungo e potrebbe sembrare impegnativo, ma presto ci si dimentica di leggere proprio un libro e ci si sente sprofondare su una comoda poltrona nel buio di una sala cinematografica. L’autore non vuole stupire con mirabolanti costruzioni retoriche, ma semplicemente raccontare di un campione che non riesce a vincere, di un genio del calcio che gli allenatori non vorrebbero avere in squadra, di tifoserie in grado di amare e odiare oltre ogni limite logico. Moretti sa che non deve calcare la mano, ma stare leggero e ricalcare il disegno che intravede. Il resto poi lo fa il divin codino.
Ogni partita era come l’esame della vita. Al primo errore piovevano giudizi, voti, sentenze. Tutti gli stavano addosso, tutti a pretendere e a giudicare. Guai se sbagliava.
Roberto Roby Baggio è stato uno dei miei idoli sportivi, ergo mi reputo emotivamente coinvolto, ma cercando di essere il più possibile obiettivo, cosa di fatto mai possibile per nessuno in nessun caso, ho apprezzato il libro, lo sforzo non sforzo dell’autore. In fondo le biografie dovrebbero essere poco tecniche e parecchio incisive, i loro autori dovrebbero avere la capacità di fare un passo indietro per puntare ancor meglio i riflettori sul protagonista. Leggo un libro su Baggio?
“Mamma, non ti preoccupare vado a vedere Baggio e trono subito.”
e così via sino all’epilogo
“quattrocentocinquantaudesima partita di Baggio. L’ultima.”.
Cristiano Dall’ Asta