
Autore: Joyce Carol Oates
Pubblicato da Il Saggiatore - Maggio 2017
Pagine: 520 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: La cultura
ISBN: 9788842823490

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“Là fuori il tempo poteva anche passare, ma si trattava solo di tempo atmosferico o del tempo delle giornate, le stagioni che sfumavano le une nelle altre e i giorni che si trasformavano in notti, nulla che ti portasse da qualche parte: era più vecchia di prima, probabilmente, ma non era mai stata così bella in tutta la sua vita. Il tempo non aveva niente a che fare con lei”.

Il giardino delle delizie è il primo lunghissimo capitolo di quella “Epopea americana” che Joyce Carol Oates, definita da molti romanziera “prolifica”, ha dedicato al sogno americano, o meglio, all’instancabile corsa alla felicità dell’America proletaria degli anni Cinquanta e Sessanta.
Clara Walpole è figlia due braccianti, Carlton e Pearl. La famiglia Walpole è una famiglia numerosa, tanti bambini e niente casa; si spostano di piantagione in piantagione, di padrone in padrone, e raccolgono tutti, grandi e piccoli, ciò che c’è da raccogliere per passare al lavoro successivo. Vivono nella miseria e, ancor peggio, nella sporcizia. Il padre di Clara, Carleton, è la figura più importante della prima fase della sua vita, ma non il suo modello. Clara cresce e con lei anche la speranza e la voglia di riscatto, emancipazione, desiderio di cambiare vita. Per Clara possedere una casa, degli oggetti propri, dei vestiti, non è per nulla scontato. È per questo motivo che per realizzare il suo sogno scappa, letteralmente, dalla precarietà in cui ha vissuto per tutta l’infanzia.
Senza sapere cos’è la vita, Clara, appena appena adolescente, si butta tra le braccia di Lowry, un ragazzo di qualche anno più grande di lei, e di cui si innamora perdutamente. Lowry è fondamentale in questo passaggio, sarà il suo salvatore, il suo ponte, il suo maestro, il suo uomo e occuperà un posto nel cuore e nella mente di Clara per ogni singolo istante della sua vita. Lowry però è anche un personaggio misterioso di cui sappiamo ben poco e che non resterà al suo fianco per molto tempo. Altri uomini faranno parte della vita di Clara: innanzitutto suo figlio Swan, a cui Clara dedicherà tutta la sua energia vitale, le sue attenzioni e il suo amore e poi Curt Revere, un uomo molto più grande di lei che le darà la stabilità, per lo meno economica e materiale, che Clara cerca da tutta la vita.
Non è tanto la vicenda, a mio parere, a rendere il libro interessante, che a qualcuno potrebbe sembrare scontata o comunque non originale, quanto la scia che gli eventi lasciano dopo il loro fugace passaggio. Una scia pesante, un passato sempre presente, l’illusione e l’euforia e poi la minaccia che nulla cambierà. La grande contraddizione del sogno americano.
Approfondimento
Ma era il suo giardino e le dava fastidio che ci lavorasse qualcun altro […] Quindi era il giardino di Clara e di nessun altro, e quando il suo sguardo si spostava da una pianta all’altra, fermandosi su ogni fiore polveroso e familiare o su uno sporadico insetto che scacciava con un rabbioso schiocco di dita, la sensazione di aver raggiunto un obiettivo si impossessava di lei. Il giardino era quanto le bastava avere del mondo perché era tutto quello che riusciva a gestire […] Non desiderava nient’altro.
Questo è uno dei passaggi più belli di questa storia. Tuttavia, decontestualizzato perde forse la magia e la carica emotiva che porta con sé. L’infanzia di Clara, i suoi sogni, la sua fuga, il suo grande amore la caricano (e caricano noi lettori) di un’aspettativa smisurata. Eppure, ci ritroviamo a provare compassione per l’abbandono emotivo in cui versa Clara, ma un abbandono mai disperato o drammatico; oserei dire che Clara accetta ciò che la vita le riserva con una fredda distanza, distacco e delusione, ma anche con lucidità. Clara scende sempre a compromessi pur di ottenere quello che vuole, ma non lo fa con malizia o con scaltrezza, lo fa per necessità. È per questo che Clara non è mai sola: c’è sempre un uomo nella sua vita che, nel bene o nel male, condiziona le sue scelte. Non lo definirei un personaggio arrivista e materialista in quanto l’unico personaggio da “odiare” in questo caso è l’America promette così tanto ai suoi figli e poi non regala mai nulla.