
Autore: Enzo Fileno Carabba
Pubblicato da Ponte alle Grazie - Maggio 2023
Pagine: 160 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Scrittori
ISBN: 9788833319452
ASIN: B0C28CKYLX

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Italino vive in un giardino incantato della Riviera: un «Paradiso sperimentale» ricco di piante, misurabile e misurato dai suoi genitori, che credono nel potere razionale, etico e sociale della scienza. Mentre fuori tuona la retorica fascista, la lingua che si parla in quel giardino è seria, esatta, priva di sentimentalismi, consona alla laica compostezza che lo domina. Ma quando Italino si avvicina al mare, viene travolto da un'onda che lo capovolge, lo rimescola, gli fa capire che non siamo creature esatte ma libri abissali destinati a sprofondare nel blu. È allora che in lui si accende quella tensione perenne tra razionalità e fantasia da cui originerà una delle più limpide voci del nostro Novecento: quella dello scrittore Italo Calvino.

Non aveva finito di dirlo che il mare lo prese, lo capovolse, lo tirò, lo frullò, lo scompose. Lui si ritrò un piede dietro la testa e sbattè la testa sul fondo. Quando rispuntò in superficie era finito lontano, cos’era successo? Il demone della lucidità lo aveva ingannato. Il mondo non era esatto.
Italino è un bambino attento e assorto, che vive in un giardino incantato dove ogni albero, ogni fiore, ogni pianta aveva un cartellino con su scritto il proprio nome scientifico, ed in questo luogo incantato regnavano genitori di Italino: due illustri scienziati di straordinaria intelligenza che studiavano il socialismo delle piante. Ossequianti al mito della scienza, mettevano a Italino un grembiulino e gli davano forbici e cesoie, affinché apprendesse i segreti del mondo vegetale toccandoli con mano, lavorando ogni giorno a contatto diretto con le piante. E così mostravano il bambino stupito i cartellini delle piante e lui ne imparava a memoria i nomi, incasellando così il mondo al di fuori di lui in una lingua perfetta, seria, esatta, priva di sentimentalismi, affinché divenisse un essere perfettamente razionale.
In quel giardino incantato, il tempo era sempre uguale ed è per questo che Italino sente il desiderio di uscirne e va verso il mare, un luogo dove tutte quelle piante con i cartellini attaccati non possono certo crescere. E sarà il mare, con quel sentimento di paura e di invito che si porta dentro, l’elemento travolgente, irriducibile, deflagrante che, sradicherà in Italino le radici che lo stringono il mondo in una morsa, sarà l’onda che lo rapirà una volta per tutte rivelandolo al mistero di sé stesso. Dentro quelle acque profonde e tormentate, giace tutto ciò di cui Italino ha paura, a cominciare dalla paura stessa: sentimenti, immagini, idilli, seduzioni, simboli e miraggi, un universo sempre pronto a uscire dalle righe della razionalità e del linguaggio, per trasformarsi in storie, fantasie, baroni rampanti e sentieri di ragno.
Il giardino di Italo è una fiaba di formazione, è il racconto del momento esatto in cui l’anima di Italo comincia a parlare, e scrive e racconta di mondi inimmaginabili, di sentieri non ancora percorsi, di personaggi mirabolanti; è il punto di rottura tra la razionalità ed il mondo sommerso e nascosto dell’immaginazione, è il momento in cui l’onda trascina Italo nelle profondità del mare, lo lascia senza fiato e spalanca dinanzi a lui l’abisso meraviglioso della sua immaginazione, trasformandolo in una delle voci più significative ed originali del Novecento.
Approfondimento
Enzo Fieno Carabba, in un gioco meta-letterario che sdoppia e sovrappone il Cavino bambino e quello adulto, ci racconta in Il giardino di Italo la favola di come Italino, travolto dall’onda del mare, trasformò se stesso, fino a rompere gli argini della vita che sino a lì aveva vissuto, creando un’atmosfera prodigiosa e surreale, dove si incontrano gli eroi reali che Italino avrà l’avventura di incontrare e di trasformare in eroi.
Lui forse non era una creatura delimitata e misurabile, come aveva imparato, ma un libro abissale fatto di onde difficili da arginare. Sapeva bene che non avrebbe mai potuto confessarlo, o si sarebbe disgregato.
Romina Celani