
Autore: Michel Onfray
Pubblicato da Ponte alle Grazie - Giugno 2019
Pagine: 107 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Saggi
ISBN: 9788833311821

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“Passo dalla tavola allo studio, dallo studio alla tavola, dal palco del conferenziere al palco televisivo e dal palco televisivo al palco del conferenziere, dal treno all’aereo, dall’aereo al treno, da un continente all’altro, da un paese all’altro, da un libro all’altro, sempre “con la testa mozzata” . Devo perdere questo sovraccarico esistenziale perché si nutre del lutto e allo steso tempo alimenta la mia malinconia. devo volere il lutto della mia malinconia.”

Non siamo noi a fare il lutto ma è lui a fare noi.
È con queste parole che possiamo riassumere il senso del libro Il lutto della malinconia, parole tratte dal libro stesso in cui lo scrittore, Michel Onfray, ripercorre alcune tra le esperienze più drammatiche della sua vita: il suo secondo ictus, la morte della sua compagna e quella di suo padre. Possiamo definirlo uno scorcio nella vita del filosofo che ci descrive sensazioni e sentimenti vissuti, gioie, delusioni e sofferenze. Nel libro sono riportate pagine del suo diario scritte nelle note del suo telefono mentre era in ospedale. Cosa intende dicendo che è il lutto a fare noi? Molto spesso si pensa che siamo noi a dover affrontare il lutto di una persona a noi cara dimenticando però che è lui a fare noi, a plasmare la nostra vita e le nostre emozioni travolgendoci completamente. Sta poi a noi mettere a tacere, o forse meglio provare a dominare la malinconia che esso produce, sperando nel lutto di quest’ultima.
Approfondimento
Diretto, forte, scarso di complementi e a tratti ovviamente malinconico. Michel Onfray ci descrive non solo alcune tra le situazioni più strazianti che una persona possa affrontare come la perdita di persone amate e un grave problema di salute, ma anche il contorno di questi eventi come i dottori che sbagliano le diagnosi, i falsi amici che abbandonano nel momento del bisogno… Attraverso vivide descrizioni e famose citazioni filosofiche come quella di Pascal, Quanto vuoto c’è nel cuore dell’uomo e quanta sporcizia, Onfray ci racconta di sé, degli altri e un po’ di tutti noi.
Il lutto della malinconia potrebbe essere definito un libro pessimista, a tratti sicuramente realista ma una cosa è certa: tutti prima o poi ci troviamo ad affrontare situazioni spiacevoli come un lutto e anche noi potremmo rimanere delusi da chi ci aspettavamo che ci avrebbe sostenuto e non l’ha fatto ma una cosa non dobbiamo mai dimenticare: siamo vivi, questo conta! magari con la “testa mozzata”, ma pur sempre vivi. E proprio che dice Onfray, dobbiamo volere il lutto della nostra malinconia!!
Claudia Labanti