
Autore: Jessie Burton
Pubblicato da Bompiani - Febbraio 2015
Pagine: 439 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Narratori stranieri

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Amsterdam, 1686. Petronella ha 18 anni. Dopo la morte di suo padre deve, per ragioni economiche, sposare un uomo di vent'anni più vecchio di lei e lasciare il suo paese per trasferirsi nella casa del marito, ad Amsterdam. Quello che la aspetta è molto diverso da ciò che sua madre le aveva preannunciato.

Subito dopo il matrimonio, suo marito è partito per un viaggio di lavoro, pertanto Nella è sola con il suo parrocchetto quando bussa alla porta della casa dei Brandt. Ad accoglierla non c’è Johannes, ancora per mare, ma la cognata Marin: una donna sorprendentemente sicura di sé e fiera, ma meno insensibile e fredda di quanto non sembri nelle prime pagine.
Nella casa vivono anche Otto – definito dalla gente di Amsterdam il “servo negro” e portato con sé dal signor Brandt da uno dei suoi viaggi, ma che in realtà è un fedele assistente del suo padrone – e la domestica Cornelia, con la passione per origliare da dietro le porte e che diventerà, forse, l’unica vera amica di Nella. La vera sorpresa, per Nella, è che il marito Johannes eviterà accuratamente di sfiorarla.
La ragazza precipita nella confusione più totale, che aumenterà quando riceverà in dono dal marito un prezioso stipetto ligneo, il quale riproduce, al suo interno, la disposizione delle stanze della casa. Dopo un momento di iniziale scoramento, dove si sente sminuita e considerata ancora bambina da quel marito che la rifugge, si rivolgerà a un artigiano per ricevere degli oggetti coi quali arredare la “sua” casa. Oltre a ciò che chiede, riceverà altre miniature meravigliose, che riproducono fedelmente gli arredi e i personaggi della vicenda, e che sembrano anticipare il futuro. Chi manda quei preziosi oggetti a Nella? E chi è la donna bionda che sembra seguirla tra i canali? Perché Johannes non vende lo zucchero che gli è stato affidato da quelli che sembrerebbero due vecchi amici, e che segreto nasconde l’algida Marin?
È difficile parlare de Il miniaturista senza correre il rischio di fare spoiler. Gli avvenimenti sono strettamente concatenati l’uno all’altra, e i misteri si susseguono e si risolvono solo verso la fine.
Non sono un’amante dei thriller, se così possiamo definire Il miniaturista, ma devo ammettere che ho divorato questo romanzo. I personaggi principali sono costruiti meravigliosamente: Nella cresce pagina dopo pagina, e il processo si può dire compiuto quando prende definitivamente le distanze dallo stipetto, da ciò che rappresenta e dalla donna misteriosa, che l’ha sicuramente aiutata a prendere coscienza del suo valore. Il personaggio meglio riuscito è forse quello di Marin, che nel corso della lettura mi sono trovata ad amare e odiare. Il mio preferito è stato Johannes, il marito di Nella: così dubbioso, così indeciso, ma allo stesso tempo così onesto e retto.
Commoventi sono stati i dialoghi di Nella col marito: non si può parlare di amore, ma di profonda comunione di intenti e di sentire. È anche attraverso questo rapporto, attraverso la protezione che la fanciulla è costretta a esercitare sul marito, che diventerà una donna coraggiosa.
Sullo sfondo ci sono Amsterdam, descritta in maniera minuziosa e attenta, e i suoi abitanti: sono poche le eccezioni all’interno di quello che sembra essere un covo di vipere. L’alta società del commercio olandese non fa certo una bella figura: ciascuno persegue con ostinazione i propri desideri senza curarsi del prossimo, e nel momento del bisogno saranno tutti pronti a voltare le spalle a chi per la città ha dato tanto.
Approfondimento
Nel leggere un thriller, è spesso difficile concentrarsi sullo stile in cui è scritto il romanzo, soprattutto quando questo non brilla per originalità. E questo è, a parer mio, il caso de Il miniaturista. La narrazione è vivida e ben costruita, ma le parole svaniscono nel confronto con gli eventi. Gli unici passaggi degni di nota sono i già citati dialoghi tra Nella e suo marito e le descrizioni della città di Amsterdam e delle chiese: Jessie Burton aveva sicuramente negli occhi alcuni meravigliosi dipinti di Vermeer e Rembrandt, e al lettore esperto questo dettaglio non sfuggirà.