Autore: Marco Lazzarotto
Pubblicato da Las Vegas edizioni - Settembre 2021
Pagine: 241 - Genere: Narrativa Italiana, Romanzo distopico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I jackpot
ISBN: 9788831260121
ASIN: B09FYS4LP8
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Un nuovo Ministero, quello della Bellezza, istituito da un parrucchiere parecchio eccentrico, uno di quelli che si è costruito da solo, grazie alla sua capacità di sforbiciare senza indugi nonostante una limitazione fisica non da poco. Il coiffeur, infatti, è cieco. A seguito della sua creazione, tutto viene misurato utilizzando un’unica unità di misura: l’estetica. E son problemi!
Brutto non pensavo di esserlo, ma non ero nemmeno una bellezza riconosciuta, se si pensa che la parte di me meno apprezzata erano le mani: dita lunghe, forse un po’ ossute, da pianista, con unghie precise, ben disegnate. Al secondo posto c’era il naso, anche se non è che venisse particolarmente ammirato: la sua linea dritta e le sue proporzioni quasi studiate facevano sì che si integrasse perfettamente nel viso e passasse inosservato.
Matteo Labbrozzo, ha trent’anni e fa lo scrittore. A dir la verità ha scritto un solo romanzo e, per tirare avanti, accetta lavori di qualsiasi genere da diverse case editrici. Vive con Lisa, ragazza timida e molto bella. Per lui, invece, il nuovo Ministero, secondo il quale l’unica misura per ogni cosa è la bellezza, è un bel problema. Matteo bello non lo è mai stato: ha le maniglie dell’amore e un’attaccatura di capelli parecchio alta. Già le sue produzioni non vendono molto e se ora ci si mettono anche i canoni estetici a fare la differenza, apriti cielo! La callistocrazia – l’idea che più si è belli, maggiori sono i poteri, i diritti e i vantaggi – lo obbliga a adeguarsi ai nuovi canoni: cerca di rimettersi in forma, cura i capelli, veste in modo più elegante, con giacca e cravatta.
Il centro estetico di piazza Statuto non era il più vicino a casa nostra – ce n’erano sei, nel chilometro che avrei dovuto percorrere –, ma almeno le possibilità di incontrare qualcuno che conoscessi erano basse; e poi Lisa- era stata lei a fissare l’appuntamento per un preventivo- aveva aggiunto che era l’unico in zona di proprietà del ministro della >Bellezza, il che secondo lei garantiva una certa serietà.
Poi, però – e proprio mentre la sua fidanzata sceglie di diventare bella in modo perfetto e lo lascia – Matteo indossa i panni del contestatore, autopubblica un nuovo romanzo e comincia una tournée in giro per l’Italia, da solo, scegliendo addirittura di dormire in auto, come ci si aspetterebbe da un vero scrittore, che non ama regole, categorie e imposizioni. Per sopravvivere, tuttavia, si vede costretto anche a dar vita a una specie di avatar, che lo sostituisca almeno per le occasioni ufficiali.
L’idea che sta dietro a Il ministero della bellezza di Marco Lazzarotto è originale e terribile. Il romanzo racconta, in maniera precisa e senza fronzoli, una realtà in cui la forma domina sulla sostanza e ciò sembra un fedele ritratto della società odierna, un mondo fatto di specchi e di apparenza.
Matteo, voce fuori da coro, sembra soccombere nonostante tutto sotto i colpi dell’estetica e solo il finale del romanzo svela quale futuro gli riservi il destino.
Le poche volte che esce di casa gli sembra di girare in una Torino in cui c’è appena stata la guerra. Come se fosse stata vittima di un bombardamento preciso e sistematico, che ha colpito un palazzo sì e uno no, quasi avessero voluto creare, dall’alto, una scacchiera di vuoti e pieni- palazzi prestigiosi e macerie, palazzi prestigiosi e macerie: ecco cos’è diventata.
Il ministero della bellezza è un libro ironico e amaro, una lettura che offre diversi spunti sui quali vale la pena riflettere.
Approfondimento
Trattandosi di un romanzo in cui viene esaltata l’importanza del fattore estetico, è interessante sottolineare la cura con cui l’immagine di copertina è stata scelta: figure femminili tutte uguali – un gioco di specchi che riflette una realtà effimera e ingannevole – con lo sguardo vitreo, le labbra perfettamente disegnate e l’acconciatura da bambola, ineccepibile nella sua bellezza, ma vuota e fredda, come la vita di chi, in nome di una perfezione arida e inutile, perde di vista la bellezza che si nasconde dietro tutto ciò che è crepato, irregolare e imperfetto.