Autore: Orhan Pamuk
Pubblicato da Einaudi - Ottobre 2009
Pagine: 585 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Supercoralli
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Un amore intenso e proibito. Uno di quelli che ti cambia la vita. In un mondo in cui le regole e le tradizioni sono la cosa più importante, cambiare la propria vita e trovare la felicità sembra impossibile.
La Turchia che Pamuk Orhan, premio Nobel per la Letteratura nel 2006 (per aver “saputo trovare nuovi simboli dello scontro e dell’interrelazione tra culture”), ci presenta in queste cinquecento e più pagine è quella in bilico tra Oriente e Occidente, tra tradizione e innovazione, tra pregiudizio e libertà: la visione tradizionale della donna e dei rapporti di coppia si scontra, nelle nuove generazioni, con la volontà di una maggiore elasticità, non legata solamente alla questione della verginità (della donna) prima del matrimonio, ma anche, e soprattutto, alla cattiva fama che un comportamento scorretto, o semplicemente al di fuori della mentalità corrente, può suscitare, condizionando, e notevolmente ridimensionando, le possibilità di costruire una famiglia in futuro.
Il museo dell’innocenza mette bene in luce, attraverso uno sguardo talvolta severo, talvolta ironico (ma anche attraverso la narrazione sottile ed elegante del suo autore) la Istanbul degli anni ’70 e le difficoltà di un amore proibito, che sfida le convenzioni e la morale, le contraddizioni della classe borghese e il tempo: un amore durato quasi dieci anni, combattuto e sofferto; e questa sofferenza, che permea ogni pagina del libro, è così intensa, e così chiaramente narrata, che il lettore/visitatore del museo, non può non coglierla e non farla propria.
Ebbene sì, il lettore può anche essere visitatore: Orhan, altalenando tra presente e futuro, costruisce Il museo dell’innocenza come una sorta di catalogo, nel quale trovano posto i vari oggetti che compongono il museo, poi realmente costruito (per maggiori informazioni vedete l’approfondimento), e dalla descrizione dei quali prendono il via i diversi flashback che raccontano l’amore tormentato tra il protagonista, e voce narrante, Kemal, e Fusun, il fidanzamento finito con Sibel, i rapporti con la famiglia, la morte del padre…; è un libro che, inevitabilmente, suscita empatia. Ma si tratta anche di un libro denso e intenso: non solo di emozioni, ma anche di particolari, e, per quanto bellissima la storia e fluente la scrittura, alcuni passaggi sono davvero molto noiosi. Diversi personaggi, a mio avviso, potevano anche essere omessi, così come alcune scene, irrilevanti al fine della storia e che hanno come unico effetto quello di appesantire un testo che, già per sua natura (considerata la materia trattata e il ventaglio di emozioni narrate) non leggero. Per questi motivi, cari lettori, se state cercando un libro leggero, magari da portarvi sotto l’ombrellone…beh, cambiate titolo: questo è un libro che fa riflettere, che richiede impegno e attenzione, e anche tanta pazienza!
Approfondimento
Ho accennato nel corso della recensione alla possibilità, per il lettore, di diventare anche un visitatore. Il Museo dell’Innocenza, infatti, esiste davvero: progettato dallo stesso Pamuk Orhan e inaugurato nell’aprile del 2012 a Istanbul, nel quartiere di Çukurcuma, in una elegante palazzina a tre piani, raccoglie più di 700 oggetti, tutti citati nel libro, che hanno costellato non solo la storia d’amore di Kemal e Fusun, ma anche un pezzetto della storia più recente di Istanbul e della vita vissuta dai suoi abitanti. Una luogo da non perdere per chi ha amato il libro e capitasse ad Istanbul!