
Autore: Cristina dell'Acqua
Pubblicato da Mondadori - Febbraio 2021
Pagine: 144 - Genere: Saggi, Saggio letterario
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Varia saggistica
ISBN: 9788804735496

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Ulisse è l’uomo omerico per eccellenza, colui che parte per la guerra di Troia e torna a casa dopo vent’anni passati a cavarsela tra Dei dispettosi e avventure soprannaturali. In questo racconto ci viene spiegato come i legami che uniscono Ulisse alla sua patria, sono legami che in realtà, uniscono tutti noi al mondo affettivo che ci circonda.

Veniamo al mondo attraverso un legame e la nostra vita è un sentiero di nodi fatti e disfatti, senza di essi saremmo soli e un po’ mostruosi come Polifemo, che vive fuori dal mondo.
Ulisse, uomo dalle mille virtù raccontato dal grande e quanto mai misterioso Omero nell’Iliade prima e nell’Odissea poi, affronta un viaggio lungo vent’anni pieno di incontri e di avventure. Durante questa lunga fase che lo tiene lontano da sua moglie Penelope e da suo figlio Telemaco, affronta i capricci degli Dei, non sempre benevoli nei suoi confronti, e ha anche modo di crescere personalmente, come solo un viaggio così può fare. I molti nodi, sia fisici che spirituali che accompagnano Ulisse lungo quest’avventura, sono nodi che potremmo riconoscere anche noi durante la nostra vita. Potremmo parlare di nodi affettivi con le persone care che ci circondano, di nodi con persone ormai perdute ma che continuano ad avere legami con noi, oppure di nodi che ci legano alla nostra casa, alla nostra patria.
In questo racconto/lezione, le parole greche antiche giocano un ruolo importante perché ricche di significato, che con il tempo ormai abbiamo dimenticato. Ed è così che la parola cura deriva da cor che ha radice antica, kau-, osservare, ed essa stessa deriva dal sanscrito kavi, saggio. E alla fine, avere cura di qualcuno non è forse saper vedere l’altro, con il cuore oltre che con gli occhi? In questo viaggio quasi infinito, le donne hanno un ruolo fondamentale, anzi oserei dire che è grazie a loro che la storia di Ulisse fluisce, continua. Per esempio la ninfa Calipso, che lo trattiene sette anni sull’isola di Ogigia; Atena figlia di Zeus che con tutte le sue forze aiuta il nostro eroe ad arrivare sano e salvo a casa; la maga Circe l’unica con la quale crea un legame indissolubile e che lo aiuta dandogli preziosi consigli per affrontare l’ascesa nell’Ade; fino ad arrivare a casa da Penelope, moglie devota e paziente che mette alla prova suo marito attraverso un segreto matrimoniale sconosciuto all’infuori della coppia. I nodi, i legami, sono fondamentali nella vita di Ulisse come nelle nostre, ci proteggono e ci indicano la via verso casa e verso la salvezza.
Approfondimento
Ne Il nodo magico, l’autrice Cristina Dell’Acqua ci riporta dietro ai banchi di scuola, alla ri-scoperta di un testo tanto amato quanto pieno di significato. Con lei affrontiamo nuovamente il lungo viaggio di Ulisse in uno dei due racconti scritti da Omero intorno all’VIII secolo A.C. in una Grecia arcaica della quale non conosciamo quasi nulla (persino lo stesso autore è avvolto in un alone di mistero su quale sia la sua vera identità). Un racconto iniziato dall’Iliade e finito con l’Odissea, dove terminata la guerra di Troia è ora per il nostro eroe di tornare a casa, ma per raggiungerla ci impiegherà vent’anni. La narrazione dell’Odissea si sviluppa soltanto in quarantuno giorni, compresi dalla partenza di Ulisse dall’isola di Ogigia fino all’arrivo a casa, Itaca. L’autrice ci insegna e ci mostra come dalle parole antiche nascano concetti importanti, come per esempio la parola destino, derivante dalla parola greca moira con radice smer-, che ha in sé il concetto di avere un ruolo nella spartizione assegnata.
Un libro affascinante, e leggere dopo tanti anni in una chiave diversa l’Odissea, mi ha fatto ricordare quanto amassi quel racconto e quanto di simile abbiamo con Ulisse, un uomo che è in continua ricerca della pace e che non si lascia distruggere dalle molte difficoltà che gli si presentano. Un eroe incompleto che non perde mai la speranza e che vive con l’unico scopo di poter tornare a casa da sua moglie e da suo figlio, affinché possano finalmente completarlo.
Dove Ulisse è pronto a tornare dopo aver sperimentato che, guardando la vita con il cuore, esistono porti per i quali vale la pena aver sofferto il mal di mare.
@villa_sandra88