
Autore: Jaan Kross
Pubblicato da Iperborea - Gennaio 2016
Pagine: 433 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura

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Un romanzo storico che descrive i tentativi di un nobile di diffondere idee democratiche nel suo paese pagando, purtroppo, un prezzo altissimo per la sua schiettezza.

Dopo nove anni di prigionia nella fortezza di Schlüsselburg, il barone Timo von Bock, dichiarato pazzo, viene confinato con la famiglia nei suoi possedimenti baltici, sotto la stretta sorveglianza di spie governative. Timo, un colonnello aristocratico ammirato da Goethe e amico intimo dello zar, si trova a fare i conti con il suo ideale rivoluzionario che si oppone al vecchio modo di pensare dello zar. Timo rifiuta una principessa per sposare una contadina, libera i suoi servi e tratta da pari i domestici, fino a scrivere allo zar, con la schietta lealtà che il sovrano esige da lui, un’infuocata denuncia contro il regime.
Dopo questa considerazione, Timo ed Eeva affrontano la vita giorno per giorno, combattendo con il senso di oppressione che deriva dalla loro intricata situazione. Eeva si occupa della casa e del loro unico figlio, Timo si esercita con le pistole e si diletta con la scrittura pur conservando nei confronti dei suoi aguzzini una dignità quasi imperiale. In tutto questo contesto si sviluppa parallela la figura di Jakob, fratello di Eeva e amico di Timo, che provvede a scrivere i fatti quotidiani in un diario che lo aiuta a comprendere meglio il gesto del cognato. Racconto e riflessioni si alternano a cautela e insolenza, scettico com’è verso la fortuna che gli ha messo sulla sua strada il bizzarro aristocratico che ha deciso di prenderlo con sé assieme alla sorella e di farli studiare, sottraendoli a un destino di servitù contadina.
Il narratore de Il pazzo dello zar, Jakob, dopo tanti anni non si capacita dell’audacia che ha condotto Timo a quello scontro, e così si determina una certa insicurezza sociale che lo porta ad avere rapporti amorosi nascosti fino a quando, visto che la situazione della sorella non accenna a migliorare, decide di sposarsi e iniziare la sua nuova vita.
Non casualmente, egli dubita dell’utilità del suo stesso diario; si concede diverse digressioni, come nel tentativo improbabile di costruire un senso all’intera vicenda: la propria, quella del ‘pazzo’ che l’ha provocata, quella generale. A volte la tira un po’ per le lunghe, si sofferma sulle sue vicende amorose, nota quasi con raccapriccio gli scambi affettuosi in pubblico fra Timo e sua sorella.
La storia si conclude con un episodio spiacevole e sospetto che la cosa porti Jakob a interrogarsi su fino a che punto può spingersi la lealtà dei sudditi e la gelosia dei nobili.
Approfondimento
Jaan Kross per Il pazzo dello zar si ispira a una reale vicenda storica per scrivere un grande romanzo contro l’oppressione, la stessa che i suoi Paesi Baltici continuavano a subire, non più dai Romanov ma dall’Unione Sovietica, e che l’aveva condannato a otto anni di prigionia. Come a dire che la Storia non si ferma, che i sogni dei sognatori sono destinati a essere sognati di nuovo e che, per quanto folli e irrealizzabili, possono dare dignità all’esistenza.
Si tratta di un romanzo storico, scritto sotto forma di diario, che ci fa capire la situazione socio-politica dei paesi che a metà dell’Ottocento hanno subito l’oppressione russa. Una forma interessante di lettura che risulta a tratti abbastanza lenta e non pertinente con il resto del romanzo.
Manuela Delfino