Il ritorno del lupo
Autore: Aimé Maquignaz
Pubblicato da Piemme - Febbraio 2021
Pagine: 208 - Genere: Non fiction, Saggi
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
ISBN: 9788856680553
ASIN: B08WM2C65M
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Un animale fiero e bellissimo, tra i più affascinanti della terra. Imprevedibile e selvaggio, è al centro di fiabe, storie e leggende che ne descrivono la potenza e la maestosità. Dai più lontani – in Mongolia, in Canada e in Siberia – a quelli ritornati nei boschi italiani, francesi, tedeschi e austriaci, un viaggio nella storia, nell’arte, nel folklore e nelle superstizioni per raccontare il lupo.
Con questo libro ho voluto […] raccontare storie e leggende, fiabe, significato religioso e realtà di uno degli animali più affascinanti della terra che, da sempre, vivono vicino all’uomo e che, nella sua forma domestica, il cane, è anche diventato il suo miglior amico.
Il lupo è sempre stato considerato un animale poco affidabile, vile e opportunista, per la sua abitudine a cacciare in branco. Quindi, nell’immaginario collettivo, non ne esce benissimo. Aimé Maquignaz – appassionato e stimato pittore nonché ex sindaco di Valtournenche in Valle d’Aosta e profondo conoscitore delle montagne e di chi le abita – ha scelto coraggiosamente – avrebbe potuto occuparsi di caprioli o cervi con minori rischi – di restituire a quest’animale la sua reale natura, raccontando in Il ritorno del lupo, in maniera precisa e rivelatrice di un accurato lavoro di ricerca, la storia, a partire dalle spietate caccie intraprese per allontanarlo dalle greggi e dalle case dei montanari fino ad arrivare al suo ritorno, dopo parecchio tempo, sulle montagne del Cervino.
Un animale che si ammira e si teme allo stesso tempo:
Il lupo con il suo aspetto fiero incute timore e rispetto. Ha un muso color bianco crema, una bocca con i canini lunghi e ricurvi rivolti all’interno, gli occhi chiari, color giallo pallido. Le zampe sono dotate di artigli molto affilati. A differenza di quanto si ritiene, la sua struttura sociale è complessa e fortemente gerarchica.
Maquignaz arricchisce il suo omaggio al fiero animale di leggende che si mescolano a episodi realmente accaduti, come la lotta tra Avatar – un cane dalla possente struttura corporea di proprietà di un allevatore di pecore e capre nel villaggio di Crépin – e un lupo che aveva osato attaccare e divorare alcune capre dispettose che erano riuscite a scappare dalla baita in cui erano rinchiuse e a rifugiarsi nel bosco. E ancora ci parla del rapporto tra uomo e lupo nel Medioevo, quando cominciarono a diffondersi parecchie storie e leggende di santi capaci di ammansire le pericolose belve.
Due santi entrambi di nome Amico aggiogarono due lupi. Il primo visse nel romitaggio benedettino di San Pietro Avellana nella prima metà dell’XI secolo, il secondo nella zona di Macerata presso la comunità benedettina di Rampona: il lupo ammansito gli aveva in precedenza sbranato un asino.
Ci viene presentato il lupo della Mongolia, un po’ più piccolo del lupo europeo e dal manto più pallido e fulvo, e quello della Siberia, feroce ed affamato.
Tra leggende e superstizioni, i racconti di Maquignaz avvicinano il lettore a questo animale potente e selvaggio, dall’animo fiero che incute timore e merita rispetto.
Approfondimento
Maquignaz, che già nei suoi precedenti lavori ha dimostrato di essere un fantastico narratore, con una stile asciutto e diretto che racconta una volta ancora il suo grande amore per la montagna e – in Il ritorno del lupo nello specifico – anche per il lupo, analizza il ruolo di questo affascinante e temuto animale nell’arte, nella storia e nel mito e approfondisce il complesso rapporto – da sempre conflittuale e idilliaco – tra uomo e lupo, un rapporto che, per essere equilibrato, deve mantenersi viscerale, come lo era un tempo.
Il ritorno del lupo è un’interessante lettura e un’appassionata dichiarazione d’amore nei confronti di un animale verso il quale si avverte, in ogni pagina, la profonda ammirazione da parte di chi ne scrive:
Provai una sensazione unica mentre osservavo il lupo del Cervino che saliva il pendio, soffermandosi ogni tanto a guardarmi. Anch’io salii piano piano verso di lui, che si lasciò avvicinare. Mi guardò con i suoi occhi verdi che riflettevano la luce del sole, poi scomparve fra le montagne.