
Autore: Richard Ford
Pubblicato da Feltrinelli - Febbraio 2009
Pagine: 176 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, Copertina Rigida, eBook
Collana: Universale economica
ISBN: 9788807897160

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📗 Trovalo usato
✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
“Nessuno era veramente convinto che Great Falls sarebbe bruciata.”
Un muro di fuoco che sembra non avere fine cinge d’assedio un remoto manipolo di case lontane da tutto, incapaci di difendere le vite anonime dei loro abitanti.
Un romanzo cucito attorno al senso di perdita.
Perdere il lavoro, e con esso le sicurezze di una vita.
Perdere l’amore, e con esso la fiducia in sé stessi.
Lavora per sottrazione Richard Ford, in questo incubo borghese dove il fuoco divora tutto. Certezze comprese.

Nell’aria c’era sempre una specie di foschia […]. Era una foschia di cui non ci si accorgeva se ci si era immersi.
Combustibile: è ciò che resta della magnifica fierezza degli alberi all’approssimarsi del fuoco.
Succede anche per le relazioni.
Cosa accade quando ci accorgiamo di non avere alcun potere sulla nostra vita? Quando veniamo sopraffatti dalla “tempesta perfetta” che nessun manuale può istruirci a gestire? Non resta che farci i conti, affrontare l’ignoto, scendere sempre più giù a ogni tornante degli eventi. Tenere stretta la propria dignità, mettere da parte la rabbia, ché quella non ha mai aiutato nessuno. O forse no? Un monito silenzioso rotola lungo le pagine, come il rimbombo lontano di una tempesta: infuriarsi, regredire a un’animalità primigenia, a volte, può fare la differenza. Salvarci la vita, persino. Prima che sia troppo tardi, e che tutto, semplicemente, continui la sua corsa, lontano da noi.
Immedesimarsi nella storia di Joe e della sua famiglia è fin troppo facile. La contraddizione, il tradimento, la caduta, sono passaggi obbligati nella vita, seppur con diverse gradazioni. La fragilità umana, quel filo sottile che preserva l’integrità di un’esistenza nella duplice accezione biologica e psichica, che ne previene la rovina, fatto di silenzi e verità di comodo. Un domino in procinto di mettersi in moto, verso la grande conflagrazione.
Infuria l’incendio su all’Allen Creek, un cerchio di lingue di fuoco avanza minaccioso verso l’abitato di Great Falls, Montana, e per il padre di Joe è tempo di partire. Prima ancora del passaggio delle fiamme, è stato il suo lavoro ad andare in fumo. Una manciata di giorni insulsi alle spalle, nei quali una vita fatica a stare stipata. Una moglie insoddisfatta accanto, che nella possibilità di cercare lavoro come istruttrice di nuoto vede, prima ancora che un’entrata economica irrinunciabile, la propria personale occasione di riscatto. Nell’imperativo di andare, di unirsi alle squadre di soccorso per domare il mostro di fuoco e fumo, l’uomo scorge l’occasione di tutta una vita: lottare per salvare quanto di più caro, terra e famiglia.
Per salvarsi, in qualsiasi modo ciò sia possibile.
Approfondimento
Scelta e rinuncia, caccia e fuga: sono i poli contrapposti tra cui la storia dolente di Incendi si sviluppa, prendendo il lettore senza però mai riuscire a sorprenderlo.
Vedere il fuoco come semplice minaccia sarebbe riduttivo, in questa storia di distruzione e ricostruzione, dove la tentazione di buttarsi via, non importa a che prezzo, è il vero nemico.
Perché, dopo che le fiamme, elemento espiatorio ancestrale, hanno fatto razzia e scempio di ogni doppiezza, tutto rinasce, pacificato. Da forza distruttiva, il fuoco si fa alleato, fa piazza pulita del sottobosco e dei vermi che vi brulicano.
Libera, purifica, porta a maturazione.
Meritevole di sottolineatura è il tema del rapporto tra genitori e figli, di quell’invincibile crogiolo di emozioni dal quale si forgia il dono di un nuovo Io. E, connessa, la domanda più inquietante, distesa su ogni dialogo come una coltre di fumo: ha senso lottare contro le fiamme, cercare di domare l’incendio, quando esso ci riguarda da vicino? O forse vale la pena di gettarsi tra le fiamme, di abbandonarsi alla spoliazione salvifica che, sola, libera i personaggi dall’adesione forzosa a ruoli stereotipati, di comodo o di circostanza, e mette ali ai loro piedi in un Viaggio alla volta di ciò che di autentico rimane al fondo dei sogni e dei rimpianti di ognuno.
È rivolta al lettore di Incendi, la Domanda. Perché, se tutto fosse vano, tanto varrebbe allora desistere, anteporre alla rivoluzione la tentazione di un tiepido accomodamento, di una ridicola restaurazione.
Materiale infiammabile per un nuovo incendio.
Perché, come avrà ad ammettere lo stesso padre di Joe, più che al meschino gioco delle circostanze, è a sé stessi che è difficile dir di no.
Potrebbe pure piovere adesso, lassù in quei valloni, ma l’incendio non si spegnerebbe lo stesso. Coverebbe sotto la brace e poi ricomincerebbe da capo.