
Autore: Paolo Restuccia
Pubblicato da Fazi - Marzo 2016
Pagine: 270 - Genere: Noir
Formato disponibile: Brossura
Collana: Darkside

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Sembra una cosa semplicissima, andare fino a Lugano, versare l'incasso del locale e tornare a casa dalla moglie. Però le cose per Kurt non vanno proprio nel verso giusto, a cominciare dalla ricomparsa di un suo ex amico che ha un debito nei suoi confronti, fino ad arrivare alla sparizione della sacca con i soldi da versare. Cosa farà ora Kurt?

Andrea Borghi, ragazzo che ama la musica alla follia, decide di inviare i suoi lavori musicali a Zanchi, proprietario di una radio e conosciuto come Diavolo Biondo. Andrea riesce a farsi fissare un colloquio direttamente con Zanchi, che appena lo vede decide di assumerlo come DJ, e da quel momento verrà conosciuto come Kurt. Tutto fila liscio, fino a quando nel 1996 Diavolo Biondo ruberà dieci milioni a Kurt e le loro strade si divideranno.
Una sera di molti anni dopo, siamo ormai ai giorni nostri, Andrea si sta dirigendo a Lugano per versare i soldi dell’incasso del locale notturno che gestisce insieme alla moglie Rita e al cognato, quando, fermo a un semaforo, vede che nella macchina a fianco alla sua c’è proprio Il Diavolo Biondo. Decide così di seguirlo, facendo una deviazione dal suo tragitto, convinto che la meta finale dell’ex amico sia Trieste, ma arrivati all’autostrada lo perde di vista. Kurt decide di fermarsi in un motel e riprendere la strada la mattina dopo, ma al suo risveglio si accorge che i soldi che doveva depositare sono spariti. Il problema è più grosso di quanto sembri perché per il momento, pur essendo in tre a gestire il night, l’unico a incassare è il cognato essendo a credito nei confronti di Kurt e di Rita, così i soldi spariti erano del cognato. Ora non può fare altro che ritrovarli fin all’ultimo centesimo e capire cosa sia successo.
Canticchiavo i rock allegri di Sam Cooke: «Don’t know much about history, don’t know much biology». Questa la sai di sicuro, Wonderful World. No, non è quella di Louis Armstrong, anche se si chiama allo stesso modo. Se scrivi “Sam Cooke” e “Wonderful” su YouTube viene fuori subito, la riconosci alle prime note.
Caratteristica abbastanza innovativa quella scelta da Paolo Restuccia di inserire una specie di colonna sonora per tutto il romanzo Io sono Kurt, che accompagna il lettore durante tutta la narrazione, colonna sinora che si adatta perfettamente alla storia, ma che serve anche per caratterizzare meglio la personalità della voce narrante, rendendolo più concreto e creando una maggiore empatia con il lettore.
Esco dalla pensione Ghega stringendo il manico della borsa con i soldi del locale, per non lasciarli in camera. Non piove più e le strade bagnate sono lucide sotto i lampioni nella notte di Trieste, non fa nemmeno tanto freddo.
Tutte le descrizioni, anche quelle che sembrano inutili o superflue, sono fatte comunque minuziosamente, ma sempre con un tono leggero che permette al lettore di avere idee più chiare inerenti alla storia e agli avvenimenti, ma senza annoiarsi o trovare rallentamenti pesanti nella narrazione.
Hurt finisce e la rimetto tre volte, alla terza non provo più niente e penso che sto facendo solo una stupidaggine triste. Una stupidaggine, sì, perché dovrei essere sulla via verso Lugano.
Molto belle le parti relative ai viaggi introspettivi del protagonista, dove la sua mente viene invasa da molle dubbi che lo rendono sempre più umano e reale, più profondo e concreto, più vivo e sempre più vicino al lettore.
Approfondimento
Io sono Kurt è un romanzo particolarissimo, che, nonostante sia un noir, non ha nessuna delle classiche caratteristiche stilistiche dei noir. La cadenza della narrazione è abbastanza lenta, non tanto da risultare noiosa e monotona, ma abbastanza per dare la sensazione al lettore di seguire le vicende direttamente dalle labbra di Kurt, magari davanti a un buon bicchiere, mentre ci si rilassa dopo una giornata impegnativa e frenetica.