
Autore: Zerocalcare
Pubblicato da Internazionale - Gennaio 2015
Pagine: 42 - Genere: Fumetti
Formato disponibile: Brossura
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Michele Rech, in arte Zerocalcare, è un fumettista italiano, che in Kobane Calling ci racconta in meno di cinquanta pagine le atrocità commesse nel conflitto tra i curdi e lo Stato Islamico sul confine curdo-turco e le esistenze che i coraggiosi e i malcapitati conducono, rischiando quotidianamente la loro vita in una macabra danza con la morte, in bilico sulla lama di quel grande rasoio che è la morte, e che potrebbe tranciarli in due da un giorno all’altro.

Se anche stanotte durasse cent’anni, staremo in piedi abbracciati a un sogno che una scritta sul volto: da qui non si passerà.
Certamente il passaggio da Rebibbia a Kobane, nel bel mezzo del conflitto fra i volontari curdi e i militanti dello stato islamico, non deve essere facile, soprattutto per un cronista e fumettista poco più che trentenne. Eppure Zerocalcare accetta con grande entusiasmo l’incarico, senza rendersi neppure conto dell’esperienza che sta per affrontare e dei reali motivi per cui sta per partire. Perché è giusto difendere l’esperienza dei curdi del Rojava, che indica una via di convivenza pacifica per il Medio Oriente, certo, perché è giusto diffondere informazioni differenti da quelle sul conflitto e sugli attentati che dominano i media italiani, naturalmente, perché, in fondo, il passaggio da “fumettista disimpegnato” a cronista di guerra è estremamente allettante, ma anche per qualcosa in più. Per qualcosa che Zerocalcare non riesce a mettere bene a fuoco all’inizio del suo viaggio, e che riuscirà a capire solo dopo mesi di convivenza con personaggi di ogni genere: bambini pieni di voglia di vivere anche fra le cannonate dell’Isis e della contraerea turca e americana, anziani migranti tornati dalla Germania per assistere a questo momento di svolta epocale per il loro Paese, i combattenti, rivelatisi poi dei veri e propri “eroi della porta accanto”, fino alla tenace e determinata Nasrin Abdallah, la giovane leader della resistenza femminile curda (YPJ). E alla fine capirà, capirà quella verità che alberga nascosta nel fondo del cuore di ognuno di noi, ma che solo un’esperienza drammatica può tirar fuori e che solo un’elevata sensibilità è in grado di cogliere.
Kobane Calling è un viaggio alla scoperta del mondo che ci circonda e della nostra interiorità, a tratti malinconico, altre volte estremamente riflessivo, che presenta concetti di estrema profondità e delicatezza con lo stesso stile, linguaggio e semplicità con la quale si potrebbe discutere di come preparare la cena o della partitella con gli amici nel campetto parrocchiale.
Tutta l’opera è impregnata di un’acuta ironia di fondo, che rende la trattazione dei temi ancor più gradevole, e contribuisce a farne un testo per lettori di tutti i gusti e tutte le età. La veridicità e la semplicità dei personaggi fa sì che sia molto semplice calarsi nei loro panni, vivere le loro vite, vedere con i loro occhi e respirare quei radi, magnifici soffi di vita che spezzano la brutalità e la crudeltà di una guerra insensata.
Approfondimento
Si rimane davvero desiderosi di riflettere e di informarsi di più sulla questione curda, e sorgono molti interrogativi. Cosa faremmo noi al posto di un padre di famiglia la cui casa, a poche centinaia di metri dal fronte, è occupata dai militanti dello Stato Islamico? Avremmo mai il coraggio di seguire i passi di un ormai anziano curdo emigrato da decenni in Germania, ma che sceglie di tornare nel suo Paese natale, a rischiare la vita, per non perdere un momento cruciale della Storia? Saremmo in grado di mostrare la stessa determinazione delle donne che da mesi combattono l’Isis con mezzi di fortuna, coraggio indomito e volontà incrollabile?
E invece è una cosa che conosci benissimo. Che ti porti sempre dietro. Il cuore. No uno qualsiasi. Il tuo. Con i suoi bozzi, le sue cicatrici, le sue toppe.
Andrea Margutti