
Autore: Phil Knight
Pubblicato da Mondadori - Maggio 2016
Pagine: 298 - Genere: Autobiografico
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Ingrandimenti

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Oregon, 1962. Buck ha 24 anni, si è da poco laureato alla Stanford University e non riesce a smettere di pensare alla sua “Idea Folle”. Un’idea nata tra i banchi di scuola, durante il corso di imprenditorialità: im-portare scarpe sportive a basso costo dal Giappone per rivederle negli Stati Uniti. Buck all’anagrafe è Phil Knight e la sua Idea Folle è quella che oggi chiamiamo Nike.

Recita il Codice Civile: “È imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”. Phil Knight, nel suo libro autobiografico L’arte della vittoria, dimostra che essere imprenditore è molto più di un mero concetto economico.
La sua straordinaria esperienza imprenditoriale, che oggi registra un fatturato di oltre 30 miliardi di dollari, ha inizio quando Buck ha solo 24 anni, una buona dose di pazzia e un’Idea Folle da realizzare: partire per il Giappone, prendere accordi con un’azienda leader nel settore delle calzature, acquistare scarpe sportive di buona qualità a basso prezzo e quindi rivenderle negli Stati Uniti.
Inaspettatamente suo padre decide di concedergli un prestito, così Buck, alla vigilia del Ringraziamento del 1962, parte per un lungo viaggio attraverso i cinque continenti, con una meta ben precisa: l’Asia.
Un anno dopo, quasi per gioco, Buck fonda la Blue Ribbon assieme al socio Bill Bowerman, famoso allenatore di atletica leggera. Inizialmente Buck utilizza la casa dei genitori come magazzino in cui stipare le migliaia di scarpe e la sua auto come punto vendita principale, ma con tenacia e passione riesce ben presto a far crescere il volume d’affari. Il giovane imprenditore valorizza le sue conoscenze economiche per creare un’efficiente rete di vendita e per gestire al meglio i prestiti bancari; Bowerman di contro, mette in gioco il suo estro creativo e progetta nuovi modelli di scarpe, volti ad aumentare le prestazioni e il comfort degli atleti americani.
I due soci non possono di certo immaginare che quella semplice attività di import è destinata a diventare un affermato colosso nel mercato globale. La Blue Ribbon non è altro che la fase embrionale della Nike Inc, e lo swoosh stampato sulle scarpe di Buck è oggi uno dei brand più conosciuti e desiderati al mondo.
Impresa è investimento. Impresa è rischio. Impresa è, soprattutto, passione. Phil Knight ha saputo osare, ha saputo circondarsi di personalità talentuose, ha saputo fronteggiare le avversità con tenacia e ha saputo vincere. Perché Nike è la dea della vittoria e la Nike Inc non poteva che essere un’impresa vincente.
Approfondimento
Perché leggere L’arte della vittoria?
Un’autobiografia di quasi quattrocento pagine, scritta da un business man pensionato, inevitabilmente densa di concetti giuridico economici. La cosa non sembra allettante.
Eppure quello di Knight è un libro che si merita un posto nello scaffale. Non è solo la storia di un imprenditore, ma anche quella di un uomo. Non parla solo di un’azienda di successo, ma di una vita divorata, vissuta a pieno, amata in ogni suo aspetto.
La Nike di Buck non era come quella che conosciamo oggi, affermata, di successo, con un fatturato esorbitante. La Nike di Buck era quella in perenne deficit di liquidità, che lottava contro la banca rotta e che non poteva nemmeno sognarsi di competere contro Adisas o Puma. Eppure Phil Knight ci ha creduto fino in fondo, spalleggiato da Bowerman e da un team entusiasta, ha perseguito fino in fondo la sua Idea Folle e l’ha trasformata in un’Idea Geniale.
L’arte della vittoria è un libro estremamente interessante, che lascia un piccolo insegnamento a chi decide di curiosare tra le sue pagine.
Andate a correre con le vostre Adidas, ma non lasciatevi fuggire la favola Nike.