Autore: Madeline Miller
Pubblicato da Marsilio - Gennaio 2019
Pagine: 382 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Universale economica Feltrinelli
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Nel mondo luminoso degli eroi omerici, Patroclo e Achille, fin da giovanissimi, vivono un sentimento profondo e personalissimo, che nasce naturalmente e si sviluppa in modo altrettanto spontaneo. Punto fermo tra le peripezie del mito, rende inscindibili l’avvenire di uomo di Patroclo e il destino glorioso di Achille, l’eroe brillante.
L’incontro tra i protagonisti di La canzone di Achille, Patroclo e Achille, è del tutto casuale, conseguenza di un gesto impulsivo dell’uno e della magnanimità del padre dell’altro. Fin dalle prime pagine viene rimarcata la differenza abissale che c’è tra i giovani quanto ad aspetto, valore, carattere e carisma, ma presto i due superano le loro storie passate apparentemente inconciliabili e non si lasciano spaventare dai progetti per l’avvenire che rischiano di allontanarli. Quello che conta è stare insieme a ogni costo, crescere vicini, affrontare il destino uniti, loro così diversi, per tutto il tempo della loro giovinezza, fino alle tragiche vicende della guerra di Troia, oltre il volere di Teti che vorrebbe fare di Achille un dio; ma “gli dei erano freddi e distanti, lontani come la luna, e non avevano nulla dei suoi occhi vivaci, del calore divertito del suo sorriso”.
Durante la lettura di La canzone di Achille è stato piacevolmente sorprendente riconoscere molti personaggi famosi della mitologia, generalmente tratteggiati dall’autrice con il garbo, l’affetto e la precisione di chi ha amato e studiato questi soggetti e le loro vicende; gli amanti della mitologia sorrideranno in particolare leggendo i dialoghi tra l’affettuoso e il cameratesco di cui sono protagonisti Odisseo e Diomede. Non solo: un altro spunto seducente e che fa viaggiare con la mente è quello che nasce dalla descrizione delle ambientazioni, specie nella prima parte del romanzo. Le descrizioni degli idilliaci paesaggi naturali che fanno da cornice alle vicende dei due giovani, chiaramente ispirate ai classici della letteratura, trasportano lontano il lettore, che ricorderà facilmente lo splendore della vegetazione e la purezza delle acque greche; d’altro canto l’austera calma delle sale di rappresentanza dei re creano un’atmosfera elegante e sospesa che sa di intrighi, eroi, principesse, come quella che si respira all’interno dei siti archeologici.
Nel romanzo mancano momenti di vera tensione, di suspence reale, forse complice il fatto che la storia è quella celeberrima tramandata dalla tradizione. Tuttavia, forse, è proprio il tipo di rapporto che c’è tra Achille e Patroclo a essere praticamente privo di turbamenti; il loro sentimento, una volta nato, ha un che di necessario, per chi lo vive e per chi ne è spettatore. Nonostante tutto, nonostante non sia del tutto onorevole per un ragazzo dopo una certa età avere un amante, tutti lo accettano: Peleo per primo, poi Chirone, poi tutti i guerrieri riunitisi a Troia. È come se il loro rapporto avesse il carattere dell’ineluttabilità, che si intona così bene con le vicende del destino di Achille: comunque vada, insieme.
La canzone di Achille sarà particolarmente apprezzato dagli appassionati di cultura classica e da chi ama le storie intense e gli amori assoluti.
Approfondimento
Se è vero che Achille è la stella del romanzo, una scelta narrativa particolarmente azzeccata è stata quella di presentare situazioni, sentimenti e personaggi attraverso la prospettiva tutta umana di Patroclo che, lungi dall’essere un eroe, riesce a cogliere l’aspetto più profondo e più autentico delle persone, grazie al suo carattere fortemente empatico (come ad esempio nel caso di Deidamia e Briseide), e sa vivere la disgrazia e la disperazione come anche la gioia e l’appagamento da vero mortale, quindi, come lo vivrebbe ognuno di noi. È così per il profondo disagio che gli procura il padre, l’affetto e la commiserazione per la madre, la rabbia incontrollata per la provocazione di un compagno, l’amore per Achille… In altre parole, Patroclo sa vivere appieno e analizzare il presente, e se è imperfetto è perché è un personaggio reale e genuino, in cui il lettore si può immedesimare; in confronto, Achille appare più distaccato, lontano, come una statua, o un’autentica divinità, soprattutto quando la prospettiva della gloria eterna, il suo destino, arriva come un velo ad offuscargli la mente.
Achille non avrebbe combattuto. […] Nessuna attenuante, nessuna pietà. Eppure, la mia mente continuava una ricerca frenetica e disperata di qualcosa che, speravo, potesse ammorbidirlo
Beatrice Martelli