
Autore: Simonetta Agnello Hornby
Pubblicato da Feltrinelli - Febbraio 2019
Pagine: 263 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Universale economica
ISBN: 9788807033025

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La vita della Mennulara, la ragazzina che raccoglieva mandorle cantando, viene raccontata da coloro che l’hanno conosciuta tra pettegolezzi e mezze verità. Mai vengono valicati i confini di Roccacolomba, archetipo del paesino siciliano del secondo dopoguerra immaginato vicino a Catania, cornice di una terra unica.

Ha ragione, non è facile definirla. Senza dubbio era dotata di notevole intelligenza, nonché di una certa cultura: una donna complessa. A casa si rideva della sua segretezza: mio padre sosteneva che se fosse nata maschio sarebbe diventata capomafia, la chiamava ‘fimmina di panza’.
Per i più La Mennulara, per pochi Maria Rosalia Inzerillo, per tutti Mennù, questa è la criata che dalla giovinezza serve a casa della famiglia Alfalippe e che fino alla morte vi è rimasta come domestica fedele. Della sua vita ricordano tutti il periodo come raccoglitrice di mandorle, a cui segue un vuoto ripreso solo dal momento in cui diventa cameriera, ma a questo si aggiungono altre incongruenze: il rapporto che aveva con l’avvocato Orazio, il capofamiglia, l’essere diventata da donna di servizio l’amministratrice dei beni e terre degli Alfalippe, e quella strana diceria sulla presenza di un patrimonio tutto suo, del quale non si sa spiegare la provenienza, che nessuno ha il coraggio di pensare sia collegato alla mafia.
Il libro è suddiviso nei giorni successivi alla morte della Mennulara, con capitoli tendenzialmente brevi in cui personaggi appartenenti a classi e ambienti differenti discutono i propri pensieri sulla donna. È proprio dalla sua morte che ha inizia il diffuso chiacchiericcio per tutta Roccacolomba, e il lettore entra a far parte del complesso intreccio di aneddoti e cocci di ricordi con cui si tenta di ricostruire una vita disseminata di misteri.
Approfondimento
In questa riedizione, Simonetta Agnello Hornby ha voluto dipingere un ulteriore frammento di Sicilia del secondo dopoguerra: la permanente distanza tra padroni e servi a cui i siciliani rimangono ancorati nonostante il processo di trasformazione e di crescita economica che coinvolge il resto della penisola, il continente.
L’intero paesino di Roccacolomba non riesce a trattenersi dal parlare della Mennulara proprio in quanto cameriera sfuggita al proprio destino, andando a creare tante versioni diverse quante le persone non ancora in grado di vedere, o accettare, la semplice realtà dell’animo umano.
Simonetta Agnello Hornby sceglie di raccontarlo attraverso una pluralità di voci che si scambiano pettegolezzi, segreti o impressioni su una donna a cui hanno sinceramente voluto bene o che hanno voluto detestare per il suo non essersi accontentata di ciò che gli altri imponevano che fosse.
Tra le varie voci viene scelto di non prediligerne alcuna, quasi a identificare il lettore come abitante passivo delle voci altrui ed insieme unico destinatario delle svariate verità della Mennulara, la quale, infine, emerge tra le migliaia di parole nel suo magnifico ruolo di unificatrice.
Il mio dovere è di servirli, e sono capace di farcela. Non sono stata io a scegliermi dei padroni che mi sono inferiori. Padroni sempre sono, e io sono destinata a essere la loro serva.
Matteo Longoni