
Autore: Massimo Recalcati
Pubblicato da Einaudi - Maggio 2014
Pagine: 104 - Genere: Psicologia / crescita personale
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Frontiere Einaudi

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La solitudine è tra le condizioni umane che più ci spaventa; anche Gesù la provò, proprio quella notte, mentre alla sua invocazione di salvezza non giungeva alcuna riposta. Ma siamo sicuri che quel silenzio non rappresentasse già di per sé un messaggio? Sempre alla ricerca di segni, manifestazioni visibili e tangibili, temiamo il tradimento ma non sappiamo riconoscerlo. La notte del Getsemani porta con sé un insegnamento, che in quanto uomini, è bene conoscere.

Siamo di fronte ad uno dei momenti più importanti ed emblematici della storia di Gesù: i suoi ultimi attimi di vita tra confessione, tradimento, delusione e smarrimento. È in quella notte che egli si mostra nella sua fragilità di uomo e ci dona il suo ultimo insegnamento; quale?
L’ora del Getsemani è l’ora della caduta di Dio, o, meglio, è l’ora dove il Dio cristiano si rivela essere solo uomo, intaccato radicalmente dal negativo. L’ora del Getsemani non è l’ora di Dio ma quella dell’uomo. E’ l’ora in cui Dio appare spogliato; l’ora della caduta della sua gloria.
Massimo Recalcati con questo libro non si limita a ripercorrere le vicende raccontate dai Vangeli, ma ne analizza gli aspetti più cruciali regalandoci una nuova chiave di lettura. Da una prospettiva psicologica e filosofica emergono elementi di coincidenza con vite legate all’antica Grecia e nuove interpretazioni dei legami tra il maestro e i suoi discepoli.
Le figure guida di questa lettura sono i due discepoli per eccellenza, quelli più vicini a Gesù: Pietro e Giuda. Due figure descritte sempre come poli opposti, ma che possiedono un evidente punto di congiunzione: il tradimento. Infatti, ci viene ricordato che Il traditore non è mai un estraneo, perché per essere tale deve possedere un legame di particolare intimità con il tradito. Nel caso dei due discepoli, il rapporto positivo tra maestro-allievo viene interrotto in entrambi i casi, ma con conseguenze differenti.
Il gesto umanissimo di Pietro ci insegna che la fragilità e la contraddizione appartengono anche all’amore più puro, al desiderio più deciso, che, sempre, la vita umana è esposta al rischio dello smarrimento e dello sbandamento.
Ne La notte del Getsemani, Gesù stesso ci mostra due comportamenti differenti di fronte alla morte: quello di un uomo spaventato dal suo destino, in cerca di aiuto e compassione paterna e quello di un uomo fedele e credente, capace di accettare il sacrificio. Secondo Recalcati, il sacrificio di Gesù può essere comparato a quello di Socrate, ma con delle differenze che riguardano soprattutto lo stato emotivo e mentale con il quale entrambi sono giunti a tale momento cruciale.
Nel libro, Recalcati cita anche alcuni dei suoi maestri, tra cui Lacan e Bonhoeffer. Fu proprio quest’ultimo ad affermare:
L’ateo che dubita, che fa esperienza radicale della solitudine, assomiglia di più al Gesù del Getsemani che non il credente che non conosce il dramma del dubbio.
Un’affermazione di forte impatto che non può non sollevare pareri e opinioni discordanti. Eppure, proprio un’osservazione accurata degli avvenimenti che caratterizzano La notte del Getsemani ci dimostra come lo stesso Gesù ha dovuto fare esperienza dell’abbandono e di quel silenzio da parte del Padre, che non gli eviterà la sua pena, ma lo aiuterà a comprenderne il significato. Si potrebbe dire che l’insegnamento del Getsemani è che l’assenza di Dio lo rende, paradossalmente, più vicino all’uomo.
Approfondimento
Il tema scelto da Massimo Recalcati per questo libro non è affatto semplice e a tratti, si potrebbe dire, rischioso. Nonostante ciò, anche questa volta l’autore è stato in grado di fornirci una chiave di lettura di facile comprensione, anche per i non appartenenti al suo settore disciplinare. Il libro è scritto bene, ogni concetto viene spiegato in maniera chiara e per nulla ridondante. Sono molti i punti di riflessione che emergono da questa analisi e ognuno di questi trova una risposta grazie a una possibile spiegazione offerta dall’autore. Il suo punto di vista aiuta a focalizzarsi su un’idea di Gesù come uomo, mostrandoci la vera forza della lezione cristiana, ovvero che: “solo chi conosce la caduta può conoscere la sua gloria”.
Benedetta Mangiò