
Autore: Silvia Ballestra
Pubblicato da Bompiani - Ottobre 2019
Pagine: 276 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narratori italiani
ISBN: 9788845299056

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“Al contrario di chi si era visto crollare il mondo addosso, loro con quella vendita chiudevano per sempre una piccola storia e si congedavano da un passato remoto e dai luoghi di famiglia, per scelta. O, almeno, così pensavano loro.”
Un romanzo attualissimo nel suo raccontare di cose ormai antiche, di vite dedicate alla terra, di intrecci d’esistenze che si intessono nella campagna marchigiana, in un tempo presente che rimanda costantemente a radici passate ma mai dimenticate.

Il mondo ormai è cambiato: Olga e Nadia ne sono l’evidente dimostrazione. Sorelle discendenti da una famiglia che per generazioni si è dedicata alla terra, dopo un’infanzia vissuta tra frutteti e vaste coltivazioni dei più vari ortaggi le due donne hanno fatto tesoro di quel che il loro padre diceva sempre: «Per carità, tenetevi lontane dall’agricoltura e dalla campagna, voialtre.»
Le vite di Nadia e Olga hanno quindi preso direzioni diverse dai loro avi: università, periodi all’estero, mariti, figli. Dopo la morte del padre la terra è stata affittata ad un mezzadro e qualsiasi investimento agrario è stato messo da parte.
È però una stagione nuova, quella che vivono le due sorelle: trovatesi a vivere in un mondo diverso da quello della loro infanzia, assistono ai grandi cambiamenti dell’epoca moderna. La gente vuole frutta fresca in qualsiasi momento dell’anno, le normative Cee inficiano qualunque tentativo di investimento agrario, il mercato si fa feroce e badare ai campi ha smesso di essere remunerativo: l’unica soluzione è dedicarsi ad altro, e lasciare i campi a chi è disposto a sudare per ottenervi qualcosa.
Eppure, la terra non si lascia dimenticare così facilmente, non accetta di essere messa da parte, radicata com’è nel cuore delle due protagoniste. Ecco infatti che, presa la decisione di venderla, Olga e Nadia si troveranno costrette a combattere una battaglia più grande di loro, fatta di rilevazioni cartografiche e accordi fondiari, di raccomandate e strette di mano, firme e timbri. In un’Italia appena sconquassata dal terremoto del 2017 Olga e Nadia scoprono in sé stesse l’analoga recondita fragilità che la terra ha dimostrato d’avere. Come i palazzi caduti in tante città del centro Italia le due sorelle rivivranno con nostalgia i ricordi d’infanzia, quando tutto era più semplice, quando la notte non si dormiva per pensare ad un amore finito o un bacio mancato; ora, invece, le due donne s’accorgono improvvisamente d’essere cresciute, e di perdere il sonno per la paura di non aver compilato correttamente un documento, o di non aver inviato quella raccomandata urgente.
Come le palme che popolano parte del loro appezzamento e che i nuovi aspiranti proprietari vogliono vedere scomparire, così le protagoniste di questo racconto si sentono sradicate dal loro luogo natale, abbandonate come le loro palme, prive di terra stabile e sicura sotto i piedi.
Approfondimento
Un racconto che sa farsi moderno pur nell’antichità dei suoi contenuti, o che forse è antico pur trattando di fatti attuali.
Silvia Ballestra riesce infatti a mescolare magistralmente i tempi della narrazione, intrecciando a fitta trama passato e presente, creando così un’unica tela su cui dipanare la storia di due sorelle, della loro storia di vita, dei loro legami affettivi.
Quello che appare un racconto incentrato sul tentativo di vendere un pezzo di terra si apre a specchio che possa mostrare non solo le due individualità di Olga e Nadia, ma che racconta di tutto un mondo apparentemente superato ma ancora vividissimo e pulsante. Silvia Ballestra ci racconta, in un libro candidato al Premio Strega 2020, la storia della campagna, dei suoi mezzadri, dei rapporti tra contadini e gente del paese, delle paure e delle voci che girano tra un frutteto e l’altro. Ci racconta del punteruolo rosso, malattia che rovina irrecuperabilmente le palme, come ci racconta della globalizzazione, che stravolge i ritmi del mercato e della vita umana.
Ci racconta di vite, storie pulsanti, esistenze che reclamano d’essere considerate dall’occhio ormai troppo superficiale del mondo, per far rivivere qualcosa che all’apparenza sembra essere dimenticato.
Emma Toniolo