Autore: Matteo Stafforini
Pubblicato da Officine Editoriali - 2013
Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: eBook
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La sindrome di cappuccetto rosso, un libro che, se non lo si legge con attenzione e con lo giusto spirito, può venire sottovalutato o addirittura frainteso. Racconta, tra umorismo per rendere tutto meno pesante e serietà per far riflettere, le disavventure amorose di un uomo alle prese con le categorie di donne più eccentriche e affette dalla “Sindrome di cappuccetto rosso”. Per chi fosse a digiuno su questo argomento ecco una breve e concisa spiegazione: è definita “Sindrome di cappuccetto rosso” quella mania di molte donne di voler a tutti i costi sedurre il lupo cattivo nonostante lo si reputi pericoloso.
Poi questa Sindrome, come spiega l’autore Matteo Stafforini, spesso si accorpa con quella di Peter Pan, rendendo le donne che ne sono affette delle macchine di distruzione ed una vera spina nel fianco per gli uomini che sono solo in cerca di una storia duratura e tranquilla. L’autore stesso definisce il suo scritto come qualcosa “che si legge e si posa lì sullo scaffale in bella vista”, qualcosa che non rimarrà nella storia ma farà comparire un sorriso sul volto dei lettori almeno per un po’. Fa riflettere, certo: le cinquantatré pagine sono ammalianti, catturano e non si riesce a saltare nemmeno una lettera, nonostante si brami arrivare alla fine e leggere sempre di più. Si ride leggendo, ci si sente leggeri.
Ma, arrivati alla fine, si percepisce una pesantezza affatto negativa: qualcosa si è insinuato in noi. Forse il dubbio o forse la consapevolezza della veridicità delle parole appena lette, fanno sì che si crei nel lettore una confusione tale da portare a riflettere intensamente su quella che è la nostra società e come ci rapportiamo ad essa. Difatti lo scopo del libro non è quello di insultare o disprezzare: ma analizza come le donne si stiano mal-adattando ad una società a sua volta mal-adattata a loro, con un pizzico di umorismo per rendere tutto più leggero. Alla fine l’autore parla di uguaglianza ed emancipazione, arrivando alla conclusione che non ci potrà mai essere uguaglianza finché esisteranno due sessi differenti e mai emancipazione finché la si vedrà come un dare privilegi e non un rendere uguali le situazioni tra i due sessi.
Niente polemiche, dunque: basta guardare a sé stessi e al mondo con un po’ di realismo, obiettività e umorismo. E, come suggerisce l’autore con parole graffianti, con una buona dose di umiltà e poco narcisismo.
Benedetta Talluto