Autore: Uwe Timm
Pubblicato da Mondadori - Aprile 2015
Pagine: 255 - Formato disponibile: Brossura
Collana: Scrittori italiani e stranieri
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Può una passione improvvisa, un desiderio che non ha ragioni se non un’affinità elettiva, sconvolgere le certezze sulle quali si fonda la propria vita? Escheban potrebbe affermare di sì, perché lui quel desiderio l’ha provato per Anna, sposata con l’amico Ewald, e per questo sentimento così volatile ma forte ha perso la compagna Selma e ha compreso quanto la vita che stava vivendo, all’apparenza così serena, in realtà non sia più la vita adatta a lui.
«Il desiderio è la fame dei corpi, la sete dei corpi.»
«E la differenza fra il desiderio e la brama?»
«Voler possedere.»
Senso del dovere e desiderio: quando portano su due strade diverse, questi due sentimenti inevitabilmente si scontrano e la scelta di cedere all’uno o all’altro comporta cambiamenti inaspettati e traccia il futuro della propria esistenza.
Ne La volatilità dell’amore di Uwe Timm si racconta questo, di quanto un improvviso e inaspettato desiderio amoroso possa sconvolgere equilibri ormai consolidati e cedervi significhi fare i conti con sensi di colpa e incertezze, ma quell’affinità che si prova verso un altro individuo è tanto inspiegabile quanto impossibile da ignorare, anche se indefinito e spesso labile.
Uwe Timm racconta, attraverso passaggi tra presente e passato, la storia dal punto di vista di Eschenbanch, il protagonista, un uomo che, dopo aver seguito il cuore e la passione per Anna, la moglie dell’amico, ignorandone le implicazioni e le conseguenze che una relazione tra loro avrebbe significato per quel matrimonio e per la sua relazione stabile con Selma, ha visto crollare tutto attorno a sé: un matrimonio fallito, la sua relazione e il fallimento della sua azienda di software. A un’età avanzata in cui crede ormai di aver consolidato la propria vita, aver fatto le sue esperienze di vita, maturato le sue convinzioni e consolidato i suoi comportamenti, si vede costretto a riconsiderare tutto e rimettersi in gioco per un’affinità e un desiderio che non avrebbe mai creduto di poter più vivere. È in quel momento che si trova a un bivio, e la sua scelta è di rinunciare, di lasciarsi alle spalle tutto e trasferirsi su quell’isola del mare del Nord, in cui passare il tempo a scrutare gli uccelli, riflettere e vivere nei ricordi.
Il ritorno improvviso, anche se rapido e momentaneo di quella donna che ancora sente addosso, innesca i ricordi, che l’autore utilizza per raccontarci la storia di queste due coppie così intrecciate attraverso con continui flashback davvero molto particolareggiati, con dettagli che spesso ho trovato superflui.
La volatilità dell’amore è un romanzo in cui Timm cerca di trasmettere le proprie verità su amore e desiderio, ma che purtroppo a mio parere non coinvolge emotivamente come forse avrebbe dovuto. Lo stile narrativo è molto particolare, l’uso della terza persona con punto di vista esterno, anche se attraverso gli occhi del protagonista, la totale assenza di dialoghi, le descrizioni dei luoghi avrebbero dovuto creare la sensazione di solitudine provata dal personaggio principale, invece mi sono risultati molto pesanti, hanno rallentato notevolmente il ritmo della lettura e i continui passaggi tra presente e flashback sono repentini e poco delineati, al punto che davvero troppo spesso non sono riuscita a comprendere di quale momento stessi leggendo.
Purtroppo tutti questi aspetti non mi hanno consentito di godere appieno di frasi significative riguardo all’amore sulle quali ci si sarebbe dovuti soffermare maggiormente a riflettere.
Approfondimento
Leggere La volatilità dell’amore non mi ha purtroppo trasmesso le emozioni sperate. Trovarsi davanti a un intreccio di coppie così particolare e, a mio parere al limite del probabile per un sentimento che alla fine si scopre così labile non mi ha convinto, lo avrei compreso se lo stesso fosse stato forte al punto di trovare una ragion d’essere, ma l’epilogo mi ha lasciato perplessa a e insoddisfatta, come se tutto ciò che l’autore aveva raccontato non avesse una sua collocazione, positiva o negativa che fosse, è rimasto tutto sospeso nel ricordo.
Oltre alla poca chiarezza dei passaggi temporali, le descrizioni sono a tal punto minuziose che vengono messe quasi sullo stesso piano dei sentimenti, facendoli quasi sparire, nascosti dall’infinità di parole utilizzate. Al contrario i personaggi e i loro pensieri, le loro sensazioni, sono stati messi in secondo piano, non permettendomi di sentirmi partecipe e comprenderne gli atteggiamenti.
È sicuramente un testo non semplice, un romanzo che dovrebbe stimolare riflessioni sui sentimenti e il loro peso nella vita, ma questi ragionamenti mi sono sembrati in qualche modo schiacciati sotto il peso della confusione e della monotonia narrativa.
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