Autore: Ignazio Silone
Pubblicato da Mondadori - Febbraio 2020
Pagine: 156 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura
Collana: Oscar moderni
ISBN: 9788804720768
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Mentre le tagliole vengono seminate con l’intento di catturare una volpe, che sta minacciando da giorni i pollai della zona, e un uomo si aggira nella campagna svizzera alla ricerca d’informazioni che svelino la presenza di un gruppo di antifascisti, Daniele vive il suo rapporto con i tempi e la politica, con la sua coerenza e il suo credo. Ma anche con una figlia e con i sentimenti di lei e, alla fine, anche con i propri. Con quella pietà che lo porterà ad avere uno sguardo diverso sull’uomo. A non vedere solo il bianco e il nero, ma anche i toni del grigio.
Sullo sfondo, a mitigare tutto, la preparazione della festa delle Camelie.
“Cosa ne ricava? Quale vantaggio?”
“Nessuno; anzi gli costa strapazzi e denaro. Ma è come se in quel rischio egli avesse riposto il suo onore.”
“”Che cosa?”
“Il suo onore d’uomo, il suo orgoglio. Temo che, senza di esso, per lui la vita non avrebbe senso.”
Così è Daniele. Prima figlio che sceglie di lasciare la campagna e di rifugiarsi in città, per ribellarsi a un padre oppressore e despota, un padre che è arrivato a bruciare i libri della moglie, urlando che una donna non può leggere romanzi. Ma che poi in quella campagna deciderà di tornare alla morte del genitore, e lo farà accettando l’eredità di lui e portandosi a seguito la moglie Filomena e due figlie, Luisa e Silvia, la primogenita, con la quale ha un rapporto di confidenza e intimità.
Poi, e soprattutto, Daniele è un idealista, un uomo che lotta per il giusto, una figura di riferimento nella lotta antifascista, e anche un padre che vorrebbe che la figlia scegliesse un uomo come lui.
“Mi auguravo per te un uomo non banale, ecco tutto.”
“Un eroe?”
Daniele non rilevò l’ironia.
“No, semplicemente un uomo onesto.”
Ma Silvia, sceglie di innamorarsi, di innamorarsi di un misterioso forestiero, e questa scelta avrà delle tragiche conseguenze.
Ignazio Silone scrive per la prima volta un romanzo ambientato oltre il confine italico, oltre le sue terre. È un romanzo scarno il suo, essenziale, quasi un racconto lungo da leggere tutto in un fiato, anche perché a tratti assume i toni del romanzo giallo, di quel genere di racconto di cui vorresti ti venisse svelato subito il mistero, l’epilogo. C’è la cospirazione, c’è il ricatto, c’è la necessità di tener nascosto il proprio essere antifascisti. E c’è appunto la lotta politica, la diffidenza verso il nemico e, forse, verso tutti coloro che amici non sono, gli sconosciuti. C’è una lotta polita che mette gli uomini contro gli uomini.
Chi è Cefalù il ragazzo di cui si è innamorata Silvia? Cosa nasconde? Questo si chiede Daniele, questo si chiede il lettore.
E, nel mentre, una volpe sta seminando paura tra i pollai della zona e gli abitanti del paese cercano invano di catturarla seminando e nascondendo tagliole. Metafora forse questa della necessità di estirpare e sconfiggere il nemico. Il fascista appunto.
“Noi e i nostri avversari abbiamo disseminato di tagliole tutto il terreno; ma siamo costretti a muoverci nello stesso spazio. Ognuno dunque rischia di essere vittima del proprio inganno …”
Con La volpe e le camelie Ignazio Silone, come ha affermato lui stesso in un’intervista, pare volerci presentare un occhio più imparziale sull’uomo fascista, ma non di certo sul Fascismo.
Ed è, infatti, così che fa parlare uno dei personaggi della sua storia
“Lo so” rispose “Il fine ultimo vuoi dire. Ma anche il loro ideale, astrattamente parlando, è nobile. A riflettere a mente serena, la patria l’ordine la tradizione non sono mica parole spregevoli, non ti pare? È la violenza che le rende false e odiose”
E lo stesso Cefalù, l’innamorato di Silvia, nonostante il suo essere fascista e quindi nemico detestabile, alla fine compierà un atto nobile mosso proprio dall’amore verso la ragazza. E Daniele non potrà fare a meno di riconoscerlo, non potrà fare a meno di vedere che un uomo è un uomo, aldilà dei pregiudizi, aldilà dall’essere fascista o antifascista. Un uomo, prima di tutto. Un uomo che deve fare i conti con i propri sensi di colpa e, magari inchinare la testa all’amore, sacrificare qualcosa per questo. Un uomo che deve valutare le proprie priorità.
Daniele si espone così al sentimento della pietà e, certo rimanendo uomo fiero e fedele alle proprie ideologie, riuscirà comunque a perdonare e a commuoversi per le lacrime della figlia e probabilmente a concederle un abbraccio.
Approfondimento
Ha il titolo che pare essere quello di una favola di Esopo questo breve romanzo di Silone. Quindi, forse, dobbiamo cercare la morale che nasconde. Che se in un primo tempo pare essere che
“il cielo è dei furbi”
di quella volpe che non si riesce a catturare e di quel giovane fascista che con l’inganno riesce ad arrivare dove vuole. A ben vedere forse non è proprio così. Perché alla fine l’animo umano può arrivare ad avere quel motto di compassione che rimette in gioco il tutto. E non sempre i furbi vincono, perché prima o poi troveranno una trappola nella quale inciampare. Che sia la prigionia di una tagliola, o la dolcezza di quella camelia capace di svelare quel lato più puro e pregno di sentimenti, quel lato, in fondo, più fragile.
Monia Merli