
Autore: Stefan Zweig
Pubblicato da Garzanti - Luglio 2022
Pagine: 112 - Genere: Biografico, Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I piccoli grandi libri
ISBN: 9788811005148
ASIN: B0B2W9Z347

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“Ma in fondo ogni ombra è anche figlia della luce, e solo chi ha conosciuto luce e tenebra, guerra e pace, splendore e decadenza, può dire di avere vissuto davvero.”
Ultimo capitolo della sua biografia: “Il mondo di ieri”, “L’agonia della pace” ci fa rivivere l’intramezzo tra le due guerre, dal punto di vista di Zweig, scrittore e critico letterario austriaco, dei primi del ‘900, che in maniera molto intimistica ed accorata ci descrive il declino dell’umanità, l’abbandona della razionalità a favore del becero istinto.

Sono cose di poca importanza, lo so, sono inezie in un’epoca in cui la vita umana perde valore più rapidamente della moneta.
Nel 1934 Stefan Zweig era uno degli scrittori austriaci più conosciuti e tradotti al mondo, residente a Salisburgo in un periodo in cui l’Austria ospitava moltissimi intellettuali, la vita era fervente e mondana, fino all’”Anschluss”. Stefan, da sempre convinto antinazionalista, e contro i totalitarismi, lascia casa e moglie e si trasferisce a Londra, dove ci racconta in un susseguirsi di emozioni, paure, incontri e riflessioni l’inesorabile ascesa di Hitler.
Interessante è la riflessione sulla stampa del Regno Unito, che prese piuttosto sottogamba le mire espansionistiche Naziste. L’autore ci fa riflettere non solo raccontandoci il suo vissuto, i discorsi nei salotti aristocratici londinesi, dove i tentativi di pace di Lord Halifax e Chamberlain furono interpretati in maniera del tutto irrealistica, ma coinvolgendo grandi nomi dell’epoca quali gli scrittori britannici Wells e Shaw, che combattono l’angoscia di quel periodo con il sarcasmo, o il suo compatriota Freud, che in esilio come Zweig, vede pragmatizzarsi il suo pensiero secondo il quale l’istinto avrebbe vinto sulla razionalità.
Stefan ci descrive non solo il dialogo socio politico che dilagava in quel periodo in un’Europa che aveva conosciuto una grandissima apertura e globalizzazione nei primi anni del ‘900 fino al 1914; ma anche i piccoli cambiamenti che segnavano la fine della libertà. Il racconto si svolge in un crescendo di angoscia, fino alla dichiarazione di guerra del settembre 1939, che segna l’inizio di un’epoca violenta in cui l’uomo per la seconda volta in un ventennio diventa bestia.
Se facessi il conto di tutto questo sarei in grado di quantificare la perdita di dignità umana in questo ventesimo secolo che, nei sogni della nostra speranzosa giovinezza, vedevamo come l’epoca della libertà, del cosmopolitismo.
La struttura de L’agonia della pace è quella propria dell’autobiografia, nella quale la cronaca dei fatti che accadono al di fuori dello scrittore vengono dipinti dalle emozioni suscitate dall’esperire quello che accade.
Il lessico utilizzato è semplice ma molto lirico, il che non annoia mai e rende semmai ancora più scorrevole un libro già di per sé incredibile.
Approfondimento
Questo ultimo capitolo autobiografico, del capolavoro Il mondo di ieri, è quello più “negativo e disperato” di tutta la narrazione, di un primo Novecento, invece descritto e vissuto da Zweig, come uno dei momenti più alti raggiunti dalla libertà dell’uomo.
In questo ultimo capitolo, il dolore di vedersi tolta la libertà pezzo per pezzo dilaga tra le pagine, nelle descrizioni del suo nuovo appartamento londinese così “posticcio”, nel foglio che attesta il fatto che sia un senza patria, e in quel senso di disperazione che così bene descrive nel rivedere il vecchio amico Freud, anch’esso esule, anch’esso in balia di un presente punitivo nei confronti degli ebrei.
Bellissima la riflessione proprio sul determinare cosa voglia dire essere ebrei in quell’epoca: non più un popolo chiuso in sé stesso a comunità, ma totalmente integrato nei tessuti sociali dei vari paesi di appartenenza, un popolo che si trovò a condividere un’esperienza di segregazione e persecuzione, non riuscendo però a raccontarsela nella stessa lingua.
A tratti trattato filosofico a tratti diario intimistico, Zweig ci fa riflettere in merito a quanto poco siano cambiati i tempi.
Un tempo l’uomo non era che anima e corpo. Oggi, se vuole essere trattato da essere umano, gli serve anche un passaporto.
ParodiE.