
Pubblicato da Longanesi - Gennaio 2020
Pagine: 496 - Genere: Giallo storico
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: La Gaja scienza
ISBN: 9788830454002

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Monaco di Baviera, settembre 1931 un nuovo caso attende di essere risolto da parte del commissario Siegfried Sauer e del suo collega Mutti Forster. Due imprescindibili richieste vengono esplicitate dal loro capo: massima discrezione e una celere chiusura del fascicolo. Cosa attenderà di tanto macabro e misterioso i due commissari di polizia? Un solo indirizzo: Prinzregentenplatz.

Il romanzo d’esordio dell’autore Fabiano Massimi narra esattamente: “Solo dopo aver letto il nome della piazza si accorse del piccolo drappello di uomini in marrone che sostava davanti a un palazzo d’angolo. Allora con un brivido alla schiena capì dove li stava mandando Tenner, a chi apparteneva la casa in cui era morta la ragazza e per quale motivo ci si aspettava che indagassero in fretta e con discrezione. Tutti a Monaco, conoscevano quell’indirizzo. Prinzregentenplatz numero 16. Il palazzo in cui abitava il leader del Partito nazionalsocialista dei lavoratori, Adolf Hitler”.
Angela Maria Raubal, questo il nome della giovane donna ritrovata morta nell’appartamento del non ancora Führer; non una ragazza qualsiasi bensì sua nipote, figlia della sorellastra Angela Hitler alla quale proprio il leader dei nazisti faceva da tutore. Un colpo al petto proveniente dalla rivoltella personale del padrone di casa, una stanza chiusa a chiave dall’interno. Un caso da liquidare quasi per obbligo come suicidio, eppure tanti i tasselli mancanti a quella storia e troppe le note discordanti della melodia. Sotto il dominio della Repubblica di Weimar e accompagnato dalla Sonata n.2 di Rachmaninov, il comandante Sauer si ritroverà, dopo anni di carriera, a interrogarsi sulla veridicità di quel caso che molti vorrebbero mettere a tacere ma sul quale lui continua a rimuginare incredulo e insospettito, il suo intuito ci avrà visto lungo? Davvero quella splendida ragazza di ventitré anni della quale tutti ribadiscono la spontaneità e la gioia di vivere sarebbe l’autrice della sua fine e per quale ragione?
L’angelo di Monaco narra di una vicenda realmente accaduta alla quale si stenta a credere. L’autore Fabiano Massimi ci trasporta così nella casa dell’uomo passato alla storia come il male in persona, narrando minuziosamente e con fedeltà storica uno dei tantissimi scheletri nell’armadio del Führer, forse quello più personale e intimo.
Trovo questo romanzo una piacevole scoperta, la conferma esatta di come un libro che non sia specificamente di didattica possa imprimere una parte fondamentale della storia moderna nella mente del lettore senza il minimo sforzo e, ancora più importante, con piacere.
Approfondimento:
Angela (o Angelika) Maria Raubal, era davvero la nipote di Hitler e fu rinvenuta morta nell’appartamento di suo zio, nonché tutore, il diciannove settembre del 1931. Quella che potrebbe apparire come una vicenda del tutto romanzata è invece la triste fine della piccola Geli, passata alla storia come suicida. I fatti, però, non combaciano e molte sono le incongruenze che ancora oggi lasciano parlare. Le indagini vennero prontamente depistate e liquidate con velocità e senza la minima scrupolosità, c’è da dire, infatti, che nonostante Hitler non fosse ancora il Führer era pur sempre già il leader temuto del partito nazionalsocialista. Si narra di una possibile gravidanza e del setto nasale rotto della giovane, di un colpo di pistola posto in un punto tale da ritenere impensabile il suicidio eppure non venne mai eseguita un’autopsia sul cadavere della ragazza. Una nipote che non era solo questo ma probabilmente molto di più per Hitler, il quale riservava per lei un affetto morboso e paradossale.
Durante il processo di Norimberga, alcuni personaggi vicini ad Adolf Hitler riferirono che il lutto di Angela Raubal avesse segnato profondamente la sua vita, trasformandolo al punto tale da inasprirlo maggiormente. In soldoni, probabilmente, personaggi come Hermann Goering e Heinrick Hoffmann (realmente esistiti e presenti nel romanzo) asserivano che se Geli non fosse morta il mondo avrebbe vissuto una storia meno sanguinaria e disonorevole.
Alessia Bellizzi