
Autore: Alessandro D'Avenia
Pubblicato da Mondadori - Ottobre 2016
Pagine: 216 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri

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Alessandro D'Avenia racconta il suo metodo per la felicità e l'incontro decisivo che glielo ha rivelato: quello con Giacomo Leopardi, un giovane uomo affamato di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria vocazione poetica e di lottare per affermarla, nonostante l'indifferenza e perfino la derisione dei contemporanei. Nella sua vita e nei suoi versi, D'Avenia trova folgorazioni e provocazioni, nostalgia ed energia vitale. E ne trae lo spunto per rispondere ai tanti e cruciali interrogativi che da molti anni si sente rivolgere da ragazzi di ogni parte d'Italia, tutti alla ricerca di se stessi e di un senso profondo del vivere.

Esiste un’arte per imparare a vivere? Un libretto di istruzioni da aprire quando non vediamo vie d’uscita, un manuale d’uso che ci dica cosa accade quanto tutte le spie della nostra anima si accendono e non riusciamo a spegnerle? Alessandro D’Avenia, illuminato prof “duepuntozero”, con L’arte di essere fragili dice di sì, un manuale di istruzioni pronto all’uso esiste e ce lo ha dato giovane uomo, coraggioso e saggio, colto e amante della vita, che dalla dolce campagna marchigiana è riuscito persino a sfidare l’infinito: Giacomo Leopardi.
La parte più vera di noi è una casa da poter abitare ovunque, con le fondamenta al contrario, appese a una stella, non cadente ma luminoso riferimento per la nostra navigazione nel mare della vita.
La tradizione letteraria ci ha da sempre tramandato la figura di un autore ostico, infelice, pessimista, perso tra le sue domande infinite, in perenne contrasto con una natura matrigna, ingannevole, traditrice, che non porta a compimento le promesse fatte; e con queste premesse di certo non ci si aspetta che l’autore de “L’Infinito”, di “A Silvia” del “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” possa essere il nostro antidoto alla fragilità, che possa essere la torcia che illumina il nostro percorso di vita. E invece D’Avenia, partendo proprio degli scritti leopardiani, dalla sua vita infelice ma coraggiosa, in L’arte di essere fragili ci fa riscoprire un autore raffinato ed elegante, coraggioso e illuminante nel periglioso percorso di noi uomini moderni. Leopardi, con la sua vita travagliata, con le sue riflessioni, i suoi interrogativi, diventa faro del nostro vivere quotidiano, sponda e confine degli stessi dubbi che noi uomini del nuovo millennio ci poniamo; perché l’animo dell’uomo, da sempre e per sempre, si pone le medesime domande, soffre le medesime pene e affronta i medesimi ostacoli nel lungo cammino di trasformazione che ci porta a soddisfare il nostro bisogno di costruire una vita migliore, più autentica, una vita che davvero valga la pena. E Leopardi, con la sua estrema fragilità, con le sue parole così dense e così profonde, ci insegna che sempre vale la pena, che il bello è in ogni cosa, solo che spesso non sappiamo vederlo, che davvero l’infinito è solo un confine momentaneo perché ci attende un mare di vita, di bellezza, di scoperte in cui è dolce “il naufragar”.
L’arte di essere fragili non è solo un romanzo, è anche e soprattutto un vademecum dell’anima, un monito a riscoprire la bellezza del quotidiano, ad accorciare sempre di più la distanza tra noi e i nostri desideri; è un invito a porsi interrogativi, a errare in una notte illuminata solo dalle stelle, come il pastore errante di leopardi, per poi tornare a riscoprirci migliori, diversi, nuovi e più forti nelle nostre profonde fragilità; è il canto accorato di chi sa che dalla fragilità e dalla imperfezione nasce sempre una nuova consapevolezza, e che è proprio nel limite che si trova il coraggio di andare oltre.
Approfondimento
Alessandro D’Avenia è l’insegnate che tutti noi avremmo meritato di avere per imparare a conoscere, per trasformare il buio dei nostri tempi in sete di conoscenza; e di questo lui stesso fa una missione e proprio per questo prende la figura di Leopardi e lo trasforma in un amico da interrogare nel momenti di sconforto, riesce nella difficile impresa di rendere l’autore del “pessimismo cosmico” in colui al quale ricorrere per avere risposte concrete davanti allo sconforto; e Leopardi, con il suo zibaldone di pensieri cristallini, diventa paradigma di come dalla fragilità nasce la bellezza, emblema di come ciò che è bello e buono nella vita non nasce se non da una profonda riflessione sulle nostre miserie e sui nostri dolori i quali, solo se trasformati in vita vera, ci rendono capaci di mantenere le promesse che facciamo a noi stessi.
Maturità è attraversare questo deserto di speranze disattese, rimanendo fiduciosi che esista una terra promessa e scoprendo che questa terra, più che fuori di noi, va trovata e coltivata dentro di noi
Romina Celani