
Autore: Enrico Galiano
Pubblicato da Garzanti - Agosto 2020
Pagine: 160 - Genere: Saggi
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Saggi
ISBN: 9788811815426

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Gianni Rodari lodava la creatività, la bellezza, l’accezione positiva dell’errore. Enrico Galiano ribadisce gli stessi concet-ti, soffermandosi sull’importanza di essere veri piuttosto che perfetti, su quanto sia di gran lunga maggiormente auspi-cabile essere capaci di rialzarsi piuttosto che impegnarsi a non cadere. Una vera e propria boccata d’ossigeno scritta da un professore appassionato, nonché scrittore autentico.

Le persone più sveglie che conosco sognano di continuo. Le persone più sane che conosco fanno cose assurde, avventate, senza senso. Le più intelligenti parlano che le capiscono i bambini, le più forti è un sussurro la loro voce, e le più serie ridono, ridono sempre. Le più giuste hanno fatto errori che non si aggiustano, e le più vive, sono morte tante volte: e ogni volta, poi, di nuovo, di nuovo sono nate.
Un libro scritto di getto, in soli sei giorni, una lunga lettera che si è tentati di leggere tutta d’un fiato e che va invece centellinata, perché ogni parola racchiude una verità importante, sulla quale occorre riflettere a lungo.
Vicende personali si intrecciano ad aspetti professionali della vita del professor Galiano che, capitolo dopo capitolo, si rivolge ai ragazzi, agli educatori e ai genitori e parla di errori, dei suoi errori.
Li scrivo tutti, ma proprio tutti. Anche quelli che non ho mai confessato a nessuno. Anche quelli che potrebbero farmi apparire una persona molto, molto meno positiva di come viene vista da molti. Sì, perfino quelli di cui mi vergogno anche solo a dirli allo specchio.
Gli errori, si sa, possono lasciare segni indelebili nel cuore e nell’anima, possono creare ferite dolorose e difficili da rimarginarsi, ma sono necessari. Permettono di esprimere appieno noi stessi, di capire quale sia la nostra strada, cosa davvero ci renda felici e ci faccia sentire vivi.
Viviamo in una società in cui la perfezione è diventato un must e, soprattutto per i ragazzi, commettere un errore è diventato in qualsiasi ambiente – scuola, famiglia, amici- un vero tabù.
Ma sono i nostri errori, in verità, a raccontare chi davvero siamo, a mostrare il nostro vero volto, a presentare la nostra vera anima senza filtri. La paura di sbagliare, la rassegnazione, la scelta della strada che ci rende, magari non felici, ma sicuramente tranquilli: queste sono le scelte dalle quali Galiano invita a tenersi alla larga, per quanto comode e senza rischi. È nel perseguire i nostri obiettivi, nel rialzarci dopo che la vita ci ha schiaffeggiato, nell’andare avanti quando nessuno crede più nei nostri sogni che si trovano i motivi veri che rendono quella meravigliosa avventura che è la vita ancora più straordinaria.
L’arte di sbagliare alla grande è un messaggio di ampio respiro – scritto, come dice Massimo Gramellini, da un professore stile Attimo fuggente – sensibile e traboccante di fiducia, che invita a credere nei sogni, quelli di ogni giorno e quelli immensi di una vita intera, e a vedere negli errori, nei quali è inevitabile inciampare nel cammino della vita, una fondamentale opportunità di crescita.
Approfondimento
Bellissimo il tentativo di Enrico Galiano di sfatare, con una buona dose d’ironia, il mito della perfezione, pretesa a tutti costi e a tutti i livelli, e di incitare- grazie al rapporto speciale con i suoi studenti e richiamando il proprio vissuto- i ragazzi a non temere le inevitabili cadute, ma a trovare in esse la spinta per rialzarsi e per non perdere fiducia e stima in se stessi.
Non preoccupatevi se fate un sacco di errori. Preoccupatevi se vi sembra di non farne mai.
Galiano ricorda che le imperfezioni sono la parte più vera di ciascuno e si mette a nudo, raccontando per primo, senza nascondersi e senza pudori, gli scivoloni che hanno caratterizzato la sua vita: l’errore di nascondere gli errori, di dimenticarsi degli altri, di farsi dire cosa sognare, di cercare a tutti i costi la perfezione, di fingersi felici, di dimenticare chi siamo.
Sbagliare non è bello e spesso è doloroso, ma è necessario, ed è forse il percorso più diretto che aiuta a smettere di essere una persona “se” per diventare una persona “nonostante”:
Le persone SE sono quelle che trovano sempre una giustificazione ai propri fallimenti nel passato, come se la colpa fosse sempre di qualcosa che ti è successo, di qualcosa che ti hanno fatto…Molto tardi ho capito che la colpa…era sempre stata solo mia. Il giorno in cui l’ho capito è stato anche quello in cui ho deciso che, se volevo essere felice, dovevo diventare una persona NONOSTANTE.
Connie Bandini