
Autore: Ian McGuire
Pubblicato da Einaudi - Giugno 2018
Pagine: 278 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Supercoralli

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America del nord, 1859. L’equipaggio è pronto a imbarcarsi sulla nave baleniera Volunteer per la caccia ai grossi mammiferi, ambiti per il prezioso grasso, perno dell’economia dell’epoca, per raggiungere il North Water, una zona di mare in cui le balene si rifugiano. Variegato per provenienza e unito dal bisogno di nascondere i propri peccati.

Le acque del Nord è un’avventura tra i ghiacci dell’Artico e i ghiacci dell’anima. Un viaggio dentro le piaghe sanguinanti di un’umanità perduta.
-Io sono quello che fotte,- gli dice con dolcezza,- non sono mai quello fottuto.
Il capitano della nave è Brownlee, uomo scaltro, scafato, incline alla truffa e al proprio tornaconto con alle spalle il naufragio di un’altra baleniera allo scopo di estorcere denaro all’assicurazione. Sumner è il medico di bordo che si porta addosso il peso della morte di un ragazzo durante la guerra degli inglesi all’India. Terzo personaggio su cui ruota la narrazione è il ramponiere Henri Drax, portatore di un oscuro e sporco vizio. La navigazione procederà tranquilla nella sua routine di arpioni che fendono l’aria per conficcarsi nei corpi dei giganti del mare e coltelli che incidono le carni, ancora calde, per mettere allo scoperto il candido grasso. Fino al ritrovamento del corpo del mozzo Hanna, seviziato crudelmente, ucciso e nascosto in un anfratto della nave.
Dicerie e maldicenze porteranno a indicare un colpevole che verrà imprigionato nella stiva. Intanto si avvicina il momento di invertire la rotta per tornare al porto, ma la bramosia del capitano porterà l’imbarcazione ancora più al largo, dove si ritroverà incagliata in mezzo ai ghiacci. In un crescendo veloce degli avvenimenti ritroveremo i pochi superstiti in lotta con il freddo e la mancanza di cibo. Drax, col sotterfugio e la violenza, abbandonerà i suoi compagni di sventura mentre Sumner si metterà all’inseguimento di un’orso, unica possibilità di salvezza per tutti.
Un romanzo, due protagonisti. Da una parte Henri Drax, il ramponiere, uomo duro e crudele, folle e lucido nella sua violenza, incarnazione di ciò che c’è di più torbido e vile nella mente dell’uomo. Dall’altra Patrick Sumner, giovane medico, in fuga dai fantasmi del passato.
Entrambi imbarcati sulla Volunteer, una nave baleniera, diretta a nord, tra il Canada e la Groenlandia. In questo tratto di mare, ricco di balene, nell’estate boreale, gli uomini dell’equipaggio si troveranno di fronte alle porte dell’inferno. L’omicidio del mozzo Hannah sarà il preludio alla discesa negli inferi. Tutto precipiterà verso un finale mozzafiato, carico di sangue e barbarie che porterà Sumner sull’orlo dell’abisso e gli permetterà di tornare al mondo ferito, ma vivo.
Il finale, in cui si può riscontrare un richiamo a un noto film, è un po’ scontato. Unica pecca dell’intero romanzo che cattura il lettore fin dalle prime righe.
Approfondimento
Le acque del Nord è un libro in cui la violenza e la carnalità sono sempre in primo piano. L’odore del mare, il puzzo di umanità e il sentore della paura ti accompagnano dall’inizio alla fine. Unici personaggi positivi il medico di bordo e Otto, marinaio filosofo e fortemente credente nel suo dio. Il resto dell’equipaggio una serie di figure umane, ombre primitive e intensamente abbruttite dai rovesci della vita. Difficile immedesimarsi in questa umanità dolente fino allo spasimo e difficile trovare un perché a tanta bassezza.
Il personaggio del medico di bordo, il protagonista della storia è l’incarnazione dell’uomo moderno, internamente roso dagli errori passati, bloccato, incapace di fare pace con se stesso. Un dramma che molti vivono in questi tempi in cui tutto vola e corre alla velocità della luce e non rimane, per l’essere umano, tempo per riflettere profondamente sulla propria vita, accettando anche quello che di sbagliato è stato fatto. Sumner tenta di stordirsi con la droga, di dimenticare, ma la “sua vergogna” riaffiora sempre e ancora più forte di prima; tenta in ogni modo di riparare con le “buone azioni” ma la crudeltà della vita e degli esseri umani lo costringeranno a tornare al “suo” punto di partenza. Alla fine del racconto possiamo scorgere che l’esistenza del medico non è migliorata, il suo dolore solo apparentemente mitigato, in attesa di un altro scossone che lo faccia precipitare di nuovo.
Genny Podda