Autore: Gaia Coltorti
Pubblicato da Mondadori - 2013
Pagine: 357 - Genere: Narrativa rosa
Formato disponibile: Brossura
Collana: Scrittori Italiani E Stranieri
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Due ragazzi che s'innamorano per un colpo di fulmine, la passione travolgente e una realtà troppo dura da digerire, lo stesso cuore, lo stesso sangue, lo stesso... DNA
Giovanni, promettente stella del nuoto agonistico, ha 18 anni e vive a Verona col padre notaio di 45 anni. Gli occhi color nocciola della madre, i capelli marrone scuro e il fisico levigato dalle tante ore di allenamento, rendono facile la sua somiglianza con l’attore statunitense Johnny Strong, conferendogli una buona notorietà tra le adolescenti con cui ha sempre scansato l’eventualità di storie d’amore di lunga durata.
Selvaggia, diciottenne sfrontata ed emotiva dagli occhi verdi paterni, i capelli color carbone e il fisico asciutto, abita a Genova in compagnia della madre poliziotta distribuendo il tempo libero tra uscite con le amiche e duri allenamenti di ginnastica artistica. Imitando con i ragazzi i comportamenti libertini della madre quarantaduenne, Selvaggia non ha mai cercato nell’amore il sentimento, limitandosi a relazioni fisiche sfrenate, alimentate unicamente dalla fiamma della passione e della goduria.
Entrambi, diversi caratterialmente e fisionomicamente simili, condividono una triste realtà: separati alla tenera età di un anno, sono fratelli gemelli, sono i Mantegna. L’inaspettata riconciliazione di papà Daniele e mamma Antonella costringerà entrambi a vivere sotto lo stesso tetto a Verona, scoprendosi fragili, simili e sorprendentemente attratti l’uno dall’altra. La gracilità esteriore di Selvaggia e i continui cambiamenti di umore coinvolgeranno Giovanni in un sentimento del tutto nuovo, tastando con mani e con cuore l’intensità di un contatto fisico, la bellezza di scoprirsi diversi e poi completarsi a vicenda, condividendo paure e timori, gioie e speranze. In questo modo Giovanni deciderà di lasciarsi trasportare dalla corrente emotiva di Selvaggia, accettando di vivere la vita in compagnia dell’unica persona in grado di renderlo felice, scansando il passato che lo marchiava Mantegna per abbracciare un io diverso, più consono ai suoi sentimenti, chiamato Johnny, il fidanzato di Selvaggia, non il fratello, non la metà sbagliata che la società avrebbe ripudiato. Vestendo i ruoli moderni di Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti, Giovanni e Selvaggia Mantegna sono pronti a sfidare il mondo con gli occhi colmi delle loro ingenue speranze, accettando una realtà diversa, in cui vivere non significa nascondersi ma accettare la vita così come essa si presenta per rendere migliori le nostre giornate.
La forza di una passione che altera i confini della razionalità, la tenerezza di un amore che agli occhi dell’adolescenza proietta sul futuro le speranze del presente rende, Gaia Coltorti, artefice di un romanzo d’amore che sfida i pregiudizi, invita a riflettere e ci lascia una domanda: l’amore ha realmente dei limiti?
L’abilità della scrittrice risiede nel modo in cui sceglie di legarsi ai propri personaggi, presentandosi più come un’intima confidente che come narratrice, più come un’amica piuttosto che come giudice di un pregiudizio sociale. Il lessico curato, i continui riferimenti alla sfera classica e ai romanzi d’amore storici distinguono Giovanni e Selvaggia da una semplice coppia di adolescenti elevandoli ad una sfera più alta, rendendoci partecipi di una realtà in cui l’amore non ha tempo e vince i limiti della nostra mente aggrappandosi ad un pensiero più forte, incontestabile, inviolabile: la speranza. Contro le occhiate indiscrete della gente, contro i bisbigli e le menti malate di chi non comprende la purezza di un sentimento, i protagonisti di questo romanzo sfidano l’etica dimostrando che l’amore, a discapito del sangue, ha limiti che non possono essere vincolati neanche dalla parentela. Potreste considerare questo romanzo come una storia d’incesto e, di conseguenza, criticarlo per aver osato sfidare i limiti della morale e del buon senso. Io, lungi da me qualsiasi pregiudizio, vedo una storia d’amore. E se siete amanti del genere non ve ne pentirete.