Autore: Takase Junko
Pubblicato da Marsilio - Novembre 2023
Pagine: 128 - Genere: Narrativa, Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Romanzi e racconti
ISBN: 9788829720255
ASIN: B0CLKZG3QJ
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Nitani e Ashikawa: così diversi che di più non si può. Lui vorrebbe potersi nutrire con una pillola; lei impersona la figura fragile della moglie perfetta, lavora – agli occhi di Nitani, il minimo possibile – e prepara per i colleghi gustosi dolci fatti in casa. Contraddizioni e differenze, tradizione e ribellione: due diverse facce della medaglia, che si riflettono anche nel rapporto con il cibo.
Quanto avrebbe voluto poter campare di noodles istantanei senza per questo dover rinunciare a un’alimentazione sana. Sarebbe stato fantastico avere un’unica pillola al giorno che contenesse tutte le calorie e i fattori nutritivi necessari, così che il cibo restasse un lusso, un vizio che si concedeva solo chi ne aveva voglia, come l’alcol e il tabacco.
Lui, Nitani, è un impiegato, responsabile e ligio ai doveri. È ambizioso e svolge la sua professione da impiegato con coscienza e una buona dose di ambizione. In pausa pranzo, spesso davanti a un piatto di noodle mangiati in fretta per non perdere minuti preziosi di lavoro straordinario, si confronta con Oshio, giovane collega, ai suoi occhi brillante come lui.
Terreno comune di discussione e di critica, è Ashikawa, rea, secondo i due, di impegnarsi il minimo necessario e di non meritare, quindi, lo stipendio che riceve. Una profonda antipatia nei confronti di Ashikawa è quindi il trait d’union tra i due colleghi.
Oshio, in particolare, mal sopporta le ripetute assenze della collega, che la obbligano a lavorare il doppio. Nitani, da parte sua, riconosce una certa indolenza nella collega e vorrebbe mobbizzarla, ma ne scorge anche i tratti tipici della moglie ideale, così come dipinta dalla cultura giapponese: quella giovane debole e apparentemente indifesa potrebbe essere la sposa giusta, con cui metter su famiglia e soddisfare finalmente i desideri della sua famiglia, che lo vuole con accasato.
Ecco allora i tentativi da parte di Nitani di avvicinare la collega; i due cominciano a vedersi, seppure in maniera clandestina e a conoscersi. Inoltre Ashikawa, per farsi perdonare dai colleghi le ripetute assenze, comincia a portare al lavoro torte profumate e appetitose, da offrire ai colleghi.
Tutti attesero la propria parte. Sul tavolo c’erano già quattro piattini, ma nessuno osava allungare la mano per primo. Preferivano tutti aspettare che Ashikawa finisse di tagliare l’intera torta, e intanto commentavano che sembrava davvero squisita.
Quella di Ashikawa è una rivoluzione: in una realtà lavorativa dai ritmi incalzanti e spesso disumani, prendersi il tempo – e creare le circostanze affinché i colleghi facciano altrettanto – per affermare la cura e l’accudimento di sé e degli altri è un silenzioso ed efficace grido di protesta.
Approfondimento
Il romanzo Le delizie della signorina Ashikawa di Takase Junko, che è stato acclamata come una delle maggiori autrici giapponesi del momento e ha vinto con questa storia il più importante riconoscimento letterario del suo Paese, scrive una storia tenera ma capace di arrivare in un attimo al cuore del lettore e di lasciare il segno.
Quel che particolarmente colpisce, al di là dell’ironia di cui tutta la storia è intrisa, è la semplicità con cui l’autrice mette in scena, senza polemiche o giudizi, le contraddizioni di un paese in cui regole e tradizioni imperano, mentre eccessi e tentativi di svincolarsi dalle consuetudini appaiono qualcosa di veramente peculiare.
In Giappone non è facile destreggiarsi tra vita privata e carichi lavorativi; i ritmi professionali spesso sono al limite del legale e tollerano e giustificano lo sfruttamento e, a volte, il prevaricamento: L’etica del lavoro è dominante e si finisce per perdere di vista il sé e la cura di sé.
Ashikawa non ci sta e riesce, con le sue torte profumate, che raccontano tutto il fascino della cucina della sua nazione, a dire no alle consuetudini e a valorizzare l’importanza dell’accudimento per sé e per gli altri, accudimento che può esprimersi attraverso uno dei linguaggi universali: la cucina.
«Sei una a cui piacciono le cose buone?»
Ma che razza di domanda è? Ho pensato guardandolo dubbiosa.
«Perché, c’è qualcuno a cui non piacciono?» ho risposto.
Connie Bandini