Autore: Elisabetta Rasy
Pubblicato da Mondadori - Marzo 2019
Pagine: 206 - Genere: Arte, Non fiction, Saggi
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Le scie. Nuova serie
ISBN: 9788804712558
ASIN: B07P4MFCHJ
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La descrizione della vita e delle opere di sei artiste rivoluzionarie che attraverso la storia sono riuscite a emergere e a far conoscere il loro lavoro e le loro ambizioni lottando duramente contro pregiudizi, ingiustizie e terribili difficoltà.
Artemisia Gentileschi vive durante il Rinascimento: la pittura è esclusivo appannaggio dei maschi, ma lei disobbedisce, prende i pennelli del padre e diventa una pittrice conosciuta e ammirata, a dispetto del processo a cui deve partecipare a diciotto anni quando da vittima di stupro si trasforma in oggetto di torture e lascivie. Artemisia è una donna indipendente che vive del suo lavoro, nelle sue opere le figure femminili sono potenti e senza paura, i corpi ribelli e espressivi, come la sua creatrice che ha sempre dovuto lottare contro i soprusi.
Elisabeth Vigéè Le Brun è la pittrice di corte della regina Maria Antonietta alla fine del XVIII secolo, vive agiatamente la “douceur de vivre” del periodo, ma la rivoluzione mette fine alla sua felicità: Elisabeth dovrà fuggire, tacciata di tradimento dai francesi, costretta a spostarsi di continuo vivendo comunque della sua arte, ritraendo i nobili dall’Italia alla Russia, lottando contro la povertà in nome dei suoi figli e dell’arte.
Dipingere e vivere sono sempre stati per me un’unica cosa e un’unica parola.
Berthe Morisot non vuole essere solo la modella prediletta e cognata di Edouard Manet; i suoi famigliari la osteggiano a lungo, non è dignitoso che una ragazza di buona famiglia diventi una pittrice, ma lei lotta contro tutti e diventa un’ apprezzata impressionista, frequenta Degas, Zola ed espone le sue opere al Salon parigino. Nei suoi quadri Berthe esprime tutta la sua intimità, il suo amore non corrisposto, i suoi problemi di anoressia, e lascia ai posteri opere in cui brucia un fuoco interno.
Suzanne Valadon è il simbolo della ribellione e della trasgressione della Parigi di fine ‘800. Da povera modella e amante di tanti artisti dell’epoca, come Toulouse-Lautrec, Suzanne diventa lei stessa pittrice per potersi affrancare dalla miseria e crescere il figlio, Maurice Utrillo, forse più celebre della madre. I corpi nudi delle opere di Suzanne sono reali, invecchiati, miseri, non ha paura di mostrare la verità senza abbellimenti, come la dura vita contro cui Suzanne ha lottato per anni.
Charlotte Salomon vive prima in Germania, poi in Francia durante gli anni delle persecuzioni naziste degli ebrei. La sua breve vita termina a 26 anni ad Auschwitz, ma la sua opera resterà per sempre a testimoniare la drammaticità di quel periodo. “Vita? O teatro?” è il nome dell’immenso lavoro che Charlotte compone negli ultimi anni prima della deportazione, consapevole che il tempo è poco, e lei ha la responsabilità di lasciare la sua impronta attraverso migliaia di tempere, in cui pittura, scrittura e musica si affiancano. La sua opera sarà pubblicata solo dopo molti anni grazie alla volontà di Otto Frank, padre di Anna e amico dei genitori di Charlotte.
Frida Kahlo non ha certo bisogno di presentazioni, ma oltre al burrascoso rapporto con il marito e artista Diego Rivera, non tutti conoscono la cura e l’attenzione che Frida poneva alla sua immagine, al trucco e alla pettinatura, all’abbigliamento colorato e simbolico. Tutto ha un significato ben preciso; la vita di Frida è stata piena di dolore fisico, e nelle sue opere non risparmia dettagli sanguinosi o spiazzanti. È la prima artista a rappresentare l’aborto, non ha paura di disobbedire alla convenzioni sociali o di essere tacciata come “strana”.
Approfondimento
Le biografie possono talvolta essere noiose; sicuramente non è il caso di Le disobbedienti. Le vite di queste sei artiste sono appassionanti come dei romanzi, ricche di avvenimenti tragici ma anche di episodi gioiosi e di riflessioni importanti sulla propria esistenza e sul significato dell’arte e della storia. La narrazione è sempre legata a doppio filo con gli avvenimenti storici che sono di contorno e spiegazione alle opere d’arte.
La qualità preponderante di Le disobbedienti è inoltre la voglia che dà al lettore di cercare e studiare le opere d’arte di cui si sta parlando nel libro; infatti le descrizioni dei dipinti sono così dettagliate e coinvolgenti che è impossibile non provvedere a visualizzarle durante la lettura.
Consiglio Le disobbedienti agli amanti dell’arte e della storia e a chi vuole leggere a proposito di donne senza paura e dotate di grinta e ambizione.
C’è un solo modo per salvare la vita malgrado la violenza, l’umiliazione e la morte. C’è un solo modo: l’arte.
Elena Naldi