Autore: Delphine De Vigan
Pubblicato da Einaudi - Febbraio 2020
Pagine: 160 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Supercoralli
ISBN: 9788806243524
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“Perdere ciò che ti è stato dato, ciò che hai guadagnato, ciò che hai meritato, ciò per cui hai combattuto, ciò che pensavi di tenerti per sempre. Riadattarsi. Riorganizzarsi. Fare senza. Passare oltre. Non avere più niente da perdere.”
Piano piano le parole si fanno più rare, barcollanti, e Michka, che per tutta la vita ha lavorato con le parole, non riesce più a orientarsi, a trovare un senso nella nebbia di lettere che la sommerge. Una battaglia impari per bloccare il supplizio a cui la malattia la costringe, una cacofonia di fonemi che si mescolano e si rimescolano e che si accatastano in frasi disarticolate. Piccole cose che si dissolvono, si nascondono assorbite dall’Io che non è più sicuro di sé e delle sue conoscenze passate. Un luogo senza nome che prende vita e si anima di ricordi e di persone amate, di affetto e premure, di discese nel passato e di ritorni al presente, con uno sguardo al futuro ormai prossimo che non si può eludere. E Michka lotta per lasciare l’essenza del bene che ha ricevuto, guardando oltre, guardando attraverso e cercando in quella nebbia un senso.
Michka, correttrice di bozze in pensione, è affetta da afasia, ogni giorno diventa sempre più difficile esprimersi e se ne vanno anche tutte le sue certezze. Decide di trasferirsi in una residenza per anziani dove può ricevere assistenza continua. Si piega, con una certa ritrosia, al ritmo apatico delle giornate da vecchia, alle stravaganze degli altri «resistenti», come ormai li chiama lei, ai sogni invasi dalla temibile direttrice. Isolata nella sua stanzetta asettica, sempre più fragile e indifesa, corpo abbracciato dalla vecchiaia, presenza che invade gli spazi senza chiedere permesso, e cervello che ancora cerca di resistere, riceve le visite di Marie, la sua figlioccia, l’ex vicina a cui ha fatto da seconda madre, che va a farle visita quasi ogni giorno, col suo amore che è un fiore consolatorio, una mano che accarezza ripercorrendo un affetto che dura da sempre, figura che ricorda un angelo per la leggerezza e la grazia, e dell’ortofonista Jérôme, l’umanità che mostra il vero volto della condivisione, fatta di piccole, impercettibili attenzioni, che trascorre il tempo con Michka e la segue in esercizi sempre più difficili per le sue facoltà, conquistato dalla tenerezza della sua paziente che vuole raccontare e farsi raccontare.
Sono proprio loro a narrare la storia, seguendo la parabola di Michka, in capitoli che alternano la voce di Marie a quella di Jérome, in cui nessuno dei due racconta con distacco, ma facendoci sentire tutto l’amore che provano per la protagonista.
Michka sa che presto tutto diventerà nebuloso e che gli eventi seguiranno il loro corso, purtroppo per lei negativo. E proprio rendendosi conto di questo vuole realizzare un ultimo desiderio: vorrebbe ringraziare la famiglia che la protesse durante la guerra e che le salvò la vita. Jérôme e Marie faranno di tutto per poterle fare questo regalo e la aiuteranno ben consci del valore senza prezzo di un semplice “gratis”, come direbbe Michka.
Approfondimento
Il libro, seppur breve, contiene moltissimi passaggi veramente profondi ed intensi. Pieni di voglia di vivere e di lasciare un piccolo segno nel cuore. Ci pone davanti al problema dell’avanzare dell’età con tutto ciò che esso provoca, ma lo fa senza impietosire nessuno, infatti tutto è narrato con grande forza, accettazione e consapevolezza. La silenziosa malinconia ci accompagna durante tutto il romanzo, per poi aumentare, in modo semplice, seguendo l’andamento della vita e della sua naturale destinazione. Le pagine, ricche di messaggi costruttivi, ci illuminano sull’importanza di non dare nulla per scontato, ma di essere aperti e di saper apprezzare ciò che ci viene donato durante la vita, anche le piccole cose, imparando in tal modo a custodirle gelosamente nel nostro cuore. Quello che ci dona la lettura è il saper pronunciare una parola che spesso teniamo per noi, ma che invece va espressa a gran voce e con tutta la nostra anima: grazie! Sei semplici lettere che fanno la differenza, che sanno comunicare una forza eccezionale a chi se le sente dire. Una parola che, nel suo piccolo, può fare molto, per tutti.
Genny Podda