
Autore: Andrea Vitali
Pubblicato da Garzanti - Maggio 2016
Pagine: 225 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narratori moderni

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A Bellano la tanto attesa partita di bocce della stagione si sta avvicinando, ma arriva una telefonata che sconvolgerà i piani di uno dei giocatori: Abramo Ferrascini. Il cognato che vive in Svizzera è in fin di vita, lui e la moglie devono parti-re. Riusciranno a tornare per il giorno stabilito per poter giocare la partita?

Fece pure lui due passi infilandosi le mani in tasca e dandosi un’aria sufficiente, e quando fu nei pressi della cesta si confermò di aver visto giusto: erano mele. Mele belle rosse. Grosse anche, come bocce, gli venne da pensare sorridendo. E sorridendo allungò una mano verso il cestello per prenderne una.
Nel paesino di Bellano tutto scorre nella normalità, un paesino come tanti, con la particolarità che la caratteristica principale di molti dei suoi abitanti è una sfrenata passione per il gioco delle bocce. Il proprietario della ferramenta locale Abramo Ferrascini aspetta di partecipare alle semifinali del campionato provinciale in trepidante attesa, e forse ancora più di lui attende con ansia l’evento il suo allenatore, l’amministratore del Circolo dei Lavoratori, Mario Stimolo. Il Mario Stimolo, da buon ex-giocatore costretto qualche anno prima alla panchina dopo aver perso un arto in un incidente con una pressa, soffre infatti forse più del Ferrascini per la sua partenza a così pochi giorni dalla gara. Mario sembra non vivere che per altro se non le bocce e così dopo l’incidente ha cercato un buon bocciatore in grado di poterlo rimpiazzare. Il Ferrascini rappresenta quindi la sua salvezza, il suo sostituto, tutte le sue speranze e aspettative sono riversate in lui.
Una telefonata dalla Svizzera però sconvolge i piani dei due che si trovano catapultati nel peggiore dei loro incubi. La possibilità di non riuscire a partecipare alla partita. Il cognato del Ferrascini è in fin di vita. Lui e la moglie devono partire per Lucerna, dove vivono l’Eraldo e la Fioralba. Il Ferrascini non ne resta certo entusiasta, al contrario della moglie che vuole arrivare in tempo per poter salutare il marito della sorella del quale è da sempre segretamente innamorata. Marito e moglie così in tutta fretta e dopo vari inconvenienti partono, ma l’impresa prevede non solo di raggiungere in tempo la Svizzera prima della morte del cognato ma anche di riuscire a ritornare entro la Domenica successiva per la partita dell’anno. Ce la faranno?
La Rosalba guardava il sacerdote affascinata, il racconto l’aveva affascinata, il racconto l’aveva suggestionata: sentiva ancora su di sé la pelle d’oca al pensiero di un uomo trasformato in scarafaggio e poi morto, come aveva detto il sacerdote. Ma morto come, forse schiacciato proprio come uno scarafaggio?
Le mele di Kafka si basa su di un aneddoto riguardante lo scrittore Kafka e alcune mele durante il suo soggiorno a Lucerna in Svizzera, da qui Andrea Vitali parte e ci costruisce intorno, con estrema fantasia, una storia intera.
Approfondimento
Ambientato a Bellano, sul Lago di Como, nel paese natale di Andrea Vitali. Il filo conduttore che attraversa la narrazione sono le bocce. Ruotando sempre intorno a queste si sviluppano tutti gli altri eventi. Le mele di Kafka parla di gente comune e di faccende di vita quotidiana, è lo scorcio di una parte di storia di vita italiana, fatta di persone semplici, con gli ideali e gli stili di vita di una volta; sembra la normale storia di un paesino degli anni ‘50 ed effettivamente lo è. Un ambiente semplice, familiare quello dove si svolge l’azione, in cui i personaggi, numerosi e molto caratterizzati, conducono una vita tranquilla che può essere scombussolata banalmente da eventi naturali anch’essi come può essere una partita di bocce o inevitabili come la morte di un parente lontano.
La cosa più strana che avviene è che ci sia un imprevisto che impedisca di poter giocare la partita di bocce. Il fermento di mezzo paese in attesa che torni il Ferrascini e l’ossessione della Rosalba per gli scarafaggi dopo avere sentito la storia di Kafka dal sacerdote svizzero. Le mele di Kafka è costruito sui toni dell’ironia, un’ironia a volte un po’ troppo pungente che non ho amato in modo particolare. Devo dire che il libro stesso non mi è particolarmente rimasto nel cuore ma è consigliabile comunque agli amanti del genere e degli altri libri dell’autore.
Maria Chiara Scotto