
Autore: Isabel Vincent
Pubblicato da Garzanti - Ottobre 2016
Pagine: 157 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narratori moderni

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Conoscendo l’amore che Edward ha avuto per sua moglie, Isabel comincia a credere che il suo matrimonio non sia fe-lice, e anzi sia destinato al fallimento. Lui infatti è convinto che la prima causa della sua lunga vita sia stata l’amore che Paula ha avuto per lui; è stata Paula a tenerlo in vita alimentandolo di amore. Una romantica storia d’amore e di ami-cizia.

Le nostre storie sono tutto quello che abbiamo.
Edward è un novantenne depresso perché ha appena perso la moglie Paula di novantacinque anni. È un ottimo cuoco, pur avendo iniziato a cucinare tardi, a settant’anni passati. Isabel è amica di Valerie, figlia di Edward; è nata in Canada ma adesso vive in un angusto appartamento dell’Upper East Side dove si è trasferita con suo marito e sua figlia Hannah per lavorare come giornalista investigativa al New York Post. Isabel è una donna di mezza età, reduce da un primo divorzio dopo essersi sposata a 22 anni con un collega dell’università, ma anche il suo secondo matrimonio comincia a fare acqua da tutte le parti. L’amicizia con Edward è una boccata d’aria fresca in una vita triste e monotona.
Nel momento in cui Edward è ancora in lutto per la scomparsa della sua amata Paula e Isabel sta cominciando a capire quanto fosse infelice il suo matrimonio tra i due nasce un’amicizia a base di ostriche e champagne, di soufflé al Grand Marnier con panna, di caffè turco, e Cabernet Sauvignon.
Edward la invita ogni giorno a lavorare sul potenziamento della sua femminilità, anzi, viene descritto come la versione maschile della fata madrina, che con la sua disponibilità e il suo altruismo cercherà di aiutare Isabel a riscoprire se stessa. Dopo le innumerevoli cene preparate da Edward, lui comincia a sentire il peso (e i dolori) che l’età porta inevitabilmente con sé; così Isabel, nelle ultime pagine de Le mie cene con Edward matura un’idea, ovvero di preparare una cena per Edward, dove sarebbe stato il suo ospite. Sarebbe stata la cena perfetta, la testimonianza di quello che Edward le aveva insegnato, e soprattutto un simbolo della sua immensa riconoscenza. Le notizie sulla salute di Edward, però, opporranno degli ostacoli ai piani di Isabel. Immortale la scena in cui Isabel ringrazia Edward della sua amicizia, e Edward ricambia con le parole: Tu hai dato tanto quanto hai ricevuto. Tu hai toccato il cuore di un vecchio.
Le mie cene con Edward è un libro fluente e leggero che non impegna troppo il lettore né richiede una grande attenzione. Un libro a tratti ironico, a tratti romantico in cui i focus resta sempre puntato su entrambi i protagonisti.
«E non avevamo neanche l’abitudine di scambiarci regali, perché ogni giorno che trascorrevamo insieme per noi era già un dono.»
Approfondimento
Personalmente ritengo Le mie cene con Edward un libro di medio livello, poiché la figura di Isabel non mi è apparsa chiara. Non sono riuscita a capire questo personaggio spesso dai gesti costruiti, probabilmente l’autrice ha voluto affibbiare troppa consapevolezza e sensibilità a una donna che non ha ancora l’esperienza per poterne parlare.
Ho apprezzato invece molto il personaggio di Edward, poiché mi appare reale in ogni aspetto. Possiede infatti tutte le caratteristiche un uomo di novant’anni: l’esperienza, la leggerezza della vita, e la bontà infinita di una persona che non ha più nulla da conservare, ma tutto da offrire. Inoltre l’ho molto apprezzato per la sua ironia nella scena in cui scrive Paula: «Non so come ho fatto ad avere te. Ma tu, ti prego, non togliermi proprio oggi dalla mia ignoranza e lascia che io continui a immaginare di essere tanto speciale da meritarti».
Il personaggio di Edward si presenta degno di considerazione. Dapprima appare come un normale vecchietto vedovo, che cerca la compagnia di chiunque pur di non soffrire la solitudine. Successivamente, questa figura si arricchisce di sfumature e sentimenti reali; Isabel Vincent ce lo descrive come una persona che si imbatte sempre in persone speciali e con un talento unico per cui tutti quelli che incontra finiscono per confidargli alcune delle loro esperienze personali più profonde. Non ci vuole molto a credere in queste parole; guardando il suo comportamento nei confronti di Isabel, egli davvero è una persona che resta nel cuore di quelli che lo conoscono per la sua immensa disponibilità, la sua bontà, e il suo saper ascoltare. Egli ha la capacità di trasformare le cene in riti intrisi di una sorta di sacralità.
Miriam Genovese