
Autore: Vincenzo Cerami
Pubblicato da Garzanti - Marzo 2020
Pagine: 241 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9788804561798

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“La vita è come ogni gioco ha le sue regole ed è sbagliato essere sleali”. Vincenzo Cera-mi con questo romanzo affronta un tema spinoso: il gioco come metafora della vita. Quin-di il problema del rispetto delle regole: del gioco e della vita.

Ludovico (Lud per gli amici) è un ragazzo di meno di vent’anni, studente del primo anno di statistica. Grande appassionato ed espertissimo di giochi enigmistici, compra una rivista del settore e comincia scervellarsi per risolvere un “enigma” che ha come titolo “Chi cerca trova”. Si accorge subito che l’autore ha voluto che il lettore, per trovare la soluzione, in-traprenda una caccia al tesoro recandosi in un certo numero di luoghi ognuno dei quali va individuato mediante la decifrazione delle varie parti in cui si suddivide il testo dell’enigma. Il ragazzo si sente offeso. Le norme etiche dell’enigmistica non consentono che un autore introduca nel gioco attività che vadano oltre a quella che consiste nel met-tersi alla ricerca della soluzione restando a tavolino. Il suo primo impulso è quello di stracciare la rivista e di buttarla nel cestino. Ne parla con Mara, la sua ragazza, che con-sidera l’enigmistica un’inutile fonte di perdita di tempo e che tuttavia non riesce a non ammirare Lud per il suo talento eccezionale nel ricavare frasi sensate dalla manipolazio-ne delle sillabe di frasi senza senso. Mara è d’accordo: la rivista va buttata. Ma Lud si sente talmente offeso dal comportamento dell’autore dell’enigma che vuole a tutti i costi incontrarlo (questo è per altro previsto come conclusione dell’enigma) per contestargli la scorrettezza e chiedergli la restituzione dei tre euro che ha speso per l’acquisto della rivi-sta. Quindi decide di dare inizio alla caccia al tesoro. Il titolo del romanzo sembra proprio dettato dalla ricerca di questo incontro.
Il lettore nel frattempo era stato informato che l’autore in questione è un anziano preside di una facoltà umanistica, sinceramente ammirato e amato da un gruppo di docenti che erano stati suoi allievi; i quali godevano a loro volta la stima e l’affetto del preside. Il soda-lizio era durato anni con piena soddisfazione di tutti i partecipanti. E però si era rotto del tutto improvvisamente e inaspettatamente con la scomparsa del preside.
La struttura del romanzo è, in definitiva, quella di un giallo. Si va alla ricerca di uno scomparso di cui non si sa se è ancora vivo o se è morto suicida. La soluzione del giallo si otterrà dopo la soluzione dell’enigma sopra descritto.
Ma, come accennavamo sopra, le varie tappe in cui si snoda la soluzione dell’enigma-gioco, sono un puro artificio che Vincenzo Cerami usa come pretesto per parlare del gio-co della vita con le sue regole “non scritte”. Cerami parla soprattutto dei percorsi di vita di persone che sono vissute nella sua epoca e nel suo ambiente, l’ambiente dell’università italiana. Il tema centrale del romanzo a parere di chi scrive, è un enigma “vero”: quello del terrorismo (nero e rosso) che si è sviluppato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Enigma che resta irrisolto nella realtà e anche nel romanzo.
Approfondimento
L’incontro si presenta, in definitiva, come un romanzo pedagogico. Vincenzo Cerami compie un tentativo di far incontrare la sua generazione con la gene-razione dei ragazzi che hanno compiuto vent’anni alle soglie del 2000. Egli si rivolge ai giovani nati nel suo ambiente: la borghesia italiana medio-alta, che rappresenta l’élite del mondo della cultura. Soprattutto docenti universitari, giornalisti di alto rango, cineasti, scrittori, magistrati. Osserviamo che questi giovani, a rigore, non avrebbero bisogno dell’azione pedagogica dell’autore di questo libro proprio perché ciò che in esso si legge essi lo possono leggere già a casa propria o lo possono sentire dalle conversazioni dei genitori o dei loro amici e conoscenti.
Cerami scrive perché ha preso atto del fallimento dell’incontro fra i padri della genera-zione del preside del romanzo e i loro figli. Forse nutre una vaga speranza che ciò che non è avvenuto coi figli possa avvenire coi nipoti. Ecco un enigma vero che, per il mo-mento è rimasto, come dicevamo, irrisolto. Alla sua soluzione potranno (se lo vorranno) impegnarsi i lettori; giovani o meno giovani. Vincenzo Cerami non lo può più fare essen-do passato, nel 2013, a miglior vita.
Giorgio Pizzol