
Autore: Ali Smith
Pubblicato da SUR - Settembre 2016
Pagine: 312 - Formato disponibile: Brossura
Collana: BigSur

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Cosa possono mai avere in comune una ragazzina della Ferrara del Quattrocento e una ragazza dei giorni nostri? A parte la perdita della madre quando sono ancora molto giovani e la passione per l'arte e la pittura in particolare, si scoprirà che c'è molto di più.
Un povero manovale specializzato nel costruire i migliori muri della città decide di aiutare la figlia piccola a superare il lutto della madre facendola realizzare nella sua dote: la pittura. Per fare ciò dovrà però travestirla da ragazzo, perché Nel Quattrocento non era permesso alle donne intraprendere questo tipo di lavoro. Nasce così Francesco del Cossa, noto pittore che entrerà nella storia per i suoi affreschi sulle pareti del Salone dei Mesi di Palazzo Schifani.
Georgia, detta George, è la figlia sedicenne di un’attivista politica che purtroppo muore lasciandola orfana di madre. Appassionata di arte, si è trovata ad ammirare gli affreschi quattrocenteschi di Francesco del Cossa pochi mesi prima della sua perdita. Affreschi che le hanno trasmesso talmente tanto da aiutarla anche nel lutto. Due vite separate da secoli, ma due anime totalmente unite nel dolore e nella passione.
Poi, quando mia madre era ormai sotto terra, e io ero ancora abbastanza piccola per poterlo fare, un giorno mi infilai nella cassapanca dei vestiti che aveva in camera da letto e tirai giù il coperchio: ero circondata da stoffe lucide, tele di lino, canapa e lana, cinture e legacci, la sottoveste, i vestiti da lavoro, la sopravveste, il vestito lungo, le maniche e ogni cosa era vuota di lei ma con il suo odore. Col passare del tempo l’odore di lei cominciò a svanire, o la mia capacità di riconoscerlo si fece meno acuta. Ma nel buio della cassapanca ero un’esperta e riuscivo a distinguere bene quasi come se ci vedessi i vari abiti, quali vestiti erano, per quale uso, al tatto, tra le dita.
Lo stile con cui è stato scritto L’una e l’altra è spezzato, a volte quasi sgrammaticato, e serve ad Ali Smith per trasmettere meglio al lettore i pensieri della protagonista più antica. Infatti in questo modo riesce a trasporre sulla carta l’andamento spesso incoerente e ancora più spesso ballerino dei pensieri nella mente umana, specialmente nel caso di una bambina. Grazie a questo stile viene descritto in maniera ancora più profonda e forte il sentimento provato dalla bambina per la madre ormai defunta, trasmettendo al lettore quella sensazione di dolore e di vuoto provati.
Così mio padre, dopo che mi fui esercitato fino a un grado che lui ritenne soddisfacente (e cioè non prima che avessi visto 19 estati) e quando gli arrivò voce che c’era bisogno di qualcuno che realizzasse 3 pietà a mezza figura e un certo numero di colonne dipinte al lato dell’altare maggiore del duomo, uscì di notte sotto la pioggia con alcuni miei lavori arrotolati sotto il braccio, avvolti in pelle trattata per non farli rovinare dall’acqua, e mostrò ai preti come riuscivo, con i colori, a trasformare la semplice pietra in qualcosa di simile a una colonna di marmo: i preti, che mi avevano visto tante volte da piccola insieme a lui e ai miei fratelli, mi affidarono il lavoro e ci pagarono bene.
Molto chiaro il pensiero dell’epoca rinascimentale, spiegato dal continuo uso del maschile anche se, e si ha conferma verso la fine della frase, chi parla è una femmina, poiché solo gli uomini avevano il diritto di poter studiare e intraprendere lavori di un certo prestigio oltre che utilità, mentre il solo pensare che una donna potesse essere un’artista era etichettata come un’eresia. Nonostante ciò alcune persone avrebbero potuto accettare la cosa, giudicando l’effettiva bravura dell’artista, solo in nome di una conoscenza molto antica.
Almeno ci hanno messo l’apostrofo, dice la George di quando sua madre non è ancora morta. Non me ne frega un cazzo se un sito rispetta o no le regole ortografiche, dice la George di dopo la morte di sua madre. Questa cosa del prima e del dopo è tipica dell’elaborazione del lutto, così continuano a dire tutti. Tutti continuano a dire che ci sono varie fasi. Quante siano queste fasi non è ben chiaro. C’è chi dice tre, chi cinque, chi addirittura sette.
Anche nella parte di L’una e l’altra relativa al presente Ali Smith mantiene lo stesso stile spezzato per spiegare bene al lettore la sensazione di rottura e di divisione che prende la vita dopo un evento molto importante e doloroso come può essere la perdita della propria madre, che porta ad avere sempre pensieri spezzati, emozioni interrotte e sensazioni non ben definite. Il tutto trasmesso con un flusso di coscienza per niente continuativo e lucido.
Approfondimento
L’una e l’altra è un romanzo che si può definire a specchio. Infatti Ali Smith lo ha scritto in modo che sia il lettore a scegliere come leggerlo, perché è possibile iniziare dall’inizio e quindi leggere prima la storia di Francesco e dopo quella di George, oppure andare a metà libro e leggere prima la storia di George e dopo quella di Francesco. Entrambe le metà del libro sono perfettamente identiche, cambia solo la disposizione delle due storie. Una struttura molto innovativa che permette al lettore di interagire ulteriormente con la storia.