
Autore: Julian Barnes
Pubblicato da Einaudi - Novembre 2020
Pagine: 286 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Supercoralli
ISBN: 9788806245368

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Cominciamo pure dalla visita di 3 francesi a Londra, nell’estate del 1885.
Uno era un principe, un altro era un conte e il terzo era un cittadino comune con un nome italiano.
Uno strano trio, sia per la disparità di rango che per la presenza di questo cittadino italiano notoriamente eterosessuale che si accompagna a due aristocratici di “tendenze elleniche”.

La Belle Époque fu un’epoca di enorme benessere per i benestanti, di potere sociale per l’aristocrazia, di complesso e incontrollato snobismo, di irrefrenabile ambizione coloniale, di mecenatismo artistico, e di duelli il cui livello di violenza era sovente più un riflesso di irascibilità individuale che di onore ferito. Non c’era molto da dire sulla prima guerra mondiale, ma perlomeno fu in grado di sprezzare via molto di tutto questo.
Il romanzo L’uomo con la vestaglia rossa parte da tre personaggi dissimili e sviluppa il percorso storico di un’epoca. Il quadro si dilata comprendendo intellettuali e pittori e si ha la sensazione che si rappresenti un modo alternativo di vivere. Ma cosa ci fa un medico fra individui così di così alto lignaggio, in una società così rigidamente stratificata?
Nessuno di loro era particolarmente noto al di fuori della loro cerchia di conoscenze più strette al loro arrivo a Londra, Pozzi aveva alle spalle dieci anni di carriera in medicina, lavorava in un ospedale pubblico ma al contempo di costruiva una fine clientela privata. In occasione di un convegno nel Regno Unito, fece la conoscenza di Lister e apprese i primi rudimenti del listerismo.
Di ritorno a Parigi, Pozzi mise le sue scoperte per iscritto e quel fatidico incontro diete il via ad una serie di scambi tra i colleghi europei e quelli americani destinato a durare tutta una vita.
Affascinante ed ambizioso, era uno studente modello. A trentatré anni si innamora di Thérèse, giovane ricca e bella, si sposano con rito civile e religioso ma, dopo soli diciotto mesi il matrimonio era già profondamente compromesso.
Dei tre, il più noto era il conte Montesquiou, figura pubblica, dandy, esteta e mente brillante. Ispirò il personaggio di Des Esseintes, un aristocratico ventinovenne, in “A Rebours” di Huysmans che lo accompagnò per tutta la vita. Il personaggio immaginario, ritraeva il suo esatto opposto, eppure Des Esseintes era Montesquiou ed il mondo lo sapeva.
Questo libro fu inoltre esibito come prova, durante il primo dei tre processi a Oscar Wilde.
Che la Francia fosse la patria delle oscenità era per gli inglesi di dominio pubblico, all’epoca dei processi di Wilde.
Il personaggio più invisibile dello strano trio è il principe Edmond de Polignac. Era gentile e stravagante ma, preda naturale di imbroglioni e ciarlatani. In poco tempo perse tutta l’eredità in borsa.
Gli era però rimasto il suo status di principe, e così come nei romanzi la soluzione più logica era trovarsi un’ereditiera americana. L’unico possibile impedimento, era la sua nota omosessualità che invece si trasformò in punto di forza, considerando che la prescelta era nota per essere lesbica. Contro ogni pronostico, il matrimonio fu un vero e proprio successo.
Cos’è un vizio? Semplicemente un gusto non condiviso.
Approfondimento
Iniziando con una leggera divagazione tra personaggi noti e meno noti della Belle Époque, Barnes ci permette di conoscere un personaggio come Samuel Pozzi, completamente sconosciuto per me prima di questo libro, luminare della scienza medica di fine ottocento, ritratto mirabilmente da Sargent (in copertina).
Oltre alla sua vita lavorativa possiamo approfondire anche la sua situazione famigliare, che a differenza della carriera non procedeva a gonfie vele. Pozzi infatti lamentava della mancanza d’intimità all’interno del rapporto di coppia ed il problema che secondo il suo pensiero rappresenta la “suocera”. Tutte le difficoltà incontrate e l’infelicità matrimoniale, si rifletteranno soprattutto sul rapporto con la figlia Catherine che sviluppa una visione piuttosto contorta del padre a tratti odiato e a tratti amato.
È difficile recensire un libro di questo tipo. L’uomo con la vestaglia rossa non è un semplice romanzo o saggio, ma una raccolta di storie che si intrecciano ed esplorano un momento storico particolare in modo ironico ed interessante.
La ragione principale per cui i britannici cercavano esilio in Francia era la necessità di sfuggire a qualche scandalo (e di poter continuare a comportarsi in modo scandaloso); era quello il luogo in cui andare se si era altolocati in bancarotta, bigami, truffatori e omosessuali.
Oltre a constatare i risultati ottenuti in medicina dal Pozzi, le pagine scorrono tra duelli, amori carnali, relazioni palesi ma segrete e matrimoni indetti per assicurarsi una posizione sociale. Il matrimonio era un campo base da cui partire per avventure di cuore.
Ricco di personaggi di spessore, partendo da un contraddittorio ed arrogante giovane Oscar Wilde, passando per pittori del calibro di Degas definito il più grande artista che la Francia abbia posseduto, a menzioni su Victor Hugo, Alexandre Dumas, Marcel Proust ed il contorto Baudelaire.
Oltre a quelli già citati, ci sono all’interno di questo libro ci sono molti personaggi da scoprire e che attirano l’attenzione, come il giornalista e romanziere Jean Lorrain. C’era sempre qualcosa che gli faceva ribollire il sangue, ed era un esperto nell’arte dell’insulto.
Parte del lavoro di uno scrittore consiste nel trasformare una minima chiacchera, persino falsa, in una realtà scintillante e certa; e accade spesso che meno di ha, più se ne ricava.
Michela Pavanello