Autore: Gabriele Morandi
Pubblicato da Intrecci Edizioni - Giugno 2019
Pagine: 222 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Brossura
Collana: Enne
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Chiusi in una casa, sotto sorveglianza, costretti a guardarsi sempre le spalle, sembra una prigione ma è molto peggio: è un reality show. I partecipanti a questo programma hanno poco da perdere ma non sanno cosa li aspetta, perché recitare una parte è diverso dal mettere a rischio la propria vita; l’unica cosa che, a ognuno di loro, rimane ancora da difendere.
Mi ascolti. Capisco il suo timore di essere considerato un ispiratore del male, ma nessuno verrà a rinfacciarle di aver partorito quest’opera. Le idee vagano nell’aria, appartengono a chi sa coglierle. Se non sarà lei, sarà qualcun altro a farlo.
La televisione ci ha abituato a vedere di tutto. Lo schermo, come una sfera magica, ci mostra l’inimmaginabile coinvolgendoci e ispirandoci, ma senza richiedere la nostra complicità; o almeno così può sembrare. Quando l’obiettivo dei registi diviene attirare l’attenzione del pubblico, ogni pretesto è buono, anche quello più assurdo. In quel caso, basta venire a conoscenza di un’idea innovativa, intrigante e, anche se pericolosa, nulla può impedire a chi la possiede di farla diventare realtà, con tutti i rischi che questo comporta. Allora immaginate di avere scritto un racconto su una vostra fantasia, una fantasia un po’ malata ma applicabile al modello di un reality show. Immaginate di trovarvi in America, la patria di questi format televisivi, e di essere contattati da personaggi di un certo calibro, come il senatore, che vi chiedono di realizzarla. Ecco, questo è quello che è successo a Dahmer, il quale si troverà coinvolto in una vicenda che, per molti aspetti, potrà ricordarvi un romanzo di Agatha Christie.
Masterdeath è un reality show e come tale ha un luogo nel quale vengono girate le riprese, una troupe, un regista, una conduttrice e dei concorrenti. I partecipanti al programma non sono però degli attori, sono stati scelti appositamente per le loro caratteristiche e soprattutto per i crimini dei quali si sono macchiati. Il format, infatti, prevede che dieci detenuti si trovino rinchiusi nello stesso posto e debbano vivere insieme sorvegliati da telecamere. I telespettatori possono seguire ogni loro mossa, ma soprattutto possono scommettere su chi di loro sarà in grado di arrivare fino alla fine del gioco. Una partita pericolosa dove non mancheranno colpi di scena e difficoltà tecniche e dove l’uscita dal gioco verrà pagata a caro prezzo.
I dieci criminali dovevano temere anche Dahmer e la sua fantasia; tutti loro lo avevano conosciuto come regista e autore, sia di thriller che di veri e propri horror, e pur non avendo mai imitato nessuna delle sue idee, tutti riconoscevano che non erano meno efferate di quanto da loro stessi compiuto.
Approfondimento
La scrittura scorrevole e i dialoghi semplici rendono la lettura di questo romanzo molto piacevole senza privarla d’intensità. Flashback e ricordi si intrecciano con l’attualità della trama, regalando al lettore una prospettiva più completa e coinvolgente. I personaggi sono stati scelti con cura e non si svelano subito ma cercano di lasciare un po’ di mistero fino alla loro uscita dalla scena. Lo svolgersi dei fatti non è per nulla banale, né prevedibile, il che rende la trama ancora più avvincente.
Oltre al regista, Dahmer, vi è anche un personaggio femminile, la conduttrice Veronica, che movimenterà l’andamento del reality, complicando le relazioni tra i partecipanti e forse anche l’esito della partita.
La storia alla quale il romanzo di ispira è un mix di altri grandi opere: da “Dieci piccoli indiani” a “1984”, i riferimenti sono più che evidenti, tanto che nello stesso racconto vengono citati, anche più di una volta. Per chi si ritiene amante di questo genere, thriller/giallo e a tratti futuristico, questo libro sarà una lettura che non deluderà di certo le aspettative, né i gusti.
La televisione, ma ancor di più i social media, ci fanno credere di poter vedere tutto, di poter venire a conoscenza di qualsiasi aspetto della vita di una persona, anche il più intimo e personale. Non siamo più abituati a lasciare la privacy ai personaggi famosi, ma oggi non vogliamo più lasciarla nemmeno a noi stessi, perché tutto dev’essere alla luce del sole, tutti devono sapere quello che facciamo e diciamo. Ecco, questa storia forse vi farà riflettere un po’ di più sul modello di vita al quale ci stiamo avvicinando (sempre se non ci siamo già arrivati).
Benedetta Mangiò