Autore: Umberto Eco
Pubblicato da La nave di Teseo - Febbraio 2016
Pagine: 480 - Genere: Attualità / Reportage
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I fari
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Pape Sàtan Aleppe è la selezione di alcuni articoli pubblicati sul settimanale L’Espresso tra il 2000 e il 2015. La rubrica, affidata ad Umberto Eco, aveva come titolo Le bustine di Minerva, e perciò ogni articolo costituiva una bustina. Il nome della rubrica si riferiva alla confezione dei fiammiferi Minerva che, all’interno, hanno uno spazio bianco sufficiente per qualche breve annotazione. Sono note su fatti di attualità, cronaca e costume. Brevi articoli, osservazioni su fenomeni della società che offrono al lettore momenti di riflessione profonda.
Il sottotitolo del libro, Cronache di una società liquida, si riferisce alla definizione che lo studioso Zygmunt Bauman dà dell’attuale società: la crisi delle ideologie, dei partiti, dei valori, il sorgere di uno sfrenato individualismo hanno minato le basi della società moderna rendendola “liquida”.
Non avendo più certezze, l’individuo è stato ingabbiato nelle maglie dell’apparire come valore e, abbagliato da un consumismo sfrenato, si è trovato catapultato in un’orgia consumistica incontrollata. Non più solo il possesso di oggetti del desiderio, ma la partecipazione ad un consumismo aberrante.
La crisi ha liquefatto la società, l’ha resa precaria, senza valori, certezze, punti di riferimento. Ognuno è in crisi di identità. Inoltre, i continui spostamenti che caratterizzano l’epoca attuale, con la mancanza per molti di radici, di un luogo natio in cui ritornare e ritrovarsi, fa sì che ci sia bisogno dello sguardo di chi ci riconosca, ci sorrida e sa chi siamo. Essere visibili, è il bisogno più grande ed impellente di molti.
La TV è piena di trasmissioni lacrimevoli dove, pur di apparire, si raccontano turpi storie familiari e si diventa “ famosi” per episodi di efferata brutalità. Non facendo più parte di un villaggio nativo, si cerca la riconoscibilità nel villaggio globale per eccellenza, costi quel che costi!
Javier Marias, noto scrittore spagnolo, attribuisce la ricerca spasmodica della visibilità al fatto che gli uomini non credono più in Dio. Spettatore di ognuno di noi, di ogni nostra azione, Dio è per i credenti l’occhio a cui nulla sfugge. Scomparso questo testimone, per non sprofondare nella dimenticanza, nell’anonimato, c’è bisogno dell’occhio degli altri per i quali esistere. L’apparizione sullo schermo è l’unico succedaneo della trascendenza.
Si può sopravvivere alla liquidità? si chiede Eco. Ci vorrebbero nuovi strumenti per ricostruire e ricostruirsi. Egli spera che l’analisi spietata di Bauman non resti “ Vox clamantis in deserto”.
Approfondimento
Molti sono gli argomenti trattati da Eco nelle sue Bustine.
Dalle riflessioni sui Bamboccioni, al dilagare di Internet che non costituisce una minaccia per i libri, all’inattendibilità di alcuni siti che esigerebbe l’istruzione alla selezione delle informazioni, alla tristezza dei siti porno che si servono di proletarie del sesso, precarie sfruttate senza speranza, alla perenne “lotta tra vecchi e giovani”, con il più grande problema delle nostre società: l’allungamento della vita. La soluzione è suggerita da un grande film di Tognazzi : a sessanta anni, i vecchi devono lasciare il lavoro e devono partire per un viaggio-premio.
Il premio è la loro scomparsa, la morte.
L’analisi più cruda è quella relativa alla scarsa conoscenza del passato da parte dei giovani che considerano Churchill e Dikens personaggi fantastici, Robin Hood e Scherlock Holmes personaggi realmente esistiti. Questo perché, ci spiega Eco, una volta le informazioni sul presente erano scarse, mentre oggi, con l’informazione di massa, con Internet, milioni di informazioni ci assalgono, ci invadono e confondono passato e presente. Tutto diventa presente. Ma anche, subito il presente diventa passato.
Molti sono i rimproveri che Eco fa agli italiani che manifestano insofferenza verso gli immigrati. Molte anche le accuse di razzismo ed antisemitismo. Non condivido né le accuse né i rimproveri perché ripetono posizioni che una sinistra supponente ed arrogante ha abbracciato, ignorando i bisogni e le richieste della gente. Le indignazioni, con la conseguente nascita di movimenti che hanno interpretato il disagio della maggioranza delle persone, vengono liquidati come atteggiamenti di barbari ignoranti. L’avversione per l’Europa, manifestata dai popoli vessati da chi predilige l’alta finanza a fronte delle sempre più ridotte finanze delle famiglie, viene confrontata con un’Europa dialogante su temi di letteratura, filosofia, arte , musica, un’idea di Europa tutta letteraria e culturale ma sorda all’ascolto delle ragioni dei popoli che la compongono e che di quest’Europa non si sentono figli.
A parte posizioni e punti di vista diversi, che si possono condividere o meno, è un libro che ha molti spunti ironici che alleggeriscono una lettura sicuramente impegnativa. All’inizio, Pape Satàn Aleppe può sembrare leggero e di facile e veloce lettura. Ma se si vuol avere un “ dialogo non l’autore”, bisogna leggere poche Bustine per volta, per poterle apprezzare, per gustarle, per trarne spunti di riflessione e arricchimento. Un grande scrittore, un intellettuale di spessore come Umberto Eco, provoca in ogni lettore una crescita personale, indipendentemente se lo si condivida o no.
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