
Autore: Georges Simenon
Pubblicato da Adelphi - Agosto 2022
Pagine: 155 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Gli Adelphi
ISBN: 9788845937248
ASIN: B0BB6XM4LP

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«È quasi sempre difficile, se non impossibile, sapere come e soprattutto quando le cose hanno avuto inizio, ma lui lo sapeva, al minuto, addirittura al secondo. Ci pensava di continuo, con la stessa cupezza, la stessa rabbia di un uomo nel pieno delle forze che all’improvviso scopre di essere minato da una malattia subdola. In che modo gli si era insinuata in testa quell’idea? «Non si trattava di germi, infatti, ma di un’idea. Anche un’idea può presentarsi come una macchiolina da nulla alla quale sulle prime non prestiamo attenzione. Poi cominciamo a sbirciarla ogni tanto. Abbiamo l’impressione che cresca, che si allarghi. Ci sforziamo di farla sparire, ed è un po' come se ci grattassimo un foruncolo: continua a ingrandirsi, sempre più rapidamente, finché un giorno siamo costretti ad andare dal medico. «Solo che di medici, per il suo caso, non ce n’erano».

«… preferiscono che io non veda determinate cose. Ma quello che soprattutto non deve accadere è che io ne racconti delle altre».
«Dirà tutto?»
«E lei?»
«Ci proverò. Se non lo facessi, me lo rimprovererei per tutta la vita…»
Pena la morte e altri racconti, cinque racconti che accompagnano Simenon dalla Francia negli Stati Uniti e trasportano noi lettori nel suo mondo. Il peschereccio di Émile è l’ultimo suo racconto scritto a Parigi mentre gli altri quattro sono i primi frutti della sua produzione americana.
Il peschereccio di Émile:
Émile, semplice comandante, mai avrebbe immaginato di diventare proprietario di un peschereccio, Fernande è la sua donna, incontrata nel bordello del paese e François Larmentiel, possiede le migliori barche di Fécamp. Ora Émile è proprio a casa di Larmentiel, incredibile. Proprio da lui acquisterà un peschereccio, e non uno qualsiasi. Ma una frase comincia a girargli in mente come il ritornello di una canzone dimenticata “O l’uno o l’altro, non c’è scampo…”. Non ne capisce il senso preciso ma non riesce a liberarsene: “Che significava quella frase? Vi si aggrappava come a un oracolo. Era consapevole di avere ancora un compito da portare a termine entro la notte. Ma quale?”
I maialini senza coda
Germaine non aveva mai pensato di frugare nelle tasche del suo neo-marito Marcel ma un giorno, mentre ne rammenda il cappotto, sente qualcosa nella tasca: “quando disfece l’involucro di carta velina, cambiò espressione e rimase per un pezzo immobile, come raggelata, a fissare con terrore un maialino di porcellana.” La loro nuova vita coniugale prenderà una nuova e inaspettata direzione…
Lo scalo di Buenaventura
Il francese Labro che trascina la sua gamba sinistra, Pedro che gioca alle macchinette mangiasoldi e Joe il barista sono lì, nella hall dell’albergo di Buenaventura. Insieme a loro pochi passeggeri che si contano sulle dita della mano. Ma a Buenaventura, dove le navi provenienti da Cile, Perù ed Ecuador fanno scalo solo per caricare il caffè colombiano, “l’unica cosa importante sono appunto le balle di caffè. Dopo di che resta solo l’albergo con i suoi muri spogli, imbiancati a calce, immensi muri grezzi, scale, pilastri di ferro, porte aperte su camere da letto che non aspettano nessuno”. Perché niente accade o cambia a Buenaventura.
Un certo signor Berquin
Pioveva e il sig. Bidus e sua moglie pensarono che la macchina che li precedeva avesse sì sbandato ma che poi fosse riuscita a superare la curva. Invece la videro in un fossato, ribaltata, e un uomo stava seduto a terra lì accanto e non parlava. Chiedono aiuto e mentre il sig. Bidus e l’oste di una vicina locanda riescono a far alzare l’uomo, sentono una voce alle loro spalle: “Avete intenzione di lasciarmi qui? E quel bel tomo che non dice niente, che se ne va e mi pianta in asso…». Il bel tomo è un certo signor Berquin, reduce dalla sua forse unica notte brava…
Pena la morte
Alla fine ci si ritrova, mascalzone. Pena la morte, ricordi?
Oscar Labro riceve ormai da mesi queste cartoline: una da Addis Abeba, un’altra da Gibuti etc. La firma è la seguente: “il tuo vecchio amico Jules”, il matto, come lo chiamava la signorina Marthe dell’Ufficio postale. Ma in realtà non è uno scherzo e tantomeno è divertente perché Jules si stava avvicinando a Porquerolles…
Approfondimento
Con Pena la morte e altri racconti Simenon ci trasporta nel suo mondo: Parigi e i suoi ristorantini, i piccoli centri costieri popolati da pescatori dentro bar fumosi, i paesini di provincia con le loro locande o ancora gli alberghi decadenti in luoghi lontani esotici e sperduti e le ville delle piccole isole del Mediterraneo.
A volte c’è un delitto, a volte no, ma è sempre palpabile l’inquietudine, il sospetto e il mistero, sempre. C’è anche un tratto sornione, ironico ma velato di tristezza che segna Fécamp, Parigi e i suoi dintorni, Buenaventura, Elbeuf, Porquerolles e i loro abitanti: uomini e donne in cerca di riscatto, verità, di una notte brava o forse di niente. E c’è sempre l’acqua: che sia la Senna, il Mar Mediterraneo, l’Oceano Pacifico, oppure il fiume che attraversa un paesino della Normandia o la semplice pioggia. C’è sempre: è lì che scorre incessante e silenziosa per lambire luoghi e persone e attrarre con la sua forza incantatrice sia i protagonisti che noi lettori.
Anna Frassetto