
Autore: Henry Marsh
Pubblicato da Ponte alle Grazie - Gennaio 2016
Pagine: 330 - Genere: Autobiografico, Saggi
Formato disponibile: Brossura
Collana: Memorie

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Un grande chirurgo britannico racconta con onestà e franchezza la propria personale esperienza al servizio dei pazienti. Nel farlo, da ex medico che svolge le proprie funzioni presso il servizio sanitario inglese, svela anche fatti, misfatti e retroscena relativi a una professione assai complicata, quella del neurochirurgo.

Henry Marsh racconta così i suoi esordi da chirurgo del cervello:
Può esistere qualcosa di più bello, pensavo, dell’essere un neurochirurgo? Avevo la strana sensazione che quella fosse la cosa che avevo desiderato per tutta la vita, anche se soltanto in quel momento me ne rendevo conto. Fu amore a prima vista.
È l’inizio di una consapevolezza, dei primi palpiti di cuore per una professione che porterà il chirurgo di Oxford ad abbracciare la specialità della neurochirurgia, settore della scienza medica attraverso cui salverà molte vite. Un’avventura, dunque, avvertita visceralmente, quella di Marsh, un’avventura umana e “sentimentale” prima ancora che tecnico professionale e scientifica.
È riscontrabile in ogni pagina di Primo non nuocere l’approccio prettamente “umanistico” alla neurochirurgia di Marsh, innanzitutto nei numerosi racconti riguardanti casi di malattia cerebrale affrontati con successo o le sfide con patologie non curabili tristemente perdute, oppure, ancora, nella descrizione dell’esperienza profusa dal chirurgo negli ospedali dell’Ucraina. Il lettore, forse, si stupirà di quanto presto e facilmente possano essere dimenticati vocaboli presi dal dizionario medico chirurgico come Pineocitoma, Aneurisma, Emangioblastoma, Meningioma, Leucotomia, Medulloblastoma, e altri quasi impronunciabili in grado di incutere timore a ognuno perché legati a patologie tumorali piuttosto serie che spesso non lasciano alcuna speranza di vita a chi ne è affetto. Ciò che invece lo stesso lettore non potrà obliare in modo tanto agevole sono le riflessioni e i sentimenti personali da “medico umanista” di Marsh, che sono ben descritti dall’autore stesso. Appaiono legati, di volta in volta, al dover come chirurgo, e soprattutto come persona, affrontare ogni giorno la morte vis a vis, all’aver a che fare quotidianamente con le speranze, i timori, le delusioni ma anche la riconoscenza e la stima di pazienti e familiari, alla morte della propria madre, alla sua condizione di paziente anziché di medico, in occasione di ricoveri e operazioni chirurgiche riguardanti se stesso presso il servizio sanitario inglese.
Colpiscono le riflessioni di Marsh a proposito della propria, in qualche modo privilegiata, esperienza personale dei servizi sanitari del proprio paese. Il medico londinese la paragona a quella della generalità dei pazienti costretti ad accontentarsi di ciò che passa quotidianamente il convento della sanità britannica:
Forse era anche perché stavo usando la mia assicurazione sanitaria privata e in tal modo evitavo la perdita di intimità e dignità che la maggior parte dei pazienti del Sistema Sanitario devono sopportare. Potevo avere un stanza tutta per me, con la moquette e il bagno, particolari che sono molto importanti per i pazienti ma non per gli amministratori del Servizio Sanitario e per gli architetti. E, ho paura di dirlo, nemmeno per molti medici, che non si curano di queste cose, almeno fino al momento in cui diventano pazienti e allora cominciano a capire che raramente i ricoverati del Servizio Sanitario Nazionale trovano pace, riposo o quiete e che non fanno mai una buona notte di sonno.
Possiamo dire che tutto il mondo è paese, quando si parla delle prestazioni scadenti che una inefficiente Sanità pubblica finisce per offrire ai molti pazienti che in un dato momento della loro vita hanno la sfortuna di doversi servire dei servizi ospedalieri?
Approfondimento
Il Premier britannico David Cameron ha rivelato al giornale inglese Mail on Sunday di aver letto Primo non nuocere di Henry Marsh e di essere rimasto colpito dal racconto della giovane madre morta per una improvvisa emorragia post-partum dopo una operazione di tumore al cervello, apparentemente conclusasi con successo (si legga in proposito l’articolo). Cameron ha lodato il valore dell’opera con amici e colleghi.
Non siamo stupiti dalla notizia data dal quotidiano inglese Independent né dalla forse inaspettata popolarità acquisita dal libro nel corso di questi mesi, perché dell’opera di Marsh, come altri, abbiamo avuto l’opportunità e la fortuna di apprezzare il valore.
Giovanni Graziano Manca